Gli insetti costituiscono una valida alternativa al cibo usuale, una potenziale salvezza dagli stenti della fame che affligge buona parte della popolazione dell’intero globo terrestre e una risorsa preziosa per l’alimentazione umana, più salutare, perché priva di grassi, e proteica delle carni tradizionali
Entomofagia: il termine è usato per descrivere il consumo umano di carne di insetto molto comune in alcune parti del mondo come l’America centrale e meridionale, l’Africa, l’Asia, l’Australia e la Nuova Zelanda.
L’utilizzo di insetti nella dieta umana è stato particolarmente importante in epoca preistorica prima che gli uomini scoprissero la caccia e l’agricoltura come testimoniano, ad esempio, alcuni coproliti rinvenuti in Messico e Stati Uniti e contenenti tracce di formiche, larve di coleottero, pidocchi, zecche e acari.
Nell’ambito dell’entomofagia si possono distinguere due categorie: gli insetti utilizzati come fonte primaria di sostanze nutritive e quelli utilizzati solo come condimento.
Alcuni sono poi mangiati come larve, mentre altri da adulti.
Più di 1.200 specie di insetti vengono utilizzate come alimenti da parte di milioni di persone in tutto il mondo.
Gli aracnidi comunemente utilizzati includono cavallette, grilli, termiti, formiche, larve di coleotteri, falene, bruchi, pupe, ragni, tarantole e scorpioni.
La vera novità è che ormai questa «usanza» così stramba agli occhi di noi occidentali è stata nobilitata dalla Fao in «persona».
E sì, la conclusione di un recente studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Ohio è emblematica: gli insetti costituiscono una valida alternativa al cibo usuale, una potenziale salvezza dagli stenti della fame che affligge buona parte della popolazione dell’intero globo terrestre e una risorsa preziosa per l’alimentazione umana, più salutare, perché priva di grassi, e proteica delle carni tradizionali.
Ormai da anni la Fao si interessa attivamente agli insetti come fonte nutritiva e nei mesi scorsi ha organizzato una speciale conferenza per illustrarne i benefici.
Facciamo un esempio giusto per capirci: la regina delle termiti, sempre gonfia di uova, è considerata uno degli alimenti più proteici e nutrienti al mondo. Per non parlare poi delle formiche zuccherine che accumulano glucosio nell’addome come riserva per il formicaio. Una vera prelibatezza.
Ma mettiamo da parte scontate battute ironiche. Esiste un dato oggettivo innegabile: gli insetti sono sicuramente più sani e meno pericolosi e dannosi per la nostra salute non essendo trattati chimicamente.
Benefici potenziali ce ne sono anche per il pianeta: un massiccio consumo di insetti ridurrebbe infatti drasticamente l’utilizzo di pesticidi e non peserebbe sull’ambiente come invece fa la tradizionale industria della carne.
Tra l’altro l’allevamento degli insetti richiede la conservazione delle foreste e non la loro distruzione, contrariamente a quanto ci insegnano in materia i nostri cari amici bovini, ovini e suini.
Insomma, è quindi solo un pregiudizio culturale come tanti il nostro rifiuto verso gli insetti, o davvero c’è dell’altro?