I terremoti si possono prevedere

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«I terremoti non si possono evitare né, ad oggi, è possibile prevederli con precisione. Le conoscenze scientifiche di cui disponiamo permettono di stimare il rischio sismico, di indicare cioè quali sono le aree a più elevata pericolosità sismica e quale è il livello di vulnerabilità dell’edificato. È possibile inoltre realizzare esperimenti di previsione a medio termine spazio-temporale che consentono di indicare le aree ed i periodi di tempo in cui risulta più probabile il verificarsi di un forte terremoto, fornendo vincoli utili per una valutazione più precisa del rischio sismico».

È quanto si legge nella Prolusione di Giuliano F. Panza, Ordinario di Sismologia al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Trieste, all’inaugurazione dell’Anno Accademico 2009-2010: «Verso una società preparata alle calamità ambientali: il terremoto».

È esattamente il punto per il quale «Villaggio Globale» ha aperto questo dibattito con una relazione di Alessandro Martelli, Responsabile della Sezione Prevenzione Rischi Naturali e Mitigazione Effetti dell’Enea.

Nessuno può oscurare i dati storici del terremoto, nessuno può dire, in modo scientificamente corretto, che i terremoti non si possono prevedere. Sono in ballo vite umane e il governo di un territorio non può fare a meno dell’aiuto di tutti.

«La previsione di un terremoto – si legge ancora nell’intervento del prof. Panza – di una data magnitudo può essere a lungo termine temporale (decenni), a medio termine (pochi anni o mesi) ed a breve termine (giorni od ore). L’estensione spaziale delle previsioni può variare da migliaia di chilometri fino alla localizzazione esatta della sorgente del terremoto (decine di chilometri). Similmente, le misure preventive possono andare dalla definizione di normative antisismiche, alla dichiarazione di allarmi a medio-termine ed alla messa in sicurezza delle strutture ad elevato rischio, fino all'”allarme rosso”. Diversi intervalli temporali, dalle decadi ai secondi, sono necessari per intraprendere le diverse azioni di prevenzione che hanno costi molto diversi e possono quindi essere realisticamente adottate entro aree e periodi di tempo differenti. L’elemento essenziale per la mitigazione dei danni consiste nel tempestivo e progressivo aumento o riduzione delle misure di sicurezza, in funzione dello stato di allerta in corso».

Sulla prevedibilità dei terremoti il dibattito è aperto a livello mondiale e la ricerca è in costante progresso.

Questo intervento che Giuliano Panza ci ha inviato apre molti spunti di discussione e di approfondimento.