«Operazione verità» sul Parco d’Abruzzo

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Questa nuova Rubrica del Sito del Comitato vuol essere un contributo aperto alla ricerca della «verità negata». I Comunicati verranno via via inseriti anche nella Rubrica, e qui conservati per consultazione e memoria storica

Il Comitato Parchi, istituito nel 1977 all’Orto Botanico di Roma da Franco Tassi, annuncia per il 2011, l’operazione verità sulla vicenda del parco nazionale d’Abruzzo, che con una oscura serie di accuse portarono all’esautorazione del direttore Franco Tassi. Ora che la giustizia ha fatto il suo corso e chiarito le vicende, il Comitato Parchi pubblicherà tutti gli atti di questa kafkiana storia italiana. Proponiamo la presentazione dell’iniziativa che ci è stata inviata.

A nove anni dal «golpe 2002», che riaprì al cemento il Parco Nazionale più appetito dai palazzinari romani e napoletani (dando di fatto via libera all’assalto alle Aree Protette del Bel Paese) la verità sta pian piano facendosi strada, e rivela scenari piuttosto inquietanti. Ecco perché il Comitato Legale che opera in Difesa della Natura ha deciso di render noti, nel corso dell’anno 2011, tutti i più importanti documenti raccolti sulla vicenda, allo scopo di far piena luce su una delle storie italiane più kafkiane degli ultimi tempi.

Il primo punto da chiarire è che tutto il castello di falsi addebiti, dossieraggi e killeraggi, amplificati da solerti mezzi di informazione, si è ormai sgretolato. Mettendo a nudo non reati, abusi o appropriazioni, ma piuttosto una serie di volontà e coalizioni avverse, ben decise ad appropriarsi del patrimonio della collettività per propri inconfessabili interessi. Non esitando quindi neppure a distruggere senza scrupoli tutto ciò che nel precedente terzo di secolo (nel periodo d’oro battezzato dalla letteratura straniera come quello della «redenzione del Parco») era stato faticosamente realizzato.

Ma ora la situazione potrebbe cambiare, aprendo forse la strada verso un futuro migliore. Gli ultimi anni sono stati infatti segnati da una serie di pronunce giudiziarie che hanno nettamente ribaltato la vicenda: anzitutto mettendo fine alla tempesta di accuse, denigrazioni, falsità e calunnie diffuse dagli ambienti più insospettabili.

È infatti ormai dimostrato in modo inconfutabile che nella «vecchia gestione del Parco» non vi erano falsi né buchi in bilancio, non si riscontravano sprechi, né abusi né inefficienze. Altrettanto risaputo è che non esistevano «microspie» clandestine, né falsificazioni di deliberazioni, sottrazioni di materiali o distorsioni nell’impiego di personale.

In altre parole, oltre il 90% delle accuse è ormai caduto miseramente nel nulla, e se un paio di questioni restano ancora da definire, ciò è dovuto soltanto ai tempi giurassici dell’italica giustizia, uniti alla misteriosa sparizione e alla ben nota mancata restituzione dei documenti più importanti.

Sono anche cestinate le ridicole accuse scagliate contro Franco Tassi, il Direttore storico del Parco (1969-2002) da parte del suo successore, che in realtà (come emerge dai rilievi degli Organi di Controllo) non ha mai rivestito legittimamente alcuna carica di Direttore dell’Ente Autonomo Parco Nazionale d’Abruzzo. La prima accusa, riguardante la pretesa affissione di manifesti, è caduta per remissione di querela (Sentenza n.1270/2004 del 23 marzo 2009 – Tribunale di Sulmona), mentre per l’altra, che lamentava pretese «violazioni della privacy», vi è stata l’ultima assoluzione con formula piena (Sentenza n.453/2010 del 27 settembre 2010 – Tribunale di Sulmona).

Le vicende in questione verranno quindi esaurientemente illustrate nei prossimi mesi, a conforto di quanti hanno compreso fin dall’inizio il vero carattere di questa torbida «storia italiana», dietro alla quale non si nascondevano solo egoismo e sete di potere e profitto, ma anche invidia e gelosia… E a disdoro dei non pochi «amici» che, pur predicando a parole il massimo «garantismo», ma rifiutando nei fatti ogni contraddittorio, avevano comodamente sposato la causa degli accusatori, erigendo muri di ostracismo e stilando liste di proscrizione.

Un pensiero amichevole non può infine mancare per i colleghi della stampa intrisi fino al collo nella palude del silenzio: se anche storie come questa dovessero in seguito sembrarvi interessanti, per favore astenetevi dal parlarne. Potrebbe dispiacere a molti, e poi toglierebbe alla «telenovela» Parco quel carattere di tipica «macaroni-story», che tanto piace agli osservatori stranieri. Meglio mantenere sempre il più totale, cadaverico e assordante silenzio.

Nelle vicende degli ultimi anni del Parco Nazionale d’Abruzzo impera la «procedura-silenzio» e affiora assai di rado la verità.

Questa nuova Rubrica del Sito www.comitatoparchi.it vuol essere un contributo aperto alla ricerca della «verità negata».

I nostri Comunicati verranno via via inseriti anche nella Rubrica, e qui conservati per consultazione e memoria storica.

(Comitato Parchi)