Caccia illegale e maltrattamenti ripresi dalle telecamere. «Grave mancanza di controlli». In un video anche il caso del piviere ferito ucciso per divertimento. In giro per l’isola, resti di teste, ali e corpi spezzati
Cacciatori che sparavano a tutto ciò che volava, anche se la caccia era autorizzata al solo coniglio selvatico. Uccidendo specie protette e maltrattando uccelli in un clima di assoluta mancanza di controlli. È quanto mostra la Lipu in un filmato realizzato a inizio dicembre scorso da alcuni volontari e pubblicato sul sito.
Il video riprende cacciatori che sparano illegalmente agli uccelli migratori (allodole, pispole e pivieri) per poi divertirsi nel fare il tiro al bersaglio con un piviere dorato ferito e incapace di volare: fatto allontanare con un calcio, il volatile viene poi richiamato con un fischietto e massacrato a colpi di fucile. E poi, in giro per l’isola, resti di teste, ali e corpi spezzati.
Le scene di caccia illegale sono state riprese da due volontari Lipu durante quattro lunghi giorni di appostamenti, nascosti per ore dietro i muretti a secco. I numerosi cacciatori visti in quel periodo a Lampedusa, locali ma anche provenienti dal centro e nord Italia, non erano sul posto per cacciare i conigli, così come autorizzato dalla Regione Sicilia nelle Zone a Protezione Speciale fino al 15 dicembre. Ma per riempire di piombo uccellini di pochi grammi in sosta sull’isola prima del volo migratorio verso l’Africa, senza che nessuno vigilasse per far rispettare la legge. «Gli uccelli – testimoniano i volontari Lipu – attirati da potenti richiami elettromagnetici, vagavano come schegge impazzite da un capo all’altro dell’isola, fino a quando, se non venivano impallinati, decidevano per evitare guai di riprendere il viaggio in mare».
In un altro episodio avvenuto nella contrada dell’isola denominata Cimitero Vecchio di Ponente, i volontari Lipu si sono avvicinati coi Carabinieri ad alcuni cacciatori che sparavano nelle vicinanze di un potente richiamo elettromagnetico. Apparecchio che, non appena i cacciatori si sono accorti della presenza dei militari, fu spento con un telecomando. Il richiamo è stato poi ritrovato in una borsa da fotografo insieme a un esemplare di piviere appena ucciso.
«Ovunque abbiamo trovato teste, ali, corpi spezzati – aggiungono i volontari Lipu – così come una marea di cartucce abbandonate nell’ambiente dai cacciatori, in barba all’obbligo imposto dalla legge di raccoglierli».
La Lipu ha presentato esposti e consegnato le immagini, che riportano chiaramente targhe e volti dei bracconieri, a Carabinieri e Procura della Repubblica di Agrigento, ai quali ora chiede di identificare i responsabili, denunciarli per i reati commessi, tra i quali il maltrattamento di animali, e revocare loro la licenza di caccia.
«Per il 2011 – dichiara Fulvio Mamone Capria, vicepresidente Lipu – stiamo studiando con le forze dell’ordine una strategia per reprimere questo scandaloso fenomeno, la cui gravità è sotto gli occhi di tutti. La Lipu – conclude – organizzerà a supporto di queste azioni dei turni di sorveglianza e monitoraggio aperti a tutti i volontari Lipu per contrastare in modo efficace la caccia illegale».
(Fonte Lipu)