Sulla Legge regionale al Bilancio via libera alla caccia nel Parco delle Gravine e all’accesso con mezzi motorizzati. Patata bollente per Vendola mentre prende le distanze l’assessore all’Assetto del territorio, Angela Barbanente. Un autogol per i cacciatori
«È stata votata ieri la Legge Regionale per il Bilancio ma si è trasformata nell’occasione, tanto grave quanto immorale, di colpire il Parco Regionale delle Gravine attraverso un pessimo emendamento che ne modifica la Legge istitutiva.
Dalle norme di salvaguardia, infatti, viene cancellato il divieto di caccia e quello di accesso con mezzi motorizzati sulle strade non segnate. Quindi si configurerebbe un assurdo controsenso per cui in un’area protetta i cacciatori sarebbero liberi di sparare e scorazzare a destra e a manca».
Così la denuncia del coordinamento delle Associazioni per quello che sembra un vero autogol per la giunta Vendola che vuole al contrario accreditarsi per essere pro-ambiente. Un vero colpo di mano da parte delle lobby dei cacciatori e dei fuoristradisti che nella zona da sempre sono molto agguerriti.
«L’obiettivo è ovviamente quello di regalare territorio libero ai cacciatori, in ossequio a una mercificazione elettorale, approfittando del ricatto dell’approvazione di una legge di notevole importanza».
«Cui prodest? – si chiedono le Associazioni -. La genesi dell’emendamento si riconduce evidentemente a qualche Consigliere regionale che ha il proprio bacino elettorale tra i cacciatori. Ma non hanno fatto mancare il disinvolto appoggio consiglieri sia di maggioranza che di opposizione. A breve sarà nota la “blacklist” di coloro che hanno votato l’emendamento».
Le Associazioni in difesa del Parco Regionale preannunciano che non staranno con le mani in mano e, intanto, mettono in luce la grave ignoranza alla base dell’iniziativa normativa e le pesanti conseguenze che potrebbero derivare proprio per gli stessi cacciatori.
La legge regionale sulle aree protette, infatti, prevede il divieto di caccia all’interno dei Parchi. Divieto confortato anche dalla Legge quadro nazionale (e sovraordinata!) n. 394 sulle aree protette.
«La goffa iniziativa degli estensori dell’emendamento – continua la nota – porrà imbarazzo tra le Istituzioni regionali e le Autorità (es. Corpo Forestale dello Stato, altri organi di PG e Magistratura) che avranno comunque l’obbligo di perseguire penalmente quei cacciatori sorpresi a esercitare attività venatoria nell’area protetta. Questo produrrà situazioni di confusione che non gioveranno né ai cacciatori e tanto meno all’intera comunità del Parco».
Rimane comunque tutta la gravità di una iniziativa politica cui le Associazioni chiedono conto e contro la quale si mobiliteranno.
Intanto è da registrare il voto contrario dei membri di Governo Regionale, a cominciare dall’assessore all’Assetto del territorio, Angela Barbanente, che ha immediatamente e pubblicamente preso le distanze da questo maldestro «contributo» alla Legge regionale di Bilancio.
Tale posizione rispecchia etica politica e riscuote il pieno apprezzamento dell’Associazionismo che, ora, però, chiede a Vendola e ai Partiti (di maggioranza e opposizione) se intendono porre rimedio o pensano di mantenere agli occhi dell’opinione pubblica questo vero e proprio esempio di malapolitica.
(Fonte Coordinamento provinciale del Parco delle Gravine; Federazione Speleologica Pugliese; Italia Nostra Puglia; Legambiente Puglia; Lipu Puglia; Società Speleologica Italiana; Wwf Puglia)