Hermann Sheer non c’è più

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L’instancabile promotore delle politiche innovative sulle rinnovabili si è spento a Berlino per un attacco cardiaco a soli 66 anni. Era impegnato in una fortissima campagna politica per l’introduzione di programmi e di leggi per far affermare «l’era del solare» in tutto il mondo

Un vero pioniere delle energie rinnovabili, uno dei padri della legge tedesca sulle energie alternative. Ecco chi era Hermann Sheer, morto ieri prematuramente per un attacco cardiaco a Berlino.

Sheer sociologo ed economista, era il promotore delle politiche innovative sulle rinnovabili, per una svolta decisa e immediata, impegnato in una fortissima campagna politica per l’introduzione di programmi e di leggi per far affermare «l’era del solare» in tutto il mondo.

Era presidente di Eurosolar, Associazione europea per le energie alternative, direttore generale del Wcre, Consiglio mondiale per le energie rinnovabili, creatore ed ispiratore dell’Irena, Agenzia internazionale per le energie rinnovabili. A lui si deve l’invenzione del «Conto energia», che si è rivelato efficace per lo sviluppo e la diffusione delle fonti rinnovabili non solo in Germania ma in tutto il mondo, Italia compresa.

Ha ottenuto riconoscimenti importanti, quali: il Nobel Alternativo nel 1999, il World solar prize nel 1988 e il World prize for Bioenergy nel 2000. E stato definito dal Time Magazine come «Hero for the green century».

Molte le sue pubblicazioni di cui alcune tradotte in italiano, come «Solar Manifesto», «Il Solare e l’Economia Globale», che sono tra i testi più letti al mondo sulle energie rinnovabili; poi «l’Autonomia Energetic»a e l’ultimo libro «Der Energetische Imperativ» appena uscito.

Per Sheer «le energie rinnovabili sono già una reale alternativa al sistema attuale legato ai combustibili fossili e al nucleare, e che non ci sono gap tecnologici da colmare. Bisogna soltanto superare l’opposizione delle lobby energetiche che non vogliono rinunciare a questo potere». Per questo Sheer ha sempre evidenziato la mancanza di politiche ambiziose, limitate solo in poche nazioni.

Alla base delle idee di Sheer c’è il concetto chiave dell’autonomia energetica, «l’unico giusto risultato per evidenziare al meglio i vantaggi offerti dalle risorse rinnovabili, avendo una molteplicità di attori al posto di un sistema gestito da pochi potentissimi soggetti. Un sistema basato sulla produzione locale e a piccola scala al posto delle faraoniche infrastrutture che oggi si vuole far apparire insostituibili».

Nel libro sull’«Autonomia energetica» Sheer esprime tutte le potenzialità delle energie alternative ma evidenzia anche le cosiddette «bugie energetiche» in realtà false premesse tecnico scientifiche legate alle energie rinnovabili.

Lui asserisce che ci sono delle «bugie» su cui le politiche avverse si basano per non programmare un cambiamento energetico a favore delle rinnovabili, e chiunque utilizzi anche solo alcune di queste sette premesse dubbie non farà mai partire un programma decisivo sulle energie alternative. Alcune di esse sono:

– La quantità di energia rinnovabile prodotta non è sufficiente e quindi che si dovrebbe comunque ricorrere all’energia fossile per sopperire alle carenze generate da tali tipi di energia.

– I tempi lunghi per la costruzione degli impianti e quindi il dilungarsi del tempo per l’utilizzo degli stessi.

– La necessità di costruire grandi centrali per soddisfare il fabbisogno di tutti. Questo in realtà non è importante per gli impianti energetici alternativi, in quanto il sistema energetico alternativo verrebbe attuato in modo delocalizzato senza la necessità di una centralizzazione energetica.

– Il costo elevato degli impianti rispetto all’aumento dell’efficienza degli impianti convenzionali con un impatto ambientale minore rispetto ai nuovi impianti. Questa premessa viene utilizzata per scoraggiare chi vorrebbe investire nelle rinnovabili. L’onere economico iniziale per introdurre le rinnovabili distoglie dai veri guadagni sociali ed economici che ne verrebbero nel futuro.

– La salvaguardia delle risorse macroeconomiche che prevede che tutte le decisioni in materia di energia devono evitare la distruzione dei capitali dell’industria energetica. Questo fa si che l’industria energetica sia centralizzata, impossibile per le rinnovabili visto la varietà delle fonti.

– La priorità nell’utilizzo da parte delle energie rinnovabili delle strutture energetiche preesistenti.

Sheer era un assertore del possibile riorientamento energetico completo nel 2050, con l’utilizzo esclusivo delle rinnovabili. «E se questo futuro è possibile perché non parlarne e non farlo?». Lui era anche convinto che nella scelta delle energie rinnovabili bisognasse avere una visione d’insieme, cioè avere come punto fermo la protezione della Terra, e quindi sulla questione degli impianti eolici era deciso nell’affermare che «la situazione della Terra è così gravemente danneggiata da inquinamenti, inondazioni, scioglimenti di ghiacciai, siccità, ecc. che la salvaguardia dell’ecosistema terra è più importante della singola zona protetta».

Era contrario all’«Emission trading» in quanto ridurrebbe la protezione ambientale soltanto ad uno scambio di certificati, allontanando i Paesi dai veri problemi ambientali.

Ed era sempre vigile sulla questione del nucleare in quanto paesi quali: Francia, Giappone, Cina, Italia, Stati Uniti, Russia sono tutti Paesi favorevoli ad un ritorno delle centrali nucleari che presentano la questione energetica come vantaggiosa sia da un punto di vista energetico che ambientale per lo scarso inquinamento che esse produrrebbero.

La speranza è che le idee di Sheer sulle energie rinnovabili possano diventare realtà concreta e che finalmente si possa ottenere un futuro energeticamente sostenibile eliminando le lobby che a oggi cercano di imporre i loro interessi a quelli della collettività.