Per i comuni cittadini scarne notizie su quello che sta avvenendo sotto i loro piedi. Perché non ci sono pericoli o perché non si sa nulla? Eppure uno studio storico del passato potrebbe far avanzare qualche dubbio
Certo vivere su una terra ballerina non deve essere piacevole ed oggi, con tanta ricerca e tecnologia a disposizione sembra quasi impossibile dover convivere con l’incertezza, il fato o il destino… I nostri scienziati puntano sui sensori ma non si sa poi se si avrà il tempo di mettere tutti in sicurezza. Sembra quasi che non esista la cultura della prevenzione che ha le radici nella storia geologica dell’Italia.
Insomma quello che è insopportabile è il senso di ostentata conoscenza e sicurezza che vengono sciorinati ad ogni intervista.
A seguito delle continue scosse nella zona dei Monti Reatini siamo andati a vedere il terremoto del 1703 messo a catalogo come terremoto di Norcia e L’Aquila. Questo terremoto in realtà consiste di tre scosse principali distanziate nello spazio e nel tempo.
In particolare il primo evento si è manifestato con una scossa il 14 gennaio a Norcia di intensità IXMCS, poi una il 16 gennaio di intensità VIII MCS a Montereale (dove ci sono oggi) e poi il 2 febbraio un’altra di intensità IX a L’Aquila. Non si hanno notizie di scosse come quelle che stanno verificandosi ora e come quelle che hanno preceduto il terremoto de L’Aquila perché il catalogo storico non è così accurato con le scosse piccole.
Però la situazione attuale è interessante perché forse siamo sulle stesse faglie. Ora i tempi attuali sono più lunghi di quelli dei tre eventi suddetti però… bene ha fatto il Presidente della Regione Abruzzo Chiodi che ha messo le tende così chi vuole andare a dormire fuori casa lo può fare.
Questa è un po’ la storia della catena di terremoti che si possono verificare a catena, cosa negata dai nostri esperti ma documentata scientificamente, oppure come la storia del rapporto fra terremoti e cambiamenti climatici, che per esempio ha illustrato qualche mese fa il famoso vulcanologo, Bill McGuire, in un articolo pubblicato dalla «Royal Society britannica».
Ma i nostri tecnici sono molto più bravi e soprattutto hanno molta sicurezza… Un dibattito su questo fronte, in Italia, è totalmente assente ed è molto penoso per un paese ad alta sismicità.