Contabilità ambientale e pressioni sull’ambiente

    872
    Tempo di lettura: 5 minuti

    In una recente pubblicazione Istat si esamina come il sistema dei conti ambientali è uno degli strumenti da utilizzare in maniera sistematica per poter raggiungere gli obiettivi connessi con una strategia di sostenibilità

    Negli anni più recenti si è andata consolidando la convinzione che la messa a punto di un sistema nazionale di contabilità ambientale sia una delle azioni necessarie per concretizzare una strategia di sviluppo sostenibile. Il sistema dei conti ambientali viene così annoverato tra gli strumenti da utilizzare in maniera sistematica per poter raggiungere gli obiettivi connessi con una strategia di sostenibilità.

    In effetti, i conti ambientali esprimono un importante valore aggiunto rispetto ai dati di base utilizzati nella loro costruzione, presentano significativi vantaggi rispetto ad altri tipi di informazione e costituiscono una componente di specifico rilievo nel panorama della rappresentazione statistica dei fenomeni in gioco, fornendo un supporto conoscitivo particolarmente valido per le scelte e le decisioni dei vari soggetti coinvolti sul sentiero dello sviluppo sostenibile.

    Il sistema dei conti satellite dell’ambiente sviluppato in Istat è orientato a rispondere alle esigenze conoscitive del Paese, espresse dai cittadini, dalle imprese, dalle pubbliche amministrazioni, nonché ai bisogni informativi degli organismi internazionali e in particolare dell’Unione europea, e viene sviluppato nel rispetto dei requisiti fondamentali propri dell’informazione statistica ufficiale.

    Alcuni di questi requisiti sono orientati ad assicurare un’elevata qualità dell’informazione sotto il profilo dei contenuti, per cui è necessario, in particolare, garantire non solo la rilevanza dell’informazione, che deve conformarsi alle esigenze conoscitive circa i fenomeni indagati, ma anche la completezza, perché un’informazione parziale può risolversi in un’informazione orientata.

    L’informazione fornita con i conti ambientali, inoltre, per poter essere utilizzata proficuamente deve essere raccordabile con altre statistiche (attraverso l’adozione di un quadro comune di definizioni, classificazioni e schemi teorici di riferimento) e sufficientemente flessibile da poter essere utilizzata in differenti contesti problematici e di analisi. Vi è poi, così come per la generalità delle statistiche ufficiali, un requisito cruciale da garantire, finalizzato ad agevolare in concreto l’uso e la corretta comprensione dell’informazione: la trasparenza, assicurata attraverso la documentazione relativa al processo di produzione e in generale la «metainformazione». Il volume recentemente presentato da Istat su «Contabilità ambientale e pressioni sull’ambiente naturale: dagli schemi alle realizzazioni» risponde a questa ultima finalità.

    Una parte rilevante dell’impegno dell’Istat in materia di contabilità ambientale è dedicata alla tematica delle interazioni tra economia e ambiente naturale in termini di flussi fisici. A tale tematica ovvero alla descrizione quantitativa dei flussi che costituiscono tali interazioni, si riferiscono in particolare i lavori raccolti nel volume.

    Il testo è articolato in quattro sezioni, ciascuna delle quali è relativa a una delle categorie di strumenti individuate nel prospetto 1 per la descrizione delle interazioni tra sistema antropico e sistema naturale in termini di flussi fisici per quanto attiene agli aspetti quantitativi.

    Prospetto 1 – Struttura del volume

    A – Indicatori settoriali di pressione ambientale (Ispa)

    Capitolo I – Environmental Pressure Indicatore – Sectoral Indicators Project: Harmonisation of the SIP results

    B – Contabilità dei flussi di materia a livello di intero sistema economico (Ew-Mfa)

    Capitolo 2 – Eeonomy-wide Material Flow Accounts and Balance for Italy, 1997 Capitolo 3 – Eeonomy-wide Material Flow Indicators for Italy, 1980-2001

    C – Tavole input-output in termini fisici (Piot)

    Capitolo 4 – Physical Input-Output Table of the Ilalian economy: feasibility study and aggregate prototype

    D – Matrice di conti economici integrata con conti ambientali (Namea)

    Capitolo 5 – The 1990 Italian Namea

    Capitolo 6 – Italian Nameas: 1991 1992; enlarged and revised 1990 data

    Capitolo 7 – Italian Namea: air emission accounts for the year 1999

    Capitolo 8 – Italian Namea: 1990-2000 air emission accounts.

    La sezione A è relativa alla definizione del sistema europeo di indicatori settoriali di pressione ambientale (Ispa). Obiettivo di tale sistema è fornire una descrizione analitica delle relazioni che intercorrono tra il sistema antropico, i fattori di pressione e le pressioni sull’ambiente naturale. Elemento essenziale nell’architettura del sistema Ispa è la partizione del sistema economico in macrosettori individuati come di specifico interesse per le politiche, la cui definizione e delimitazione rimanda a concetti propri della statistica economica e della contabilità nazionale.

    L’approccio seguito muove dalla osservazione puntuale dei fenomeni identificabili come pressioni, classificati secondo dieci «temi ambientali». Tali fenomeni (ad esempio l’emissione di sostanze inquinanti e il prelievo di risorse) consistono per lo più in scambi di materia tra il sistema antropico e il sistema naturale, ma includono anche pressioni di natura differente quali ad esempio le emissioni sonore e l’esistenza di strutture che alterano il territorio. Ciascuno dei fenomeni identificati come pressioni è misurato separatamente e secondo le sue specifiche unità di misura.

    All’interno di ciascuno dei dieci «temi ambientali» e separatamente per ciascuno dei sei macrosettori individuati come di interesse per le politiche (Energia, Agricoltura, Trasporti, Industria, Gestione dei rifiuti, Turismo) è individuato un insieme di indicatori particolarmente significativo.

    La sezione B riguarda i metodi di contabilizzazione onnicomprensiva degli scambi materiali tra il sistema naturale e il sistema antropico (Ew-Mfa). L’approccio della Ew-Mfa è diverso e in un certo senso addirittura opposto a quello del sistema Ispa: laddove quest’ultimo è caratterizzato da specificità dell’analisi e ricchezza di dettaglio; la Ew-Mfa si fonda sulla considerazione del sistema antropico come organismo unitario e sulla ricerca di misure della dimensione complessiva del metabolismo di tale organismo. Tali misure si propongono come «sintetiche a priori» in quanto non poggiano su una sintesi di misure specifiche quali per esempio quelle potenzialmente fornite da un sistema Ispa, bensì sulla identificazione di un carattere comune a quasi tutte le interazioni tra sistema antropico e sistema naturale, che permette di astrarre dalla varietà di forme che tali interazioni assumono di volta in volta. Questo carattere comune è rappresentato dal fluire di materie, materiali, sostanze ed elementi, tutti dotati di massa fisica. Lungi dal volersi sostituire a strumenti ben più analitici, la contabilità dei flussi materia a livello di intero sistema economico e gli indicatori da essa derivati intendono fornire un tipo di informazione aggiuntivo e complementare, relativo alle dimensioni complessive del sistema antropico e delle pressioni da esso potenzialmente generate, supposte in stretta relazione con le quantità di materie che passano attraverso il sistema economico.

    La sezione C è riportato uno studio di fattibilità per la costruzione della tavola Input-Output dell’economia italiana in termini fisici (Piot). La Piot ha in comune con il bilancio complessivo dei flussi di materia il fatto di fornire una descrizione dei flussi completa e relativa all’intera economia, ma a differenza del bilancio non guarda al sistema antropico come a un insieme indifferenziato. Essa è parallela alle tavole Input-Output monetarie (Miot), e descrive la circolazione della materia allo stesso modo in cui le Miot descrivono la circolazione dei valori economici, distinguendo nell’uso di materia le fasi della produzione e quella degli utilizzi finali secondo le categorie della contabilità nazionale.

    Complementare e non alternativa agli approcci fin qui introdotti è anche la Namea, oggetto della sezione D del volume, che documenta il percorso compiuto dall’Istat per giungere alla produzione su base regolare di questo modulo della contabilità ambientale. Alla Namea è stata assegnata elevata priorità da parte degli organismi internazionali e di numerosi istituti nazionali di statistica. Ciò è connesso soprattutto alla possibilità, fornita da questo schema contabile, di porre a confronto dati monetari relativi alle attività produttive e di consumo e dati fisici relativi alle pressioni ambientali cui tali attività danno origine. Alla base di tale possibilità di confronto sta il fatto che le grandezze socioeconomiche e quelle ambientali sono di volta in volta accuratamente riferite alle stesse attività (attività economiche e consumi finali delle famiglie).

    Nel caso delle imprese, il confronto tra i risultati economici delle diverse attività produttive e le pressioni ambientali ad esse ascrivibili è ottenuto attraverso la considerazione di due differenti risultati congiunti di ciascuna attività produttiva: da un lato i valori economici creati e dall’altro le pressioni sull’ambiente naturale generate per creare tali valori.

    Nel caso delle famiglie, invece, partendo dalle pressioni ambientali generate nella fase del consumo, vengono ad esse associate le spese sostenute dalle famiglie stesse per acquistare i prodotti il cui uso è all’origine delle pressioni ambientali in questione; tali spese sono presentate secondo la classificazione funzionale dei consumi delle famiglie (Coicop).

    Sia nel caso delle attività economiche sia in quello dei consumi, le pressioni ambientali vengono attribuite ai soggetti che risultano direttamente (ossia a causa dei propri processi produttivi o delle proprie attività di consumo) responsabili della generazione delle pressioni stesse. Ciò viene fatto allo stesso livello di disaggregazione delle attività proprio della Piot e con un livello di dettaglio nella descrizione delle pressioni selezionate che è quello proprio degli Ispa.

    Il rapporto sul sito Istat

    (Fonte Arpat)