La classe dirigente con queste manovre politiche sta, di fatto, imponendo ai tarantini e agli abitanti di altre città italiane aventi le stesse specificità, di continuare a respirare un pericolosissimo cancerogeno
Sulla questione del benzo(a)pirene, la commissione Ambiente ha votato e con assoluta maggioranza, invece che agevolare una mozione che vedesse rivolta una richiesta perentoria al Governo in merito alla modifica della norma sul benzo(a)pirene, si limita timidamente a chiedere al ministero dell’Ambiente la possibilità, non vincolante, di rivedere il decreto legislativo 155/2010, decreto che pubblicato in «Gazzetta Ufficiale», ricordiamo, in pieno agosto, ha rimandato al 2013 il raggiungimento dell’obiettivo di un nanogrammo per metrocubo di benzo(a)pirene in aria.
È un’evidente, dice Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, presa in giro da parte dei deputati del Pdl e della Lega verso quei cittadini che oggi nel nostro Paese continuano ad essere esposti a questo potente cancerogeno. Sulla stessa linea è la reazione di Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia e di Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto, i quali prendendo atto di quanto accaduto in commissione Ambiente proseguono: «La maggioranza degli attori coinvolti in questa irrazionale vicenda continua incredibilmente a prendere tempo interrogandosi sull’opportunità di cambiare un decreto che, come è noto, per le sue ricadute su Taranto, è stato definito semplicemente “salva Ilva”».
Intanto, i dati a Taranto continuano a confermare che l’esposizione dei cittadini a tale sostanza è rilevante, basti pensare che nei primi 10 mesi del 2010 nel quartiere Tamburi è stata registrata una media di 2 ng/m3 di concentrazione di benzo(a)pirene. Dati che muovono le proteste di quanti in questi territori vivono; le firme, per sottoscrivere la petizione di Legambiente «Liberiamo l’aria dal benzo(a)pirene», sono state raccolte e ci sono state manifestazioni diffuse di dissesto anche in luoghi non prioritariamente coinvolti. Quello che al momento è noto è che la classe dirigente con queste manovre politiche sta, di fatto, imponendo ai tarantini e agli abitanti di altre città italiane aventi le stesse specificità, di continuare a respirare un pericolosissimo cancerogeno.
E sì perché si tratta di scelte politiche quando, leggendo il resoconto della seduta della commissione Ambiente, si vede che una proposta avanzata dai deputati dell’opposizione volta a chiedere al Governo di rendere immediatamente vigenti i limiti di legge sulle concentrazioni del benzo(a)pirene in atmosfera, sia stata bocciata grazie al voto contrario del Pdl e della Lega Nord. Di contro è stato approvato il testo proposto dal capogruppo del Pdl in commissione Ambiente, che non obbliga il governo a rimettere mano al disastro normativo della scorsa estate. E in tutto questo il ministro Stefania Prestigiacomo temporeggia, riconoscendo sì la necessità di supplementari riflessioni che approfondiscano la materia ma di contro mostrandosi favorevole alla risoluzione del capogruppo del Pdl alla commissione Ambiente, che reca l’impegno ad approfondire la questione senza vincolare irragionevolmente il Governo sul piano delle iniziative legislative.
E questa scelta è insopportabile; pensare che i deputati della maggioranza in commissione Ambiente abbiano, di fatto, voluto bocciare il condivisibile testo della risoluzione dell’opposizione che avrebbe aiutato a sanare la ferita aperta la scorsa estate con l’approvazione del decreto legislativo 155/2010 sul benzo(a)pirene, è un colpo che non può essere tollerato. Si sta parlando della salute dei cittadini e dei lavoratori e questo comportamento è di assoluta irresponsabilità.
Ma ci domandiamo, sarà ancora difendere l’interesse dei cittadini, del territorio, dell’ambiente, ecc., lo scopo ultimo e univoco da perseguire da parte di coloro i quali, da noi votati, penetrano in Parlamento e quotidianamente sono chiamati a fare questo?