Marco Santochi, Felici Editore
È un cellulare il protagonista del romanzo «Rinascere per caso» del professor Marco Santochi che recentemente ha ricevuto il prestigioso incarico di vicepresidente dell’Accademia internazionale di Ingegneria della Produzione. «Un segno tangibile con il quale il Cirp ha riconosciuto l’alto livello delle ricerche che si conducono a Pisa».Santochi si occupa soprattutto di micromanipolazioni e micromontaggio.
Nelle 188 pagine di «Rinascere per caso» viene alla luce tutta la sua esperienza didattica universitaria e scientifica. Nella narrazione l’autore riesce a porre l’accento sulle problematiche legate allo smaltimento dell’«immondizia tecnologica», sull’importanza della raccolta differenziata e dello stoccaggio di rifiuti speciali.
Spunti di riflessione utili in quest’epoca in cui una presa di coscienza delle tematiche ecologiche è indispensabile per un uso consapevole del pianeta Terra.
Tutto questo all’interno di una vicenda che ha toni surreali. Il mistero infatti è legato a degli sms che Sara, una giovane vedova, riceve da Giorgio, il marito amato e perso prematuramente.
Chi manda quei messaggi? Uno scherzo crudele? Il cellulare del marito era stato smarrito, rubato?
Sconvolta e allarmata comincia ad indagare e scopre con ansia crescente che anche la mamma di Giorgio, il portiere dello stabile in cui vivevano, il suo ginecologo ricevono sms dal numero di cellulare del marito. A volte uno squillo e un fruscio come unica risposta. Come è possibile, chi si diverte?
Così Sara comincia la sua avventura che diventerà un «viaggio iniziatico» e sarà per lei anche l’inizio di una nuova vita, una rinascita.
Ma Sara non è la sola figura femminile ad accompagnarci in questo giallo ecologico.
C’è anche la giovane ricercatrice Lina che incontriamo durante la presentazione di un cellulare completamente riciclabile senza «chip di silicio, parti in rame e saldature» che si trasforma in una pallina gialla di plastica. Conosceremo la sua passione per le tecnologie eco-compatibili durante un’intervista che si snoderà lungo il romanzo.
Sara e Lina sono due donne volitive, entrambe con un carattere spigoloso. Molto prese dalla loro carriera, ambiziosamente perseguono i loro scopi e, a volte, nel rapporto con gli uomini usano più la testa che il cuore.
Seguendo Sara nel suo viaggio alla ricerca del telefonino del marito andremo sulle vie che compiono i rifiuti elettronici, quelli appartenenti alla «categoria Raee cioè rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche»: le isole ecologiche,le ditte di smontaggio e i percorsi non sempre legali dei materiali pericolosi per salute ed ambiente. L’Occidente «turboconsumista» rifiuta i rifiuti e avalla la logica Nimby (Not in my back yard, non nel mio cortile) e così gli scarti tossici volano verso l’Oriente.
«I cellulari che eliminiamo al ritmo di uno ogni dieci minuti finiscono nella stragrande maggioranza in villaggi cinesi dove tutti, bambini compresi, smontano rifiuti elettronici, in condizioni di assoluta mancanza di qualsiasi protezione ambientale… smaltire significa svitare, strappare, bruciare… non esistono procedure di protezione o controlli su cadmio, piombo, mercurio… alcune di queste sostanze tossiche, liberate nell’aria e nell’acqua, entrano nella catena alimentare e si accumulano nel sangue delle persone che lavorano vivono e si riproducono nei villaggi della rottamazione» (dalla prefazione di Andrea Di Stefano).
Il professor Santochi attraverso il suo libro ci dà da pensare. Troppo spesso dimentichiamo i costi della nostra bulimia tecnologica, sembriamo cicale che inconsapevolmente continuano a cantare ad un passo dal collasso ambientale. Sfogliando le ultime pagine del romanzo scopriremo come i destini di Sara e Lina s’incroceranno e ascolteremo ancora una volta la musica di Puccini.