La Conferenza delle Regioni boccia il documento del governo sullo schema di delibera per le tipologie di reattori e per un’insufficiente analisi dei costi. Inoltre, l’Agenzia per la sicurezza nucleare non è ancora operativa. E intanto nel mondo la produzione da rinnovabili surclassa quella da nucleare
Proponiamo l’editoriale di Gianni Silvestrini pubblicato sull’ultimo numero di «QualEnergia»
Non passa giorno senza che si evidenzi il pressappochismo del rilancio del nucleare in Italia. La legge 99 del luglio 2009 prevedeva la definizione, entro sei mesi, delle tipologie degli impianti atomici realizzabili nel nostro paese. Invece di 6 sono 18 i mesi passati e per di più le Regioni hanno bocciato il documento del Cipe presentato dal governo. La scorsa settimana, infatti, la Conferenza delle Regioni ha espresso parere negativo sullo schema di delibera relativo alle tipologie di reattori, sottolineando la superficialità delle descrizioni tecniche e la mancanza di una seria e concreta analisi economica.
Questo ritardo fa il paio con le incredibili disavventure dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, strumento fondamentale per ogni azione di rilancio atomico, ad oggi non ancora operativa per i contrasti registratisi tra i ministeri sulla composizione del consiglio direttivo.
Se le lungaggini nella definizione di atti che avrebbero dovuto essere celermente conclusi indicano la confusione esistente nel governo, la dichiarazione di ammissibilità da parte della Corte Costituzionale del referendum sul nucleare pone in discussione lo stesso futuro di questa avventura. Il dibattito che avrebbe dovuto svilupparsi in un paese normale di fronte alla decisione di reintrodurre una tecnologia bandita da un precedente referendum avrà così la possibilità di svilupparsi. L’apparente asettica, e in realtà ingannevole partita a scacchi, che ha inondato quotidiani, periodici, televisioni potrà trasformarsi in confronti reali su costi, rischi, localizzazioni.
E mentre il governo italiano con sempre minore convinzione si spinge nelle sabbie mobili nucleari, a livello mondiale i risultati della crescita delle rinnovabili indicano con chiarezza qual è il treno vincente, quello delle rinnovabili.
Infatti, la produzione elettrica cumulativa dei nuovi impianti eolici e solari installati nel mondo tra il 2005 e il 2010 batte per 3 a 1 quella dei nuovi impianti nucleari entrati in funzione nello stesso periodo.
(Fonte QualEnergia)