Gli uomini inquinano più delle donne

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Dipenderebbe tutto dalle abitudini quotidiane dell’uomo: le sue scelte alimentari, sessuali, lavorative. Ma non solo: anche il mezzo di trasporto normalmente adottato produrrebbe più energia e quindi maggiori emissioni inquinanti

In un’epoca in cui ci si batte strenuamente affinché i diritti ed i doveri di uomini e donne si equivalgano il più possibile, forse si dovrebbe porre maggiore attenzione alle vere differenze che separano di netto l’universo maschile da quello femminile.

Esistono divergenze innegabili non solo nella «natura» caratteriale delle due fattispecie, e quindi non unicamente riconducibili alla prestanza fisica del maschio e della femmina, bensì nel modo di approcciarsi all’ambiente circostante.

In effetti, una ricerca effettuata dalla Defence Research Agency svedese e pubblicata dalla rivista «Energy Policy» metterebbe in rilievo l’enorme divario tra uomo e donna nel loro «atteggiamento ambientale».

Insomma, uno dei due inquinerebbe notevolmente di più e questo senza neanche esserne del tutto consci.

Dipenderebbe tutto dalle abitudini quotidiane dell’uomo: le sue scelte alimentari, sessuali, lavorative. Ma non solo: anche il mezzo di trasporto normalmente adottato produrrebbe più energia e quindi maggiori emissioni inquinanti.

Consumare più sostanze alcoliche delle donne, fare sesso promiscuo e quindi qualitativamente peggiore e più a rischio, acquistare autovetture più veloci, sigarette con più nicotina.

Gli uomini messi più sotto accusa poi sarebbero quelli appartenenti alla categoria dei «single»: vita più superficiale, meno responsabilità non solo familiari, ma anche sociali.

Insomma, condurrebbero uno stile di vita meno morigerato e forse a questo punto davvero troppo «rilassato».

I maschi senza famiglia, o senza una partner fissa baderebbero troppo alle proprie esigenze egoistiche inquinando molto di più del loro alter ego femminile.

Infatti, anche la donna nubile comunque sarebbe più sensibile e attenta alla salvaguardia ambientale.

Più ordinata, più pulita, dedita alla raccolta differenziata.

È pur vero che la ricerca scientifica in questione è stata condotta da due donne, Riitta Raty e Annika Carlsson-Kanyama.

Quindi ci si chiede cosa accadrebbe nei risultati se la materia fosse stata gestita da due loro colleghi maschi.

Comunque, per ora, rimane il fatto che questo parrebbe essere un altro punto a favore del mondo femminile.

Avevate dei dubbi?