Gli Amici della Terra sottolineano: «Troppi soldi alla speculazione, pochi spiccioli all’efficienza: occorre una regia sugli incentivi e una politica energetica coerente per lo sviluppo del Paese»
Si è tenuta oggi a Roma la Seconda Conferenza nazionale sull’Efficienza Energetica «Integrare l’efficienza con le rinnovabili», organizzata dall’associazione Amici della Terra, col patrocinio di Enea e Fire. Obiettivi della Conferenza sono: fare conoscere al pubblico le tecnologie e le buone pratiche di efficienza energetica; chiedere al governo la giusta attenzione alle proposte delle imprese italiane e alle opportunità offerte per il sistema Paese.
I casi studio emblematici, illustrati nella sessione della mattinata, hanno riguardato: le pompe di calore; il teleriscaldamento; gli impianti a ciclo Rankine organico per generazione elettrica da recupero di calore di processo; la piccola cogenerazione a biomasse solide; la tri-generazione per un’efficienza energetica 365 giorni all’anno; la metodologia d’approccio di una Esco che opera nell’industria e lo strumento dei certificati bianchi per l’incentivazione dei progetti di risparmio energetico. Sono intervenuti, inoltre, rappresentanti delle grandi imprese impegnate sull’efficienza energetica, che hanno illustrato le motivazioni e le caratteristiche delle loro iniziative.
Nel pomeriggio, dedicato alle proposte delle associazioni e agli interventi politico-istituzionali, sono intervenuti Assolterm, CoAer, Finco, Anfia, Confindustria, Gse, Enea, ministero Ambiente, Autorità Energia Elettrica e Gas, rappresentati del governo e dell’opposizione.
Rosa Filippini, Presidente degli Amici della Terra ha affermato: «La seconda Conferenza sull’efficienza energetica testimonia l’enorme patrimonio di cultura e tecnologie offerte dal nostro tessuto produttivo, ancora poco valorizzato da concrete politiche di sostegno. La stessa Confindustria ha stimato circa 400.000 imprese e 3 milioni e mezzo di addetti che lavorano già oggi sui prodotti e processi ad alta efficienza energetica. Il potenziale di risparmio energetico delle misure realizzabili entro il 2020 è di oltre 23 Mtep in termini di energia finale, di cui 10,8 Mtep per la realizzazione degli interventi del piano sull’efficienza energetica del 2007 e 12,6 Mtep per ulteriori interventi da predisporre con il nuovo Piano, così come previsto dal Pan rinnovabili. I benefici che potrebbero derivare al sistema Italia dall’effettiva attuazione di questo potenziale sono enormi. Considerando solo il pacchetto di misure proposte da Confindustria, avremmo un risparmio complessivo di combustibili fossili di 86 Mtep nel periodo 2010-2020, con benefici in bolletta per oltre 25 miliardi di euro ed un incremento del valore aggiunto per 116 miliardi di euro, che equivale ad un incremento annuo del Pil dello 0,7% al 2020. Soprattutto, l’efficienza energetica offre una prospettiva a lungo termine per l’occupazione e garanzie per l’ambiente che altri settori d’intervento della green economy non hanno. Mentre gli attuali incentivi per le rinnovabili elettriche, troppo elevati, aprono spazi di speculazione e vanno sostanzialmente a finanziare la diffusione di tecnologie estere, come i pannelli fotovoltaici cinesi, la maggior parte delle tecnologie per l’efficienza sono già oggi offerte dall’industria nazionale, che potrebbe quindi avvantaggiarsi da un rilancio delle misure di sostegno, rafforzando il suo posizionamento competitivo, in Italia e all’estero».
«La convenienza dell’efficienza energetica non si esaurisce nei benefici economici per consumatori e tessuto produttivo – ha affermato Andrea Molocchi, Responsabile studi dell’associazione -. Le nostre stime di costo ambientale evitato, associate ai flussi di risparmio energetico generati dagli interventi, evidenziano un ulteriore beneficio, di tipo ambientale, che ricade a favore sia dei cittadini che dello Stato:
– in relazione al pacchetto di proposte Confindustria per l’efficienza energetica abbiamo stimato 19,7 miliardi di risparmio nei costi ambientali nel periodo 2010-2020, di cui 8,9 miliardi a beneficio del bilancio pubblico (minori spese del sistema sanitario e risparmio nei costi per permessi di CO2);
– per le detrazioni fiscali del 55% abbiamo stimato un beneficio ambientale di 800 milioni di euro per gli interventi del solo 2008 e di circa 2,5 miliardi di euro per il complesso degli interventi nel periodo 2007-2010: una cifra che potrà moltiplicarsi a patto che il meccanismo delle detrazioni sia prolungato in chiave “strutturale”, anche al fine di rispettare gli impegni al 2020 presi dall’Italia in sede Europea;
– in relazione agli effetti ambientali del meccanismo dei certificati bianchi, che incentiva i grandi progetti di risparmio energetico, abbiamo stimato 52 Milioni di tonnellate di CO2 risparmiate nel periodo 2008-2012, con un beneficio economico da quote di CO2 risparmiate compreso fra 780 e 1300 milioni di euro: anche questa cifra è destinata a moltiplicarsi, a patto che gli obblighi di risparmio energetico su cui si basa il meccanismo siano tempestivamente raccordati agli obiettivi europei per il 2020.
«Per reperire le risorse necessarie per sostenere le misure di efficienza energetica occorre una riforma dei meccanismi di incentivazione in chiave integrata fra efficienza energetica e rinnovabili. Per ottimizzare il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020, occorre una regia capace di razionalizzare gli incentivi per le rinnovabili elettriche e potenziare gli interventi di efficienza energetica, ivi inclusi quelli per le rinnovabili termiche, assai meno onerosi e ricchi di opportunità sotto ogni profilo, anche ambientale».
Secondo Alessandro Ortis, Presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, affinché il binomio fonti-rinnovabili-efficienza possa essere sviluppato efficientemente a vantaggio dei consumatori e del sistema, «è indispensabile chiarire e razionalizzare le interazioni tra le diverse forme di incentivazione: certificati bianchi, detrazioni fiscali, conto energia, certificati verdi alle rinnovabili o alla cogenerazione e teleriscaldamento».
In particolare, «occorre ottimizzare i meccanismi di incentivazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, eliminando distorsioni, sovrapposizioni e opacità anche attraverso una razionalizzazione del quadro normativo e regolatorio che preveda – ha affermato Ortis – una revisione delle durate, dei livelli e delle interazioni fra i diversi meccanismi di incentivazione». Su questo fronte, una delle proposte dell’Autorità è di applicare all’incentivazione delle fonti rinnovabili preferibilmente meccanismi di mercato simili a quello già positivamente sperimentato con i «certificati bianchi». «Ciò consentirebbe di muovere verso una miglior integrazione fra promozione di fonti rinnovabili ed efficienza, assicurando oltre ad un uso ottimale e razionale degli incentivi, anche una maggiore stabilità degli stessi ed una maggiore continuità degli investimenti». Infatti, il meccanismo dei certificati bianchi (o titoli di efficienza energetica) ha prodotto risultati molto positivi e superiori alle attese a costi estremamente contenuti: negli ultimi cinque anni, sono stati risparmiati circa 6,7 milioni di Tep (tonnellate equivalenti petrolio), pari alle emissioni di circa 18 milioni di tonnellate di anidride carbonica (CO2). Questi valori, superiori agli obiettivi nazionali per il quinquennio 2005-2009, equivalgono alla produzione annua di una nuova centrale elettrica da oltre 750 MW od ai consumi annui di una città di quasi 1,8 milioni di abitanti.
Per Federico Testa, Responsabile energia del Partito democratico,«è urgente la definizione di un quadro organico delle incentivazioni alla produzione di energia, così da valorizzare il perseguimento dell’efficienza energetica (che richiede investimenti bassi e periodi di ritorno brevi) nonché quelle fonti che consentono di massimizzare la ricaduta sulle filiere di produzione industriale del nostro Paese».
Stefano Saglia, Sottosegretario del ministero per lo Sviluppo economico, ha sostenuto: «Nel recente Piano di Azione per l’efficienza energetica presentato dalla Commissione europea, l’indicazione generale che abbiamo provveduto a fornire è quella di aumentare l’efficienza con cui consumiamo l’energia del 20% entro il 2020. Si tratta di un’indicazione basata sulla valutazione che esistono enormi sprechi nell’utilizzo attuale dell’energia e che dunque una riduzione del 20% sia economicamente fattibile. Questo obiettivo di miglioramento è peraltro citato nel Programma del Governo che ci stiamo impegnando a portare avanti. In Italia esiste un potenziale di efficienza ampiamente ottenibile entro il 2020 e superiore allo stesso dato che, se realizzato, produrrebbe benefici economici netti a vantaggio dei consumatori. (…) Dunque investimenti in tecnologia accanto a scelte industriali, tutte sostenute attraverso atti e scelte politiche importanti (…) Un quadro coerente di politiche e misure orientato ad abbattere le barriere per la diffusione delle tecnologie più efficienti già disponibili sul mercato, avrebbe una grande rilevanza proprio in un Paese, come l’Italia, che ha grande bisogno di diffondere innovazione nelle tecnologie utilizzate e nella gestione dell’energia e dare una spinta a ricerca e sviluppo per l’industria, anche di piccole dimensioni. (…) Sono, infine, convinto che, nonostante il lungo percorso sin qui intrapreso, possiamo, in questo settore, ancora migliorare per essere un motore ed esempio a livello europeo rispetto agli altri paesi, coniugando, come ho sottolineato, cultura del risparmio energetico e sviluppo tecnologico».
Gli interventi al convegno e le sintesi delle relazioni sono pubblicati e scaricabili dal sito.
(Fonte Amici della Terra)