L’Europa delle rinnovabili

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Pubblicati dall’agenzia europea per l’Ambiente (Eea) i Piani nazionali per l’energia rinnovabile. I Piani danno conto del come e del quando i vari Paesi metteranno a regime le nuove tecnologie necessarie al raggiungimento della quota minima di +20% di produzione di energia da fonti rinnovabili attesa al 2020

Pubblicati dall’Eea (l’Agenzia europea per l’Ambiente) i Piani nazionali per l’energia rinnovabile, Nreap (National Renewable Energy Action Plan) dei 21 Stati membri dell’Ue.

I Piani, pervenuti a fine giugno scorso come previsto dalla Direttiva sulle energie rinnovabili (2009/28/CE), danno conto del come e del quando i vari Paesi metteranno a regime le nuove tecnologie necessarie al raggiungimento della quota minima di +20% di produzione di energia da fonti rinnovabili attesa al 2020.

I dati, redatti seguendo una serie di tabelle predisposte dalla Commissione, sono ora disponibili in forma testuale e grafica e serviranno da base per ulteriori analisi successive. Per il momento il focus del rapporto è sui numeri e sulle cifre, mentre tutti gli altri approfondimenti previsti dalla Direttiva (politiche energetiche rinnovabili dei vari stati, valutazione dei costi, considerazioni sull’opportunità o meno di creare delle reti tra i diversi paesi) saranno affrontati in una fase successiva.

La relazione si concentra dunque sulle proiezioni fornite dai singoli Stati membri: Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Grecia, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia, Slovenia, Regno Unito.
Oltre al dato assoluto del consumo globale nei documenti sono indicati anche dati secondari, tra i quali quelli relativi al numero delle ore a pieno carico (limitatamente ai consumi elettrici), ai tassi attesi di crescita, ai consumi pro-capite. Tali dati secondari consentiranno un confronto più puntuale tra Paesi considerati in base alla densità di popolazione e ai tassi di sviluppo.

Per i 21 Paesi il totale della produzione lorda da energie rinnovabili prevista per il 2020 ammonta a 218 milioni di tep: il 45% per energia elettrica, il 43% per riscaldamento e raffreddamento e il 12% per trasporti.

Questo significa una proiezione di crescita complessiva di rinnovabili fino al 6% l’anno. Anche se ovviamente si tratta di valori medi, le stime vanno dal 3,3 al 5,5%, a seconda del periodo dell’anno, per il riscaldamento raffreddamento; dal 6,8 al 8,4% per i trasporti; dal 5,5 al 6,4% per l’energia elettrica.

Per il riscaldamento e il raffreddamento le quote maggiori di energia sono attese dalle biomasse (80%), in particolare solide (70,8%); pompe di calore (12,2%); solare termico (5,8%); geotermia profonda (2%). Gli apporti da energia eolica e altre tecnologie legate al sole, alle maree e alle onde oceaniche sono ancora poco significativi. La crescita annuale prevista è maggiore nel periodo 2010-2015 che nel periodo 2015-2020.

Per la produzione di elettricità da fonti rinnovabili il contributo più significativo è derivato dall’eolico (40,7% di cui il 28,7% on shore), segue l’idroelettrico (31,4% di cui il 26% di grandi dimensioni), le biomasse (17,5%) e il solare (8,9% di cui 7,2% fotovoltaico).

Per i trasporti il maggiore contributo è rappresentato dal biodiesel (65,9%) seguito dal bioetanolo e bio-ETBE (21,7%).
Da segnalare che nessun Paese ha indicato l’idrogeno da rinnovabili per i trasporti.

Per chi vuole approfondire

Per i dati e i report, aggregati e per singoli Paesi: http://www.ecn.nl/nreap

(Fonte Arpat, Testo a cura di Debora Badii)