No al benzo(a)pirene, arriva la petizione nazionale

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Dopo il Decreto Legislativo 155/2010 che tenta di ritardare gli interventi sugli impianti, anche, dell’illustre stabilimento siderurgico più grande d’Europa, l’Ilva, Legambiente ribatte: «Il Governo faccia marcia indietro sul benzo(a)pirene»

Si ritorna a parlare dell’Ilva, lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa con sede a Taranto. Se ne saranno, sicuramente, accorti in pochi, ma qualche mese fa è spuntato un decreto che liberalizza, almeno per i prossimi tre anni, le emissioni di una nota sostanza cancerogena. Il provvedimento, partorito dal governo il 13 agosto, mentre tutti erano in ferie, sposta, in pratica, al 2013 il divieto di superamento di un nanogrammo a metro cubo per il benzo(a)pirene. E qualcuno definisce questa trovata come l’ennesimo tentativo di salvare l’Ilva a spese, sempre maggiori, dell’ambiente e della gente che abita nei pressi della megastruttura.

Il Decreto Legislativo 155/2010, nettamente peggiorativo della precedente normativa in materia di emissioni atmosferiche, tenta di ritardare gli interventi sugli impianti e di dar valore all’insopportabile vittimismo tipico dell’Ilva degli ultimi anni, anni che hanno riscontrato un crescente interesse al problema dell’inquinamento atmosferico degli impianti, troppo spesso, obsoleti e una presa di coscienza, da parte anche dei più scettici, di una comprovata correlatività tra morti sempre più frequenti e peggioramento delle condizioni ambientali dei siti. Una modifica questa molto dannosa che prolunga l’esposizione di milioni di cittadini a un pericoloso cancerogeno, il cui inquinamento, secondo i dati pubblicati da diverse agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, non riguarda solo città industriali come Taranto ma anche altri capoluoghi come Trieste, Venezia, Padova oltre che aree metropolitane come quelle di Milano e Torino, dove è rilevante anche il contributo del traffico. A ragione di questo Legambiente lancia una petizione nazionale da far firmare ai cittadini per chiedere al Governo di modificare la legge sul benzo(a)pirene in favore di un maggior controllo e una maggiore protezione per la qualità dell’aria che respiriamo nelle nostre città dislocate su tutta la penisola italiana.

E il responsabile scientifico di Legambiente, Stefano Ciafani, dichiara: «Per tutelare la salute dei cittadini italiani è necessaria una normativa rigorosa e stringente e l’adozione di interventi di risanamento per ridurre le emissioni atmosferiche di benzo(a)pirene. Il Governo italiano riveda dunque con urgenza il testo del decreto legislativo e si attivi perché sia raggiunto in tutte le grandi città, e non solo in quelle, l’obiettivo di qualità di 1 nanogrammo per metro cubo».

Per un’aria più pura e libera dal benzo(a)pirene, un inquinante killer per l’uomo, perché l’aria sana è un diritto di tutti, l’associazione lancia una petizione per far sentire con forza al Governo la voce delle città coinvolte.

Tutte le indicazioni sono disponibili sul sito di Legambiente.