Tornata deludente e forse, per certi versi, ha complicato le cose. È stato fatto qualche progresso ma i lavori procedono lentamente in mancanza di forti «input» politici dei Paesi che contano
Mentre la Russi brucia e il Pakistan è inondato, oggi si chiudono i lavori delle riunioni intersessionali dei due gruppi negoziali che si sono svolti a Bonn. Gli incontri erano dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc) e le commissioni erano, una Ad hoc Working Group on Further Commitments for Annex I Parties under the Kyoto Protocol (Awg-Kp) e l’altra Ad hoc Working Group on Long-term Cooperative Action under the Convention (Awg-Lca).
Anche questa tornata è stata deludente e forse, per certi versi, ha complicato le cose. Quindi non sono attese novità o sorprese. È stato fatto qualche progresso ma i lavori procedono lentamente in mancanza di forti «input» politici dei Paesi che contano maggiormente. La prossima riunione, ultima prima della Conferenza di Cancun, sarà tenuta dal 4 al 9 ottobre 2010, a Tianjin in Cina.
Il resoconto ufficiale dei lavori tenuti a Bonn questa settimana, sarà disponibile lunedì 9 agosto.
È stata convocata da Luis Alfonso de Alba, rappresentante speciale del Messico per l’organizzazione della prossima Conferenza di Cancun, una riunione informale per proporre alcuni risultati che il Messico, come padrone di casa, vorrebbe raggiungere.
Sono stati illustrati anche le prime analisi che il gruppo di lavoro sulle materie legali ha effettuato.
Gruppo Agw-Lca
Proseguono i lavori nei sottogruppi di lavoro. le discussioni più accese riguardano:
– l’obiettivo di mitigazione al 2050: surriscaldamento massimo di 1,5°C o di 2°C, stabilizzazione a 350 ppm o 400-450 ppm, picco massimo delle emissioni al 2015 o al 2020, riduzioni delle emissioni del 80% oppure oltre 80% per i Paesi industrializzati, almeno del 50% per i Paesi in via di sviluppo, rispetto a quale anno: 1990, 2000, 2005 o altro;
– i meccanismi di mercato per il commercio delle quote di emissioni, di acquisizione dei crediti, di uso della riforestazione e della lotta alla deforestazione, ecc.
– le questioni finanziarie: da come si acquisiscono (pubblico e/o privato) a come si gestiscono (sotto la supervisione ONU o fuori dall’Onu) a chi (ed in rappresentanza di chi) controlla, e come (metodi procedure, ispezioni, ecc.) si controlla l’uso corretto delle risorse finanziarie.
Gruppo Agw-Kp
In questo gruppo la discussione continua, senza prevedibili esiti conclusivi, attorno agli impegni dei Paesi industrializzati che, a parte l’Unione europea, appaiono decisamente insignificanti, oltre che incoerenti, rispetto agli obiettivi declamati nell’ultima Conferenza di Copenhagen. Altro fattore di polemica è il conteggio dei crediti derivanti dall’uso del suolo, la forestazione e la riforestazione. Ma si discute anche su quali eventuali nuove basi riproporli garantendo continuità con l’attuale protocollo di Kyoto. Le discussioni proseguono.
Consultazione del Messico
Luis Alfonso de Alba, rappresentante speciale del Messico per l’organizzazione della prossima Conferenza di Cancun, ha convocato in una riunione informale i rappresentanti nazionali, dopo avere distribuito un documento (informale) a tutti i delegati presenti. Il documento propone tre possibili risultati che si potrebbero raggiungere a Cancun:
– una decisione che stabilisca il carattere di «legalmente vincolante» al trattato (se si integrano Agw-Kp e Agw-Lca) o ai trattati (se tale integrazione non si fa): tale decisione implicherebbe l’accettazione e la ratifica formale dei governi nazionali e l’entrata in vigore del, o dei, trattati dopo le procedure di rito;
– una decisione della Cop che «adotta» il trattato o i trattati, decisione che rimarrebbe vincolante per tutti i Paesi Unfccc ma senza obblighi legali: tale decisione non implicherebbe una formale ratifica da parte dei governi nazionali, essendo sufficiente la ratifica a suo tempo fatta per la Convenzione Unfccc e la sua entrata in vigore nel 1994;
– una decisione della Cop che stabilisca quale trattato sia legalmente vincolante (e quindi con accettazione e ratifica formale da parte dei governi nazionali) e quale non sia legalmente vincolante (e quindi da adottare senza alcuna ratifica formale).
La discussione che si è aperta, sulla base di queste proposte, ha evidenziato, se ce ne fosse stato bisogno, l’estrema diversità di vedute dei vari Paesi. Alla fine la discussione si è chiusa. senza alcuna conclusione o concreta indicazione per il messicano Luis Alfonso de Alba.
Gruppo di lavoro in materia legale
Il gruppo di lavoro ha analizzato le proposte del Segretario Esecutivo Christiana Figueres e del Segretariato Unfccc e secondo la maggioranza dei delegati (anche se con diversi «distinguo») la scadenza del Protocollo di Kyoto, senza un nuovo trattato legalmente vincolante che ne rappresenterebbe la continuità, non pone problemi così gravi come quelli temuti da Christiana Figueres o da altri. Infatti, i meccanismi flessibili e le azioni di cooperazione internazionale che sono state attivate con i meccanismi flessibili, possono continuare ad esistere, in quanto fanno legalmente parte (a meno di decisione contraria) della attuazione della Unfccc e la Unfccc non scade affatto nel 2012 ma solo al raggiungimento dell’obiettivo ultimo di cui all’art. 2 (cioè non prima del 2050). Il protocollo di Kyoto è un accordo specifico entro il quadro della Unfccc, che alla sua scadenza perde il carattere di legalmente vincolante per i Paesi industrializzati, ma non perde il carattere di impegno che tutti i Paesi firmatari della Unfccc devono comunque attuare.
Questa opinione generale, però non ha trovato il consenso del Messico e dei Paesi africani che invece temono la vanificazione di tutti gli sforzi finora compiuti proprio dalla Unfccc.
L’Unione europea ha, invece, detto che, siccome circa l’80% della cooperazione internazionale sui meccanismi flessibili è basato sulle direttive europee sull’emission trading (Ets), la scadenza del protocollo di Kyoto non cambia nulla per l’Europa e per i Paesi in via di sviluppo che cooperano con l’Europa, perché le «direttive europee non scadono». (V.F.)