Negli ultimi 45 anni i consumi annuali delle risorse naturali sono aumentati a tal punto da superare la rigenerazione naturale delle stesse. L’umanità sta utilizzando l’equivalente di 1,3 pianeti ogni anno. Ciò significa che oggi la Terra ha bisogno di un anno e quattro mesi per rigenerare quello che usiamo in un anno
Oggi, 8 settembre, l’umanità ha usato il 107% del budget di risorse naturali che la Terra era in grado di offrire per quest’anno, cioè l’umanità ha già consumato tutte le risorse naturali che poteva utilizzare e ora sta già consumando più di quello che poteva, andando così ad intaccare la sostenibilità dell’ecosistema terrestre.
Questo è il risultato del calcolo dell’impronta ecologica effettuata come ogni anno dal Global footprint network (Gfn), un ente di ricerca ambientale statunitense che dal 1987 calcola il «momento» dell’anno in cui l’umanità arriva ad utilizzare tutte le risorse che il pianeta è in grado di fornire: dalla capacità di assorbire la CO2 alla produzione di materie prime come il cibo e l’acqua. Quest’anno il momento è stato calcolato al 21 agosto, e da quel giorno e fino alla fine dell’anno l’umanità sta sfruttando le «scorte» di risorse per soddisfare la sua richiesta ecologica e sta producendo più CO2 di quella che può esser assorbita dal sistema terra.
Questo giorno di rottura degli equilibri, in cui la nostra impronta ecologica totale misurata in ettari globali (capacità media di un ettaro di terreno di produrre risorse) è uguale alla biocapacità (anche misurata in ettari globali) della natura di rigenerare risorse nello stesso anno è definito «Earth overshoot day».
Questo overshoot day della terra è calcolato tramite il rapporto tra la biocapacità totale e l’impronta ecologica totale in base al loro consumo annuo. Da questo calcolo si ottiene il numero di giorni in cui la domanda dell’umanità supera la capacità di rigenerazione della natura. E per fare questi calcoli vengono considerati 150 Paesi (5.400 punti di raccolta dati per ogni Paese per anno) considerando i consumi annui di risorse ecologiche in relazione alla loro disponibilità sul territorio e la capacità della natura di rigenerarsi nello stesso arco di tempo.
Biocapacità globale/impronta ecologica globale X 365 = Earth overshoot day
Nel 2009 l’Earth overshoot day è stato determinato al 25 settembre, circa un mese dopo rispetto al 21 agosto di quest’anno. Ma l’anticipo non è dovuto ad un repentino aumento della richiesta di risorse da parte dell’umanità ma piuttosto ai miglioramenti raggiunti nella metodologia di calcolo, che consentono di calcolare con più precisione l’overshoot. Ad esempio, da dati recenti i ricercatori del Gfn hanno evidenziato una minore biocapacità disponibile della Terra, soprattutto nella zona di pascolo, rispetto alle stime precedenti.
In confronto ad oggi nel 1961 (anno dell’inizio di questi studi), l’uomo viveva in pieno equilibrio con la natura, consumando il 50% circa delle risorse e producendo CO2 in quantità inferiori rispetto a quelle che il pianeta era in grado di rigenerare e assorbire ogni anno, ma negli ultimi 45 anni i consumi annuali sono aumentati a tal punto da superare la rigenerazione naturale delle risorse.
Oggi, l’81% della popolazione mondiale vive in Paesi definiti Paesi debitori, (tra cui: Malawi, Cambogia, Ecuador, Turkmenistan, Tajikistan, Burundi, Jamaica, Costa Rica, Armenia, Mauritius, Haiti, Slovacchia, Guatemala, Rwanda, Albania, Bosnia Herzegovina, Norvegia, Slovenia, Croatia, Zimbabwe, Burkina Faso, Oman, Repubblica Dominicana, Tunisia, Macedonia, Yemen, Ghana, Cuba, Irlanda, Libano, Azerbaijan, Serbia and Montenegro, Nepal, Uganda, Danimarca, Romania, Sri Lanka, Ucraina, Morocco, Austria, Singapore, Libia, Corea Dprp, Uzbekistan, Kuwait, Siria, Algeria, Etiopia, Filippine, Svizzera, Israele, Hong Kong, Iraq, Arabia Saudita, Portogallo, Vietnam, Belgio, Bangladesh, Grecia, Nigeria, Olanda, Pakistan, Polonia, Thailandia, Turchia, Iran, Egitto, Francia, Corea Rep, Messico, Germania, Spagna, Italia, UK, India, Giappne, Usa, Cina) che usano più risorse di quello che è rinnovabile e disponibile entro i propri confini.
Questi Paesi dipendono per i loro bisogni sulle eccedenze di risorse concentrate in Paesi creditori ecologici (quali: Brasile, Russia, Canada, Argentina, Congo, Australia, Bolivia, Indonesia, Colombia, Perù, Congo, Madagascar, Mozambico, Svezia, Paraguai, Angola, Finlandia, Gabon, Repubblica Centrafricana , Mongolia, Cameroon, Nova Zelanda, Zambia, Costa D’avorio, Cile, Uruguai, Guinea, Papua Nuova Guinea, Mauritania, Kazakhstan), che consumano meno biocapacità di quello che hanno.
Abbiamo bisogno di due pianeti
Il presidente del «Global footprint network», Mathis Wackernagel, avverte: «Quando si esauriscono in nove mesi le risorse di un anno si dovrebbe essere seriamente preoccupati. La situazione non è meno urgente sul fronte ecologico: cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e carenza di cibo e acqua sono tutti chiari segnali di come non potremo più continuare a consumare “a credito”».
Il direttore scientifico del Wwf Italia, Gianfranco Bologna, dichiara che «Il mondo sta attraversando un periodo di grave crisi economica, ma il deficit ecologico che abbiamo accumulato è molto più grave di qualunque crisi economica che abbiamo attraversato e che potremo attraversare in futuro. Non possiamo più chiedere “prestiti” alla natura per finanziare i nostri consumi. Gli sconvolgimenti climatici e naturali degli ultimi tempi lo confermano. L’uomo deve porre fine allo stile di vita consumistico che sta drammaticamente impoverendo il pianeta, con ricadute evidenti anche sul benessere umano. È ora che governi, imprese e consumatori colgano al più presto tutte le opportunità offerte dalla green economy e da uno stile di vita sostenibile, per impostare un futuro in cui le necessità umane rientrino nelle possibilità del pianeta di sostenerle»
Dagli ultimi studi effettuati dal Gfn risulta che l’umanità sta utilizzando l’equivalente di 1,3 pianeti ogni anno. Ciò significa che oggi la Terra ha bisogno di un anno e quattro mesi per rigenerare quello che usiamo in un anno. Le Nazioni Unite affermano che se il presente trend della popolazione e del consumo continuasse, entro il 2050 avremo bisogno dell’equivalente di 2 pianeti per il nostro sostentamento.
Questo elevato sovrasfruttamento delle risorse fa sì che il sistema terra non riesca più a rigenerarsi alla stessa velocità con cui viene sfruttato non riuscendo a riequilibrare i già delicati equilibri naturali.
Lo sfruttamento eccessivo delle risorse va a impoverire gli ecosistemi causando deforestazione, aumento di inquinanti e rifiuti con irrimediabile aumento in atmosfera della CO2 che è considerata allo stato attuale come uno dei contributi più forti al cambiamento climatico, causando la perdita di biodiversità e andando ad intaccare la vita umana stessa.
Infatti la diminuzione delle risorse porta ad un ulteriore impoverimento dei paesi già poveri scatenando guerre per la «conquista delle risorse disponibili» con conseguenti morti, malattie, e migrazioni.
L’unica soluzione a questo disordine degli equilibri naturali è la presa di coscienza di capi di governo, istituzioni, tutti i decisori della situazione delicata a cui siamo giunti.
La Terra è unica e ha bisogno di limiti allo sfruttamento. Bisogna quindi agire d’intelletto e investire in nuove idee per far sì che venga limitato lo sfruttamento delle risorse sia con scelte politiche giuste e atte a favorire uno sviluppo sostenibile in tutti i settori ma anche con nuove tecnologie atte a aiutare i meccanismi stessi della natura.