210 milioni per il rischio idrogeologico in Puglia

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Gli interventi verranno concentrati in 62 comuni pugliesi con la programmazione di più di 90 opere, oltre ad altre che interesseranno esclusivamente i due più importanti fiumi della regione, l’Ofanto e il Fortore, ricadenti nella parte nord e sui quali saranno eseguiti interventi strutturali

È stato sottoscritto a Roma dal Presidente della regione, Nichi Vendola e dal ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, l’accordo di programma per finanziare un piano straordinario da 210 milioni di euro, volto a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico e idraulico presenti in regione. Finanziamento che giunge come una risposta inevitabile a quanto, poco più di un mese fa a Bari, veniva presentato nel dossier Ecosistema Rischio 2010, annuale indagine compiuta da Legambiente e dal Dipartimento della Protezione Civile, diretto a conoscere la reale condizione dei comuni italiani considerati a rischio idrogeologico e valutare le attività di messa in opera dalle amministrazioni locali per la prevenzione e la mitigazione del rischio.

Punto di partenza del suddetto studio furono i drammatici riscontri ad eventi calamitosi di cui è stata protagonista la Puglia, regione così vulnerabile dove i vincoli idrogeologici all’urbanizzazione risultano indispensabili per garantire la piena sicurezza dei cittadini.

Ecosistema Rischio 2010, pur prendendo in esame un campione ridotto rispetto alla realtà, fece, infatti, emergere dati molto preoccupanti mettendo in evidenza l’inadeguatezza della pianificazione territoriale che nel corso degli anni ha visto costruire interi quartieri all’interno di aree golenali. Negli alvei dei fiumi e in aree a rischio frana a volte anche con la progettazione, all’interno di queste zone particolarmente vulnerabile e soggette a vincolo, di strutture sensibili come scuole e ospedali.

E di certo preoccupazioni ulteriori, si riscontrano dalla lettura del Piano di assetto idrogeologico (Pai), piano redatto dall’Autorità di bacino della regione Puglia, che, in una nota aggiornata a settembre 2010, dichiara che sono 181 i comuni pugliesi ad alto rischio idrogeologico.

Fatta questa premessa, si capisce bene come i finanziamenti, tanto auspicati dal Presidente della regione Puglia, siano in questa fase indispensabili a creare opportunità di azioni volte a mitigare il dissesto idrogeologico permettendo la messa in sicurezza della regione e attivando politiche di difesa del territorio mediante la prevenzione e la mitigazione del rischio.

Gli interventi verranno concentrati in 62 comuni pugliesi con la programmazione di più di 90 opere, oltre ad altre che interesseranno esclusivamente i due più importanti fiumi della regione, l’Ofanto e il Fortore, ricadenti nella parte nord e sui quali saranno eseguiti interventi strutturali. I lavori avranno l’obiettivo di consolidare i versanti in frana e di ridurre le esondazioni nelle aree ad alta pericolosità idraulica, con lo scopo primario di salvaguardare l’incolumità dei cittadini.  In definitiva, una presa di coscienza su quanto, per lungo tempo, è stato inflitto al nostro territorio così mortificato e raramente visto come risorsa da salvaguardare bensì come oggetto da sfruttare.