Wwf: «Una data ”storica” per la difesa dell’ambiente nel nostro Paese». Lipu: «Ora occorre garantire i fondi e rimediare al gravissimo taglio effettuato quest’anno a danno dei parchi nazionali»
Reti ecologiche, corridoi naturalistici, processi partecipati, aziende per il turismo sostenibile, buona gestione delle aree protette e agricoltura multifunzionale sono stati al centro dei lavori a Firenze del convegno nazionale «Il contributo della Conservazione Ecoregionale alla Strategia Nazionale per la Biodiversità» organizzato dalla Regione Toscana e Wwf Italia, con il contributo del ministero dell’Ambiente e il patrocinio della Conferenza delle Regioni e Province Autonome.
È stata l’occasione per presentare e mettere a confronto le diverse esperienze di Regioni, Università e Parchi nell’applicazione della Conservazione Ecoregionale importata in Italia dal Wwf. I metodi e gli strumenti già applicati sul campo potranno essere utili nell’immediato futuro per l’attuazione della Strategia nazionale per la Biodiversità che la Conferenza Stato-Regioni ha appena adottato nella seduta di ieri, a pochi giorni dal vertice Onu di Nagoya, Giappone, previsto dal 18 al 29 ottobre per la decima Conferenza delle Parti della Convenzione internazionale sulla Diversità Biologica.
Il convegno di Firenze rientra nelle manifestazioni volute dall’assessorato Ambiente della Regione Toscana per celebrare il 2010, Anno internazionale della Biodiversità, e nell’ambito della collaborazione tra Wwf Italia e ministero dell’Ambiente per l’attuazione della Conservazione Ecoregionale in Italia.
Il presidente nazionale del Wwf, Stefano Leoni, aprendo i lavori del convegno ha commentato la notizia dell’adozione della Strategia nazionale per la Biodiversità: «È un importante documento, ottenuto anche grazie all’impegno profuso quest’anno dagli uffici ministeriali, che aspettiamo dal 1994, anno di recepimento della Convenzione internazionale sulla Biodiversità da parte del Parlamento italiano, che potrà nei prossimi anni rendere più efficace l’azione del ministero dell’Ambiente, delle Regioni e di tutti i soggetti impegnati nella conservazione della natura in Italia. Per rendere operativa e concreta la Strategia nazionale servono però adeguate risorse finanziarie che lo Stato e le Regioni devono prevedere già dai loro prossimi bilanci e nell’ambito della programmazione dei fondi dell’Unione europea per il 2014 – 2020».
L’innovativa metodologia per la conservazione della biodiversità la «Conservazione Ecoregionale» introdotta dal Wwf Internazionale, tenta di dare risposte concrete alle esigenze di conservazione della biodiversità su un territorio di area vasta, contemplando anche la soddisfazione delle esigenze delle popolazioni locali interessate.
In Italia il Wwf ha avviato dal 2004 un significativo numero di progetti ed azioni per la promozione della Conservazione Ecoregionale nelle due Ecoregioni che interessano il territorio del nostro Paese, l’Ecoregione Alpi e l’Ecoregione Mediterraneo centrale. In poco meno di sei anni oltre 50 soggetti, tra Università, Regioni, Enti gestori di aree naturali protette, Associazioni di categoria ed altre Associazioni ambientaliste, sono stati coinvolti dal Wwf in progetti ed azioni nell’ambito della Conservazione Ecoregionale. I più significativi sono stati presentati al convegno che ha fatto il punto sui numerosi progetti che dal territorio contribuiscono alla tutela della ricchissima biodiversità italiana.
Con uno specifico protocollo d’intesa il ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare ed il Wwf Italia hanno definito una collaborazione per l’attuazione della Conservazione Ecoregionale in Italia, con la produzione di documenti tecnici ed analisi propedeutiche alla definizione della Strategia Nazionale per la Biodiversità.
Allo stesso tempo con la Regione Toscana e la Direzione Protezione della Natura del ministero dell’Ambiente si sono stipulati accordi per la redazione del primo Piano di Azione regionale per la conservazione della biodiversità attraverso la metodologia della Conservazione Ecoregionale.
Con le Regioni Lombardia e Veneto la collaborazione è stata finalizzata all’individuazione e monitoraggio delle aree prioritarie per la conservazione della biodiversità a scala regionale, in Lombardia dove il processo è più avanzato negli scorsi mesi si è giunti a definire la Rete ecologica regionale (Rer) inserita in un provvedimento legislativo regionale. Alcuni Parchi Nazionali e Regioni hanno inoltre condiviso con il Wwf l’idea di promuovere e sviluppare dei «biocorridoi» per reti ecologiche di area vasta in alcune aree prioritarie come il «biocorridoio Alpi – Appennino» tra Toscana, Emilia Romagna, Liguria e Piemonte ed il «biocorridoio tra le Aree Naturali Protette del Sud Italia» che interessa i territori dei Parchi Nazionali del Pollino, dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e del Cilento Vallo di Diano. Con il Coordinamento Agende 21 Locali e l’Ispra si sono infine avviate collaborazioni nell’ambito della Conservazione Ecoregionale sul tema della partecipazione degli attori sociali ed economici nella gestione del paesaggio e per un’agricoltura multifunzionale amica della biodiversità.
A proposito dell’approvazione della Strategia, la Lipu ha sottolineato come tale approvazione «potrebbe rappresentare un primo passo in avanti, ma occorre garantire i fondi e rimediare al gravissimo taglio effettuato quest’anno a danno dei parchi nazionali».
Lo afferma il vicepresidente Lipu-BirdLife Fulvio Mamone Capria. «L’approvazione della strategia è un fatto positivo ma manca l’investimento economico che la renda attuabile – prosegue -. Il 2010 è stato un anno terribile per la biodiversità in Italia, con il Governo che ha operato pesantissimi tagli alle risorse riservate ai parchi nazionali. Chiediamo che queste contraddizioni stridenti vengano risolte al più presto con impegni precisi».