Viene concesso più tempo alle imprese per dotarsi dei dispositivi elettronici, inoltre, sino al 31 dicembre 2010 sarà possibile utilizzare contestualmente il sistema informatico e cartaceo
Il Sistri continua a far parlare di sé. Oggi come da decreto ministeriale del 9 luglio 2010, il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti, sarebbe dovuto partire nella sua completezza. Invece una nuova proroga, un doppio binario, sistema informatico e cartaceo, sino alla fine dell’anno senza più «segreti»; ricordiamo che il ministro Prestigiacomo ha chiesto alla Presidenza del Consiglio di rimuovere il segreto di stato sul Sistri, comprovando la scelta con motivazioni che specificano la sicurezza di aver creato un sistema tanto forte che, superata la sua fase iniziale di stesura, verifica l’impossibilità matematica dell’ingresso, nel sistema di controllo, di realtà criminali; «ora è arrivato il momento di rendere pienamente trasparente tutto il processo».
Verrà pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale il Dm destinato a prorogare di tre mesi l’avvio della operatività del nuovo sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti.
Ma quali sono le novità importanti del decreto in arrivo?
Bene, in primo luogo concede più tempo alle imprese per dotarsi dei dispositivi elettronici, infatti, sarà possibile completare, nel nuovo termine del prossimo 30 novembre, sia la distribuzione delle chiavette usb per l’invio dei dati ambientali, sia l’installazione delle black box sugli automezzi destinati al trasporto dei rifiuti.
Inoltre, sancisce anche la proroga sino al 31 dicembre del doppio regime che, invece, sarebbe dovuto durare un solo mese. Scaduto questo termine le imprese dovranno tutte utilizzare il nuovo dispositivo informatico per comunicare i dati delle movimentazioni dei rifiuti.
Il nuovo decreto risponde così alla necessità di consentire il completamento della fase di configurazione e di consegna dei dispositivi elettronici (chiavette usb, apparecchiature di monitoraggio per discariche e inceneritori e black box). E di problemi, nella fase di installazione e di configurazione dei dispositivi, ce ne sono tanti, e gli stessi spaziano dalla difficoltà oggettiva delle operazioni al riscontro di malfunzionamenti tecnologici diffusi.
Ma chi ha già ritirato i dispositivi informatici, comincia ad operare in conformità a quanto scritto nel decreto ministeriale del 9 luglio 2010? La tracciabilità dei rifiuti è possibile ed effettiva solo se tutti i protagonisti della transazione sui rifiuti, parliamo del produttore/detentore, trasportatore, destinatario, intermediario, sono in possesso dei dispositivi elettronici. Fino a quando questo non interverrà, è necessario che i nuovi sistemi informatici vengano supportati dalla stesura dei vecchi Fir, formulari di identificazione rifiuto, necessari per il trasporto, e dei registri di carico e scarico.
Un’altra nota risulta da evidenziare: durante i tre mesi di sperimentazione, ossia fino al 31 dicembre 2010, le sanzioni restano esclusivamente quelle relative alla violazione degli obblighi previsti dal d. lgs 152/2006 e s.m.i. Le sanzioni, vale a dire, per violazioni della normativa avente ad oggetto il Sistri, si applicheranno dal 1° gennaio 2011.
Un passo, da parte del Ministro, nei confronti delle aziende che gestendo rifiuti, vivono un momento di grande confusione tecnica e procedurale; possiamo tutti tirare un sospiro di sollievo e utilizzare questo tempo concesso per capire un po’ meglio come entrare in sintonia con la nuova gestione informatizzata della realtà ambientale. Intanto delle risposte le aspettiamo ancora, perché di trasparenza il Sistri deve essere testimone, sì di trasparenza, quella bella parola che spesso viene utilizzata con troppa facilità.
E allora aspettiamo dal Governo una risposta in merito alla vicenda dell’affidamento dei lavori alla Selex Service Management, azienda che sviluppa e offre applicazioni innovative attraverso l’integrazione di tecnologie informatiche, che vede come amministratore delegato Sabatino Stornelli, coinvolto nell’inchiesta sull’appaltopoli all’Aquila. Nomi sentiti e visi conosciuti, ma che nesso hanno con la legalità ambientale? A questa e ad altre domanda, attendiamo motivazioni convincenti.