Solo nel 2% dei siti di balneazione costieri dell’Ue è stata vietata la balneazione nel 2009, perlopiù in Italia. Nelle località interne, la maggior parte dei siti, in Finlandia, Francia, Germania e Svezia, rispetta anche i valori guida
È stato pubblicato oggi il rapporto dell’Agenzia europea dell’Ambiente sulla qualità delle acque di balneazione in Europa. La qualità complessiva delle acque italiane di balneazione appare stabile o in miglioramento per quanto riguarda le acque marine, ma in netto peggioramento a partire dal 2001, per quanto riguarda le acque dolci di laghi, fiumi ed altri corsi d’acqua.
Janez Poto?nik, commissario europeo per l’Ambiente, ha dichiarato: «Negli ultimi trent’anni la qualità delle acque di balneazione in Europa è notevolmente migliorata grazie a norme europee e nazionali, ma il nostro lavoro non è finito. Anche se ormai da dieci anni la qualità delle acque fa registrare livelli molto positivi, dobbiamo continuare a impegnarci per mantenere i risultati ottenuti e per migliorare».
I risultati del 2009 confermano una tendenza positiva di lunga data
I due terzi delle 20.000 aree di balneazione monitorate in tutta l’Unione europea nel 2009 erano aree costiere, mentre il resto si trovava in riva a fiumi e laghi. Il rispetto dei valori obbligatori (requisiti di qualità minimi) nei siti costieri è passato dall’80% del 1990 al 96% del 2009. Nel caso delle acque interne il miglioramento è stato addirittura superiore, passando dal 52% al 90%.
Tra il 2008 e il 2009 il numero delle acque di balneazione che rispettano gli standard minimi è leggermente diminuito: meno di 1 punto percentuale per i siti costieri e 3 punti percentuali per le acque di balneazione interne. Il rispetto dei valori guida più severi tra il 2008 e il 2009 è leggermente aumentato (meno di 1 punto percentuale) per i siti costieri e ha raggiunto l’89%, mentre per le acque interne è sceso al 71%, perdendo tre punti percentuali. Queste fluttuazioni annue non sono insolite per gli standard degli ultimi anni.
Quasi tutti i siti di balneazione costieri di Cipro, Francia, Grecia e Portogallo rispettano i valori guida più severi. Solo nel 2% dei siti di balneazione costieri dell’Ue è stata vietata la balneazione nel 2009, perlopiù in Italia. La qualità delle acque di balneazione presenta una maggiore variabilità nelle località interne, tuttavia la maggior parte dei siti interni in Finlandia, Francia, Germania e Svezia rispetta anche i valori guida.
Quattordici Stati membri effettuano il monitoraggio secondo la nuova direttiva sulle acque di balneazione
Per stabilire la qualità delle acque di balneazione vengono analizzati numerosi parametri fisici, chimici e microbiologici. Gli Stati membri devono rispettare almeno i valori obbligatori stabiliti nella direttiva sulle acque di balneazione, ma possono decidere di fissare valori guida più rigorosi (non vincolanti).
Nel 2006 è entrata in vigore una nuova direttiva sulle acque di balneazione che ha aggiornato i parametri e le disposizioni relative al monitoraggio per adeguarli alle conoscenze scientifiche più recenti. La nuova direttiva pone l’accento sull’informazione al pubblico in relazione alla qualità delle acque di balneazione. Gli Stati membri hanno tempo fino al 2015 per applicare completamente la nuova direttiva, ma quattordici Stati membri (Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Spagna, Svezia e Ungheria) hanno applicato i requisiti della nuova direttiva già nel monitoraggio delle acque di balneazione condotto durante la stagione balneare 2009.
(Fonte Eea)
(Nella foto di Angelo Perrini uno scorcio di costa salentina)