Smog – Milano malata cronica

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Le «Vetrine antismog» colorano di giallo la città per dire basta a mezze misure e domeniche a piedi. Il dossier Mal’aria di città 2011 conferma l’alto livello d’inquinamento, la responsabilità del traffico e l’assenza di serie misure d’intervento

Nel 2010, 48 capoluoghi di provincia hanno superato il limite giornaliero di 50 microgrammi/m3 di polveri sottili oltre i 35 giorni consentiti dalla legge. Milano è ai primi posti per il PM10 con 87 giorni di superamento ovvero più del doppio ammesso dalla normativa. E con il 27 gennaio abbiamo raggiunto già al 16 giorno consecutivo. Il dossier di Legambiente Mal’aria di città 2011 evidenzia la cronicità dell’emergenza smog milanese e italiana. Ecco perché oggi i volontari dell’associazione hanno organizzato le «Vetrine antismog» in difesa del diritto di respirare aria pulita.

«Milano soffoca da giorni e non bastano certo le domeniche a piedi e le misure di emergenza, che sono solo una toppa sul buco – ha attaccato Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente -. Il Sindaco di Milano deve tornare a proporre un taglio di 300mila auto che ogni giorno circolano nelle strade di Milano, la Provincia un “Ecopass” sulle tangenziali e le autostrade, la Regione deve tornare ad essere leader nella lotta all’inquinamento e il ministero Ambiente ad esistere. Anche i negozi possono aiutarci, come dimostrano le “vetrine antismog”: cominciando a chiudere le porte a gennaio come a luglio!».

Dal rapporto Mal’aria emerge che la maglia nera dell’inquinamento spetta a tutta la Pianura Padana, dove si sono concentrati 30 dei 48 capoluoghi fuorilegge. Questo il bilancio di PM10 ti tengo d’occhio, il monitoraggio in tempo reale di Legambiente e www.lamiaaria.it, riportato nel rapporto. Livelli d’inquinamento elevati, e sostanzialmente invariati rispetto agli anni precedenti, anche per gli ossidi di azoto e i microinquinanti come il benzo(a)pirene, potente cancerogeno. A Milano, il traffico è il principale responsabile dell’inquinamento. Una situazione confermata dai dati dell’Agenzia europea per l’Ambiente, che riporta il capoluogo lombardo ai primi posti della classifica delle città più inquinate insieme a Torino e a Brescia, precedute solo da Plovdiv, in Bulgaria.

Dall’Europa, che da due anni esorta il nostro governo a rispettare i limiti imposti dalla normativa comunitaria, è arrivato, inoltre, un monito formale. Lo scorso novembre la Commissione europea ha deferito l’Italia presso la Corte di giustizia per non aver rispettato la direttiva sulla qualità dell’aria. Bruxelles contesta al nostro Paese la mancanza di un piano nazionale d’interventi concreti, mirati a migliorare la qualità dell’aria nelle città italiane. Nonostante il governo italiano abbia approvato, ad agosto scorso, il Decreto legislativo n. 155/2010 in recepimento della Direttiva in materia di qualità dell’aria. Un provvedimento che, se da una parte, introduce nuovi limiti come quello per il PM2,5, dall’altra giustifica la mancanza d’interventi di riduzione dell’inquinamento in caso di costi sproporzionati.

Comune, Provincia e Regione non hanno, di fatto, ancora messo in campo azioni efficaci contro l’avvelenamento e l’intasamento del centro urbani. La principale fonte d’inquinamento urbano deriva proprio dai trasporti: i trasporti su strada emettono annualmente circa il 34,7% del PM10, il 55,5% del benzene, il 51,7% degli ossidi di azoto, il 43,1% del monossido di carbonio. Se si aggiungono le emissioni prodotte dai riscaldamenti domestici (il 18,7% delle polveri sottili e il 46% degli idrocarburi policiclici aromatici), il quadro delle cause della scarsa qualità dell’aria è completo. E in Italia, ogni 10.000 abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente solo a causa delle polveri sottili.

Il monitoraggio di Mal’aria a Milano ha interessato tre zone della città, una zona pedonale (centro), una zona eco-pass e due zone molto trafficate. La durata complessiva del monitoraggio è stata di 2 ore e 35 minuti durante i quali lo strumento ha rivelato un dato medio di PM10 di 107,2 ?g/m3 e 41,8 ?g/m3 di PM2,5. I risultati registrano evidenti differenze di livelli di polveri tra le tre zone. A corso Buenos Aires si sono registrati i valori più elevati, con una concentrazione media di 132 ?g/m3. seguita dai livelli di Viale Monza e Via Vida con 113 ?g/m3. Ma anche nella zona pedonale e in quella sottoposta a eco-pass, i livelli di polveri sono comunque elevati, con valori di 77 e 87 ?g/m3 valore minimo è stato superato.

Questa mattina le vetrine antismog hanno colorato di giallo Milano per dire basta a promesse e rinvii e chiedere misure serie e strutturali per l’ambiente di Milano. I commercianti milanesi sono a fianco di Legambiente e hanno ospitato nelle vetrine della città i manichini con le mascherine antismog, in segno di protesta verso Comune, Regione e Provincia che abbandonano i cittadini nell’inquinamento.

Le «Vetrine antismog», sono un’iniziativa che fa parte della campagna nazionale «Mal’aria» di Legambiente. Per promuovere la mobilità sostenibile a Milano è, inoltre, attiva la prima Centrale di Mobilità italiana di Legambiente che offre agli utenti e soci del cigno verde servizi e convenzioni per l’abbonamento al carsharing, sconti sull’abbonamento annuale ai mezzi pubblici di Milano e della sua area metropolitana, sulle auto a noleggio e suggerimenti per muoversi in modo in città e provincia nel rispetto dell’ambiente.

(Fonte Legambiente)