Un nuovo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) mette in evidenza le principali minacce per questo ricco patrimonio e le iniziative per proteggerlo
I paesaggi europei riflettono non solo diversità del clima del continente e della geologia, ma anche secoli di interazione tra uomo e natura. Un nuovo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) mette in evidenza le principali minacce per questo ricco patrimonio e le iniziative per proteggerlo.
Il rapporto «Paesaggi culturali e patrimonio di biodiversità» suggerisce che il concetto di «paesaggi culturali» riveste un ruolo centrale nella gestione degli ecosistemi e dei servizi alla collettività che da essi derivano.
L’Unesco World Heritage Committee definisce i paesaggi culturali come aree geografiche «che rappresentano il lavoro congiunto della natura e dell’uomo». Il concetto è particolarmente rilevante in Europa, dove le attività dell’uomo hanno prodotto un grande impatto sull’ambiente a partire dal Neolitico (circa 3.000-1.100 aC). La caccia, la coltivazione (di cereali, frutta e altre colture) e gli insediamenti hanno alterato gli ecosistemi naturali e la forma del paesaggio in Europa. Fino al 18° secolo, i paesaggi europei hanno conservato i resti di molte strutture del passato remoto. Da allora, tuttavia, enormi cambiamenti sociali e tecnologici hanno modificato sostanzialmente l’utilizzo del territorio. Le infrastrutture di trasporto e l’urbanizzazione hanno frammentati gli habitat, mentre l’agricoltura intensiva ha creato un paesaggio molto più omogeneo, minacciando la diversità di habitat, di specie e la conservazione del patrimonio genetico.
Un elemento importante nel concetto di paesaggio culturale è il riconoscimento che le attività umane sono fattori chiave dei cambiamenti negli ecosistemi, con potenziali gravi ripercussioni sul benessere umano. Ma il concetto riflette anche l’idea che le culture umane si sono plasmate in sintonia con il loro ambiente naturale e quindi grande valore è da attribuirsi agli ecosistemi locali.
Naturalmente, oltre ai valori culturali, gli ecosistemi forniscono anche molti beni e servizi che sono economicamente vantaggiosi. Per esempio, diversi prodotti tipici e modi di vita tradizionali possono attrarre i turisti desiderosi di sperimentare sapori sempre nuovi e conoscere le tradizioni. Questo a sua volta fornisce occupazione aggiuntiva nelle aree rurali ed il mantenimento della popolazione locale.
Riconoscendo il valore culturale ed economico del mondo naturale, diventa chiaro che dobbiamo, per i nostri figli e per le generazioni successive, preservare questo «patrimonio di biodiversità».
Le iniziative per proteggere la biodiversità del patrimonio europeo a vari livelli fanno riferimento alla Convenzione europea del Paesaggio e ai sistemi di certificazione e di etichettatura che promuovono i prodotti locali e le attività tradizionali.
Integrare gli strumenti e le iniziative locali con la pianificazione regionale, coinvolgendo le comunità locali, sarà fondamentale per garantire la biodiversità del patrimonio culturale europeo e mantenere paesaggi multifunzionali.
(Fonte Arpat)