Caccia in Puglia – Schizofrenia e colpi bassi…

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> Un anno orribile per la caccia

La caccia in Puglia sta diventando un nodo politico nella battaglia sotterranea fra Vendola e il Pd. Dopo il colpo di mano con il via libera alla caccia nel parco delle Gravine, e il prolungamento illegittimo al calendario venatorio, non si spiega diversamente il comportamento di alcuni consiglieri regionali, in una regione che, seppur fra tante polemiche in materia di caccia, si è sforzata sempre di essere attenta alle regole europee.

Ma la schizofrenia, questa volta, viene dall’aver sbandierato il rispetto per l’ambiente in campo energetico, turistico, agricolo, protezionistico… e la caduta verticale proprio nel campo naturalistico per eccellenza. La stranezza è anche che gli assessori competenti, che si son fatti scudo della sostenibilità, ora tacciono. Quindi, oltre all’ambiente, il danno per chi è?

E la «vergognosa battaglia» continua. Enpa, Italia Nostra, Lav, Lipu e Legambiente intercettano un nuovo tentativo di deregolamentazione venatoria. A firma del consigliere Pentassuglia (Pd), approda nella Commissione regionale interessata un Disegno di Legge per modificare la Legge regionale in materia di caccia. E come è ovvio non prevede un quadro roseo.

Che Donato Pentassuglia fosse dalla parte di «caccia selvaggia» e non da quella dei Parchi lo si era capito: qualche settimana fa destava le proteste del mondo ambientalista per un emendamento «ammazzaparco» introdotto a tradimento con un poco elegante colpo di mano nella legge di bilancio. Si voleva consentire così la caccia dentro l’area, cosiddetta «protetta», del Parco delle Gravine, in contrasto con altre leggi quadro, anche dello Stato e quindi sovraordinate.

Su Youtube è possibile ammirare il consigliere Pentassuglia mentre passa dall’improbabile ruolo di paladino degli agricoltori raccoglitori di olive a quello di difensore di chi trasporta armi nel parco, non mancando di tirare in ballo la mancanza di democrazia, le vessazioni e il «fare cassa» con i verbali. Da parte di chi? di chi rappresenta lo Stato e le Istituzioni facendo doverosamente rispettare le leggi? Affermazioni che rischiano di legittimare il bracconaggio.

Ma in attesa che sia rimossa la norma «ammazzaparco» per le Gravine, le Associazioni ambientaliste registrano invece il tentativo di peggiorare la Legge Regionale n. 27/98 e quindi la caccia in tutta la Puglia.

Naturalmente non è stata prevista alcuna audizione preventiva mentre, nel merito, spiccano:

– la rimozione del divieto di caccia nella fascia di rispetto di 100 m dalle aree protette;

– la mancanza del principio di divieto venatorio durante la riproduzione e la migrazione primaverile (pre-riproduttiva) come previsto dalla legge quadro nazionale;

– l’eliminazione delle misure accessorie rispetto alle violazioni penali, quando si ricorre all’oblazione, disattendendo la potestà esclusiva dello Stato in materia di disposizioni di carattere penale;

– la penalizzazione delle oasi di protezione, dirottando le percentuali dei fondi previsti e svincolando le Province da precisi obblighi sull’utilizzo di detti fondi;

– l’imposizione illegittima e contro la legge quadro nazionale con cui i terreni agricoli interdetti alla caccia dagli agricoltori debbano essere provvisti di recinzioni più alte e quindi più onerose;

– l’eliminazione del tetto massimo di cacciatori provenienti da fuori dell’ambito territoriale di caccia (Atc) favorendo così un eccessivo ingresso di cacciatori non legati a quel territorio e quindi avulsi dal mantenimento delle risorse faunistiche.

Enpa, Italia Nostra, Lav, Lipu e Legambiente hanno perciò immediatamente presentato le proprie osservazioni al Disegno di Legge indirizzandole ai membri della Commissione interessata, chiedendo una audizione, ma anche trasmettendole al Governatore Vendola e all’Assessore al ramo Stefàno.

Si vedrà nei prossimi giorni se ci sarà dialogo e soprattutto se ci sarà la concreta volontà di evitare peggioramenti di una legge che già alcune Associazioni avevano da tempo condannato per alcuni contenuti deprecabilmente aggravati negli anni scorsi.