Denuncia sulla contaminazione del predotto che impedisce ad altri di vendere il bio. Critiche ai ritardi della perizia legale
Le associazioni regionali del Friuli Venezia Giulia di Aiab, Legambiente e Wwf, in merito ai campi contaminati da Ogm in Friuli, hanno diffuso un comunicato stampa in cui commentano le iniziative regionali per preservare i campi dalla contaminazione Ogm.
In particolare sostengono che «la perizia della dottoressa Serena Varotto, incaricata dal Procuratore di Pordenone, non solo è risultata particolarmente lenta, avendo richiesto un mese per fare quello che un normale laboratorio effettua in 48 ore, ma anche sorprendente nelle conclusioni: ad un perito si chiede di esprimersi sulla base dei fatti e non di fare l’opinionista».
«E i fatti – si puntualizza nel comunicato – sono precisamente questi: i campionamenti per valutare l’eventuale contaminazione sui campi circostanti gli appezzamenti di mais Ogm di Vivaro sono stati condotti solo sulle pannocchie di poche file di mais circostante; l 50% di tali campioni è risultato positivo con tracce di Ogm allo 0,4% e tali soglie di contaminazione impediscono di commercializzare il mais limitrofo nelle filiere “Ogm-Free” e, se ci fosse del mais da seme nei paraggi (anche da polenta), ne impedirebbe l’uso; La semina di Mon810 è illegale perché non rispetta la Legge sementiera del 2001, mentre le regole di coesistenza, così come il Trattato di Lisbona, non c’entrano nulla con la legalità dell’atto! Allo stesso tempo si tenga conto che: nella comunità scientifica internazionale è in corso una discussione molto animata sull’impatto degli Ogm sull’ambiente e sulla salute umana, cosa che ad oggi ci consente solo di concludere che “non se ne sa abbastanza e quel poco che si sa lascia spazio alla preoccupazione”; per valutare il grado di contaminazione ambientale del mais Ogm seminato si sarebbero dovute campionare anche altre aree nei pressi e soprattutto analizzare l’effetto su tutti gli organismi che vivono nel campo in questione e nei suoi dintorni; lo 0,4% su metà dei campioni analizzati è la contaminazione di un solo anno di semina e su 2 appezzamenti… Che succederà se tale semina sarà ripetuta anche nei prossimi anni?»
«Ci sembra – conclude la nota – colpevolmente semplicistica invece la conclusione di Serena Varotto (ricercatrice del settore Ogm, quindi non proprio indifferente alle decisioni in merito), secondo la quale non c’è contaminazione (e quello 0,4% in un solo anno che cos’è allora?), non c’è pericolo né per gli umani né per gli animali (ha mai letto delle pubblicazioni scientifiche al riguardo?) e soprattutto neglige la legge sementiera per pensare al Trattato di Lisbona. Intanto il mais resta lì, la Magistratura si prende un altro po’ di tempo e la politica non dà risposte sulla Proposta di Legge Regionale. Così il Ministero, la Magistratura e la Regione lasciano libertà d’azione a chi vuole subdolamente ed illegalmente creare la contaminazione di fondo che renderà vana ogni opposizione agli Ogm: tale “lasciar fare” è irresponsabilità o premeditazione».
(Fonte Aiab Fvg)