Isolamento acustico – Una norma da rivedere

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Il mondo dell’industria sollecita le istituzioni per riordinare la normativa attuale. Un confronto che vuole mettere al centro della discussione il benessere ed il comfort abitativo dei cittadini

Fivra (Fabbriche isolanti vetro e roccia associate), ha promosso un confronto sul tema «L’Inquinamento Acustico: la situazione italiana, le proposte dell’Industria».

Un dialogo tra istituzioni, addetti ai lavori e sistema industriale per approfondire lo stato attuale della normativa relativa all’acustica, ma soprattutto per discutere le proposte in atto relative al futuro della legge sull’inquinamento acustico.

L’incontro infatti ha come obiettivo quello di contribuire e sostenere, in un’ottica di reciproca chiarezza, le diverse posizioni che dovranno poi confluire nei lavori del tavolo tecnico relativi all’emanazione del nuovo decreto legislativo il cui obiettivo principale è tutelare la salute ed il comfort abitativo dei cittadini.

Allo stato attuale, il punto di partenza di tale processo di revisione è il DPCM 5.12.1997. Questa legge ha rappresentato sicuramente una prima tappa fondamentale per l’acustica delle costruzioni edili, specialmente in ambito civile, verso una efficace regolamentazione della materia, costituendo un elemento di innovazione in un settore precedentemente poco normato.

Il DPCM prende in considerazione non solo l’isolamento di facciata degli edifici dal rumore esterno, ma anche limiti relativi a grandezze acustiche rilevanti che caratterizzano il rumore del vicinato presente nelle stesse unità abitative, i rumori impattivi dei solai (rumore di tacchi, ecc.), nonché la rumorosità prodotta dalle sorgenti interne e dagli impianti tecnologici a funzionamento discontinuo e continuo.

Malgrado le buone prerogative ed intenzioni, il DPCM 5.12.1997 non ha però di fatto mantenuto appieno tutte le aspettative su di esso riposte. È necessario creare altresì strumenti normativi che possano risultare applicabili nella realtà e che costituiscano un punto di riferimento certo per gli operatori dei vari settori interessati dall’acustica edile e che garantiscano il benessere e la salute dei cittadini. In più la recente approvazione della Legge Comunitaria 2009 ha stimolato ulteriormente la discussione sulla necessità di una normativa più attuale.

«È questa una fase molto delicata – conferma Angelo Alessandri, Presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati – del processo di revisione della norma. Infatti c’è da dire inoltre che le politiche ambientali sono complessivamente sempre più rivolte verso una normativa che tenga conto della qualità costruttiva degli edifici e che tuteli la salute del cittadino come del resto previsto anche dalla stessa Costituzione italiana. In tale contesto va fatto presente che l’ordinamento statale in materia di tutela dall’inquinamento acustico è tutt’ora in via di completamento. Ed infatti, mentre con riguardo all’adeguamento della legislazione interna alla corrispondente normativa comunitaria, in particolare alla direttiva 2002/49/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 giugno 2002, relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale, lo Stato vi dovrà provvedere entro il 7 luglio 2010 (la delega per il recepimento di detta direttiva era prevista entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della Comunitaria 2008, legge 7 luglio 2009, n. 88. Essendo pertanto scaduto tale termine, l’articolo 15 della Comunitaria 2009 definitivamente approvata ed in via di pubblicazione, ha previsto il relativo differimento al 7 luglio 2010), con riguardo alla classificazione delle singole unità immobiliari ed ai requisiti essenziali di cui alla direttiva 106/1989/CEE relativa ai prodotti da costruzione, in VIII Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, è stato approvato il testo base sul Sistema casa qualità, Disposizioni concernenti la valutazione e la certificazione della qualità dell’edilizia residenziale (C. 1952 Guido Dussin), al cui articolo 6 si prevede, tra l’altro, che tra i predetti requisiti di classificazione premiale vi sia anche l’utilizzo di sistemi per il miglioramento del comfort acustico, anche in considerazione della specifica norma UNI U20001500 del GL 5/SC1 “classificazione acustica degli edifici”. Infatti la tutela del singolo cittadino e delle Comunità dai danni, diretti ed indiretti, arrecati dall’inquinamento ambientale in genere e da quello acustico in particolare, è sancita chiaramente dalla Costituzione italiana, che all’art. 32 cita testualmente: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività … La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. È all’interno delle abitazioni, gli ambienti di vita ove si permane per lunghi periodi di tempo e si esercita la fondamentale funzione del sonno e del riposo, che la lotta al rumore deve essere primariamente e prioritariamente combattuta».

La necessità di una revisione della materia acustica è da tempo evidente a tutti gli interlocutori coinvolti. Per questo motivo, Commissione acustica dell’Uni di predisporre una norma tecnica per la classificazione acustica degli edifici che fosse riferimento per una nuova stesura e revisione del DPCM 5.12.1997 o costituisse un nucleo da integrare nell’ambito del testo del nuovo decreto. Le indicazioni tecniche prodotte dalla Commissioni Uni hanno però sollevato alcune perplessità presso gli operatori del settore e i produttori di materiali isolanti.

«La necessità del riordino della materia era evidente e su questo tutti gli addetti ai lavori concordano – afferma Carlo Boschieri Presidente Fivra – tuttavia in sede di tale elaborazione sarebbe auspicabile un’integrazione della norma Uni, prevedendo per una sorta di “zonizzazione acustica” per ogni gruppo di valori di isolamento delle parti componenti l’edificio ai fini della classificazione di isolamento acustico. Infatti per un edificio collocato in una zona extraurbana silenziosa l’isolamento di divisori interni, pavimento ed impianti è più importante dell’isolamento di facciata ai fini del comfort acustico, e viceversa per un edificio collocato su una strada molto trafficata. Tale maggiore contestualizzazione e differenziazione porterebbe ad una tutela maggiore del comfort acustico».

Inoltre da parte dell’Associazione vi sono altre perplessità relativamente al metodo di classificazione acustica che richiede un numero molto elevato di misure, e proposte alternative per l’individuazione delle tipologie costruttive standard cui sia associata una classificazione acustica predefinita in linea con quanto accade in molti altri Paesi.

«La situazione – commenta Lorenzo Lombardi Responsabile Sezione Acustica della Direzione per le Valutazioni Ambientali del ministero dell’Ambiente – oggi è cambiata ed è in forte evoluzione. Per questo motivo il riordino di tale comparto è diventato una priorità. La popolazione infatti è più consapevole dei danni provocati dal rumore patito nelle abitazioni ed è anche più informata e più conscia della necessità di attuare azioni di condizionamento degli ambienti di vita: basti pensare alla sensibilità crescente che si sta sviluppando sia a livello normativo che di coscienza dei cittadini al problema dell’efficienza energetica degli edifici e degli impianti domestici, sia ai fini del risparmio economico, sia soprattutto in relazione al rispetto dell’ambiente. Al contempo è necessario che i costruttori maturino la consapevolezza che la cura dell’efficienza acustica ed energetica degli edifici può condizionare le scelte degli acquirenti, favorire la disputa concorrenziale nel libero mercato, ma soprattutto premiare i progettisti ed i costruttori più accorti a questi aspetti ambientali».

(Fonte Weber Shandwick)