«La App ha presentato piani per cancellare altri 100.000 ettari di foreste naturali tra il 2009 e il 2010. Centomila ettari di oggi e un milione di ettari di ieri non possono essere nascosti facilmente. Queste aree sono visibili chiaramente nelle immagini satellitari, così come le foreste che c’erano prima della conversione in piantagioni»
Il colosso cartario Asia Pulp and Paper (App) ha annunciato la pubblicazione di un rapporto per controbattere alle critiche di parte ambientalista. «Una mera operazione di greenwashing», è il commento delle associazioni ambientaliste, secondo cui il documento non contiene fatti, ma maldestra propaganda.
Secondo la App, il documento «”Getting the Facts Down on Paper” confuta e respinge le accuse fittizie e fuorvianti fatte da alcune Ong. La certificazione da parte della Mazars offre a noi e al pubblico con prove concrete che la App segue rigorosamente un percorso di sostenibilità pianificata e praticata».
«Alcune Ong» si riferisce a una lettera firmata da 40 associazioni ambientaliste europee che chiedono alle imprese di non acquistare carta dalla App, in quanto attore dalla distruzione delle foreste pluviali dell’Indonesia.
Secondo il documento, dal 1996 ad oggi la App avrebbe sfruttato solo foreste degradate o aree di basso valore, ma non vengono fornite definizioni certe per questi termini. La App afferma inoltre che il carbonio netto emesso nella produzione delle propria carta è vicino allo zero dato che le piantagioni assorbono carbonio. Ma ha distrattamente dimenticato di includere le emissioni prodotte dagli ingenti volumi di legname utilizzato dalla App per la produzione di pasta di carta, e soprattutto, le emissioni causate dal massiccio drenaggio della torba nelle piantagioni dell’impresa e dei suoi fornitori. Con una vera acrobazia contabile ha poi aggiunto il minimo sequestro di carbonio nelle piantagioni (ben inferiore alle emissioni da queste provocate) per dimostrare come la App abbia un impatto vicino allo zero.
«Questo audit dimostra al pubblico, senza ombra di dubbio, l’assoluto impegno alla trasparenza e alla sostenibilità da parte della App», ha dichiarato Aida Greenbury, della App al Jakarta Post. Ma le associazioni ambientaliste fanno osservare come non ci sia molto da «certificare» nel documento della App, dato che non fornisce informazioni o numeri sulle sue pratiche forestali dell’azienda, come ad esempio sulla conversione in piantagioni di foreste e torbiere, sulle conseguenti minacce per gli habitat della tigre e dell’orangutan, e sui conflitti con le comunità forestali. Il documento della App si limita a negare i dati della Banca mondiale sulle emissioni indonesiani di carbonio e a presentare alcuni progetti di conservazione sponsorizzati dalla società, mentre distrugge massicciamente gli habitat forestali. Al pubblico non resta molto da vedere, se non una lettera di presentazione su una «Relazione di garanzia» redatta su documenti che non sono stati resi pubblici.
«Questo non è un audit è mero greenwashing – ha dichiarato Sergio Baffoni, di Terra! -. La App sta lanciando un’aggressiva campagna di mercato per espandersi in Europa, e tenta di presentare le proprie operazioni come sostenibili. Il fatto è che un ampliamento dei suoi mercati porterà inevitabilmente ad un’ulteriore conversione in piantagioni delle foreste tropicali e torbiere. Per questo motivo, le associazioni di Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Austria, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo, Malta, Finlandia, Svezia e Svizzera hanno richiesto all’editoria di evitare la App e adottare una politica responsabile per gli acquisti di carta».
«Il rapporto non vale la carta su cui è scritto. Si dilunga su ipotesi e congetture, ma mancano i fatti – ha aggiunto Bustar di Greenpeace -. La realtà è che App continua a distruggere le foreste pluviali di Sumatra, compreso l’habitat della tigre, e aree ricche di torba e quindi di carbonio».
Immagini satellitari documentano di ogni singolo ettaro che la App ha distrutto in questi anni, spiega Aditya, del Wwf: «La App non può nascondersi: la devastazione delle foreste naturali del paese è chiara e chiunque la può vedere. La App ha distrutto oltre un milione di ettari di foreste in Indonesia, dall’apertura della cartiera di Indah Kiat a Riau, Sumatra. Quindi la App ha presentato piani per cancellare altri 100.000 ettari di foreste naturali tra il 2009 e il 2010. Centomila ettari di oggi e un milione di ettari di ieri non possono essere nascosti facilmente. Queste aree sono visibili chiaramente nelle immagini satellitari, così come le foreste che c’erano prima della conversione in piantagioni».
Le richieste di nuove concessioni, e le immagini satellitari dimostrano che la App ha preso di mira aree ricche di biodiversità, tra cui habitat di specie minacciate come la tigre di Sumatra, l’elefante e l’orango, senza parlare dell’occupazione di terre delle comunità indigene. Dopo aver distrutto un milione di ettari di foreste, ora App vanta di aver risparmiato 15.025 ettari di habitat della tigre nel santuario di Senepis, a Riau. Ma anche in quella zona, la maggior parte della foresta «risparmiata» era già stata posta sotto protezione dal governo.
In realtà, anche lo stesso ente di certificazione, Mazars, ha preso le distanze dalla propria «relazione» per la App. La lettera di accompagnamento spiega che il «Consiglio di Amministrazione delle imprese [Sinar Mas / APP] sono responsabili sia per l’oggetto e criteri di valutazione. Di fatto, il documento non confuta nessuno dei rapporti pubblicati dalle associazioni ambientaliste in questi anni. E non c’è molto da «certificare» nel documento della App, dato che non fornisce informazioni o numeri sulle sue pratiche forestali dell’azienda, come ad esempio sulla conversione in piantagioni di foreste e torbiere, sulle conseguenti minacce per gli habitat della tigre e dell’orangutan, e sui conflitti con le comunità forestali. Il documento della App si limita a negare i dati della Banca mondiale sulle emissioni indonesiani di carbonio e a presentare alcuni progetti di conservazione sponsorizzati dalla società, mentre distrugge massicciamente gli habitat forestali.
Fonti e documenti:
– Lettera firmata da 40 associazioni ambientaliste europee (in inglese)
– Lettera di Wwf, Terra! e Greenpeace
– Le Tigri di Carta, rapporto di Terra! sulla App
– Getting the Facts Down on Paper, il documento della App (in inglese)
– Foto di Greenpeace sulle operazioni del gruppo APP / Sinar Mas
– Fotografie a cura di Eyes on the Forests sulla deforestazione firmata App
(Fonte Salva le Foreste)