A Genova dieci giorni di scienza

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Al Festival fa il suo ingresso anche l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), con una mostra dal titolo: «Mediterraneo dinamico», una vetrina che ha come scopo ultimo, quello di presentare alcuni dei maggiori temi di ricerca degli ultimi tempi

Orizzonti è la parola chiave con la quale si apre l’ottava edizione del Festival della Scienza che, dal 29 ottobre al 7 novembre, terrà impegnato tutto il mondo scientifico, e non solo, a Genova, che per l’occasione è definita la capitale internazionale della scienza. Ed è in questa kermesse di eventi tutti all’insegna dell’educazione e dell’informazione su tematiche puramente scientifiche, nella sua accezione più vasta del termine, che fa il suo ingresso anche l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), che in occasione dell’evento, esibisce una mostra dal titolo: «Mediterraneo dinamico», titolo suggestivo che però ben fa capire il senso della vetrina che ha come scopo ultimo, quello di presentare alcuni dei maggiori temi di ricerca che l’Ingv sta affrontando negli ultimi tempi, nel campo dello studio, in particolare, del Mediterraneo.

Il percorso inizia con uno sguardo sull’evoluzione del Mar Mediterraneo negli ultimi 200.000 anni, sintesi che cede poi il posto ad argomenti specifici che vedranno la presentazione di animazioni relative a grandi catastrofi vulcaniche del Mediterraneo, come quella dell’eruzione minoica di Santorini e dell’ignimbrite campana, e la conseguenza di queste, ed altre catastrofi, sullo sviluppo complessivo della vita nel Mediterraneo.

Sempre sul tema catastrofi, si potrà approfondire la conoscenza dei maremoti nel Mediterraneo sulla base anche del nuovo catalogo, Eu Transfer Project, 2009. Aspetto interessante di questo secondo argomento, i maremoti, è la parte legata ai paleo maremoti. Verrà allestito, allo scopo, uno spazio dove potrà essere osservata, con un microscopio, una carota di sedimenti, elemento base sul quale poter riconoscere i segni degli tsunami del passato.

Una sala verrà riservata per l’allestimento, anche, di Geostar (Geophysicaland oceanographic station for abyssal research); si tratta di un’esposizione degli osservatori geofisici disposti in mare anche a grande profondità, ed è grazie a questa osservazione che anche il pubblico, non propriamente addetto ai lavori, avrà la possibilità di capire il funzionamento di queste strumentazioni all’avanguardia, posizionando un modellino di Obs (Ocean bottom seismometer) sul fondo del mare, e l’importanza notevole dei risultati che da esse derivano.

Momento appassionante della mostra sarà l’argomentazione scientifica sviluppata e illustrata per l’occasione riguardante il vulcano sottomarino Marsili, un vulcano che ultimamente ha tanto acceso l’immaginazione del grande pubblico. Singolare anche la possibilità di osservare gli strumenti scientifici del passato, ossia la strumentazione sismica che negli ultimi 250 anni ha narrato l’impegno degli scienziati in queste tematiche. Inoltre, anche esposizioni sulle condizioni atmosferiche, sulle correnti, la salinità, le previsione marine settimana per settimana nel Mediterraneo, gli strumenti utilizzati e l’importanza che questi studi producono per la protezione sociale.

In definitiva, l’occasione per conoscere più da vicino questo grande mondo che ha alle spalle grande conoscenza scientifica degli eventi e agisce, nel concreto, sulla salvaguardia di tutti. Un’opportunità inserita all’interno di un contesto, quale il Festival della Scienza, che rappresenta ormai da anni un punto di riferimento per la divulgazione della scienza, un’occasione di incontro per tutti, ricercatori, appassionati, scuole e famiglie, uno dei più grandi eventi di diffusione della cultura scientifica a livello internazionale. Una 10 giorni in cui le barriere fra scienze matematiche, naturali e umane verranno smantellate e la ricerca si potrà tastare, guardare, capire senza confini.