Cancún – Un salvagente dalla Cina

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– I commenti degli ambientalisti

Sabato, chiusi i lavori del Sbsta (l’organo di supporto tecnico scientifico alla Unfccc) e del Sbi (l’organo di supporto tecnico attuativo alla Unfccc), con l’approvazione dei rispettivi documenti di lavoro. Sono proseguiti, invece, i lavori dei «contact group» dei gruppi Agw-Lca e Agw-Kp e si sono tenute poi due riunioni consultive: la riunione consultiva, dei Paesi firmatari della Unfccc (riunione consultiva Cop); e la riunione consultiva dei Paesi firmatari del Protocollo di Kyoto (riunione consultiva Cmp).

Nelle chiacchiere di corridoio corre la voce che la Cina si sarebbe detta disposta a discutere sui tagli delle emissioni cinesi, purché siano fornite adeguate garanzie che il protocollo di Kyoto continui a funzionare anche dopo il 2012.

Intanto c’è da segnalare, oggi, un’iniziativa della Presidente Cop e Cmp che potrebbe portare a soluzioni interessanti.

Nei prossimi giorni, ha comunicato, intende procedere nel seguente modo:

Per gli esiti finali della Conferenza (accordo finale e/o pacchetto di accordi) si avvarrà della consulenza dei presidenti dei due gruppi di lavoro Agw-Lca e Agw-Kp, ma si avvarrà, sul piano politico, soprattutto del supporto e della partecipazione di due ministri (uno per i Paesi in via di sviluppo ed uno per i Paesi sviluppati) per ciascuno dei principali argomenti negoziali e precisamente i ministri di Svezia e Grenada per la «shared vision»; Spagna ed Algeria per l’adattamento; Australia e Bangladesh per la finanza, la tecnologia e la «capacity buiding»; Nuova Zelanda ed Indonesia per la mitigazione e per le verifiche e controlli (Mvr); Regno Unito e Brasile per le tematiche relative alla proroga del Protocollo di Kyoto.

Altri ministri, quali quelli di Ecuador, Singapore, Norvegia, e Svizzera saranno a disposizione per dare supporto su altre tematiche.

Questa azione, ha specificato la presidente Espinosa, non è la duplicazione di altre, ma serve per facilitare la comunicazione fra tutti i ministri, favorire un costante dialogo sia con i Paesi e gruppi di Paesi sia con i singoli delegati. Viene ancora ribadito che non esiste alcun testo segreto messicano, né ci sono negoziazioni nascoste e non trasparenti, ma tutto alla luce del sole secondo le regole delle Nazioni Unite.

Certo la partita che si sta giocando non è agevole, talmente tanti sono gli interessi in campo. Ma si sta trattando di argomenti vitali e questo è sempre da tenere presente anche se nei confronti a volte si perde il filo…

Le discussioni, anche un po’ aspre, condotte nell’ambito della consultazione sul destino futuro del Protocollo di Kyoto hanno aumentato la consapevolezza di tutti i Paesi che la mancanza di un qualsiasi seguito dopo il 2012 del protocollo di Kyoto, potrebbe provocare una crisi, per un motivo o per l’altro, tale da pregiudicare non solo i negoziati futuri, ma anche da mettere in discussione la necessità e l’efficacia di negoziati multilaterali sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Forse per questo motivo, o forse per motivi di tattiche diplomatiche, sta di fatto che è circolata voce già nella serata di sabato che la Cina sarebbe stata disposta a venire a compromessi sul protocollo di Kyoto. In altre parole, la Cina sarebbe favorevole a discutere sui tagli delle emissioni cinesi, purché i Paesi industrializzati che sono firmatari del protocollo di Kyoto forniscano adeguate garanzie che il protocollo di Kyoto continui a funzionare anche dopo il 2012. Questa posizione dovrebbe essere ufficializzata nei prossimi giorni e potrebbe entrare a far parte delle decisioni finali, o di un «accordo di Cancún» conclusivo. L’India, si dice, sarebbe disponibile a fare altrettanto. Il problema che rimarrebbe sarebbe quello di convincere gli Usa a fornire un segnale analogo. E il tempo stringe.

Vediamo le riunioni nel dettaglio.

Riunione consultiva informale Cop

La riunione, convocata per discutere sui possibili esiti di Cancún, è stata presiesduta dalla signora Patricia Espinosa, ministro degli affari esteri del Messico e presidente della Cop. La Presidente del gruppo Agw-Lca: Margaret Mukahanana-Sangarwe, ha riassunto il lavoro svolto sul trattato di lungo termine. È iniziata poi una discussione nella quale sono emersi diversi punti di vista.

Quantunque il lavoro fatto sia pregevole mancano secondo alcuni Paesi obiettivi ambiziosi, secondo altri il testo non appare bilanciato nelle sue diverse parti, secondo altri ancora non sono chiare le strategie da seguire ed i collegamenti degli impegni tra breve e lungo periodo. Anche sulla forma legale i pareri sono molto contrastanti. Secondo la maggior parte dei Paesi anche se non è un buon testo, dovrebbe essere, però, quello che permetterebbe di fare passi avanti. Servono, comunque, ulteriori consultazioni informali all’inizio della settimana prossima settimana non appena sarà disponibile la nuova versione del testo.

Riunione consultiva informale Cmp

Anche questa riunione è stata convocata per discutere sui possibili esiti di Cancún, ed è stata presiesduta dalla signora Patricia Espinosa, ministro degli Affari esteri del Messico e presidente anche della Cmp. Il Presidente del gruppo Agw-Kp: John Ashe, ha riassunto il lavoro svolto sugli emendamenti al protocollo di Kyoto. Nella discussione che ne è seguita la maggior parte degli interventi si è focalizzata sulla proroga o meno del protocollo di Kyoto emendato e a quali condizioni. Il protocollo di Kyoto è diventato ormai una questione pregiudiziale per diversi gruppi di Paesi.

Per i Paesi Alba, la Cina e molti altri Paesi in via di sviluppo è una questione pregiudiziale approvare la seconda fase del protocollo di Kyoto e renderla esecutiva per i Paesi industrializzati prima di discutere ed accordarsi sul trattato di lungo periodo nel quale ci sono anche gli impegni dei Paesi in via di sviluppo.

Per il Giappone, la Russia, il Canada e l’Australia, viceversa, è una questione pregiudiziale discutere e decidere degli impegni di tutti i Paesi nel quadro generale del trattato di lungo periodo e poi considerare quali saranno gli impegni dei Paesi industrializzati. Quindi nessun consenso alla approvazione sul proseguimento del protocollo di Kyoto senza gli impegni dei Paesi che attualmente sono fuori dal protocollo di Kyoto (come Usa e Cina).

L’Unione europea si è distinta dicendo che, anche se preferirebbe un unico trattato vincolante per tutti, non si sarebbe, comunque, opposta alla proroga del protocollo di Kyoto emendato purché i maggiori inquinatori mondiali (Usa e Cina) manifestino una forte volontà per impegnarsi a fare concretamente anche la loro parte. Anche questo confronto è finito, come il precedente, con la necessità di ulteriori approfondimenti anche se i problemi che si pongono appaiono più critici. (V. F.)