Due orsi affogati in una vasca piovana

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Si tratta di una femmina adulta di 5-7 anni ed un cucciolo femmina di circa 18 mesi. Sono scattate le indagini per verificare eventuali altre cause. È accaduto a Serralunga nella zona di protezione esterna al Parco nazionale. La cisterna era scoperta e senza protezione

Oggi, nella zona della Serralunga, in Comune di Villavallelonga (AQ), al confine con il Lazio, sono state recuperate le carcasse di due orsi: una femmina adulta di 5-7 anni ed un cucciolo femmina di circa 18 mesi.

Gli animali erano in una vasca per la raccolta dell’acqua piovana, realizzata negli anni 60 per supportare l’allevamento in alta quota, lunga circa 6 m larga 4 e alta 3, riempita per due terzi di acqua.

Gli animali, la cui morte ad un primo esame dovrebbe risalire ad una decina di giorni fa, non presentavano segni esterni, salvo due piccole ferite sul muso del cucciolo.

La presenza delle due carcasse è stata segnalata al 1515 nella serata di ieri, da un escursionista, che ha fornito indicazioni utili grazie alle quali due pattuglie di Forestali e Guardiaparco hanno provveduto all’individuazione ed al recupero. Successivamente le carcasse hanno subito un primo esame da parte dei veterinari del Parco e della Asl di Avezzano.

L’ipotesi più plausibile è che uno dei due animali, presumibilmente il cucciolo, sia caduto accidentalmente nella vasca, e che la madre abbia tentato invano di salvarlo. Viste le circostanze, non si escludono comunque altre ipotesi, che saranno valutate nei prossimi giorni grazie all’esame necroscopico e tossicologico che verranno effettuati presso l’Izs di Teramo. Anche per questa ragione, è stato aperto un fascicolo contro ignoti presso la Procura di Avezzano.

Forestali e Guardiaparco hanno perlustrato l’area circostante, non rilevando al momento elementi di interesse: tuttavia nei prossimi giorni si procederà con ulteriori verifiche e sopralluoghi.

In merito al ritrovamento, il Presidente del Parco, Giuseppe Rossi, ha dichiarato: «Non si tratta purtroppo di morte naturale, ma causata comunque da un intervento dell’uomo. È una perdita gravissima e incalcolabile per tutta la comunità. Perdita naturalistica, culturale ed economica specialmente per il Parco e per le comunità locali. Purtroppo, nonostante la volontà e l’impegno dell’Ente, diventa sempre più difficile, per tante ben note ragioni, governare in modo adeguato il territorio e le attività compatibili. Di questo ne soffre soprattutto la fauna protetta, verso la quale non c’è ancora la necessaria sensibilità pubblica ai vari livelli di governo e di comportamento umano».

Il Direttore Vittorio Ducoli aggiunge che «anche se l’ipotesi più probabile sembra quella di un evento accidentale, non vi è dubbio che quella vasca, non protetta, rappresenti un pericolo non solo per gli animali ma anche per gli escursionisti. L’area di ritrovamento, anche se lontana dai confini del Parco, è di estrema importanza quanto a frequentazione di orso, per cui ancora una volta si dimostra che il futuro dell’Orso bruno marsicano è legato a quanto tutte le istituzioni sapranno fare per tutelare questa splendida specie anche al di fuori delle aree protette».

(Fonte Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise)