Per proteggere efficacemente la varietà naturale bisognerebbe sapere come cambierà nel futuro a causa dei cambiamenti del clima e servono modelli matematici di evoluzionismo adattivo
I cambiamenti del clima accelerano i processi di evoluzione della vita: organismi e specie più deboli si estinguono, nuovi organismi più adatti ad un ambiente diverso si sviluppano. Per valutare se ci sarà un aumento o una diminuzione della biodiversità, è necessario valutare il bilancio tra vincitori e vinti. Quali specie soccombono, quali si rivitalizzano e si evolvono? Queste sono le domande che si pongono due biologi australiani con un articolo pubblicato sul numero odierno di «Nature».
In un contesto di veloci cambiamenti dell’ambiente, come sta ora accadendo a causa dei cambiamenti del clima, è necessario affrontare il problema in termini di evoluzionismo adattivo. Gli esempi del passato, riguardanti le estinzione di massa e i nuovi modi di evoluzione della vita, a seguito di eventi di rapidi cambiamenti ambientali o di immani catastrofi naturali planetarie, non si possono applicare alla situazione oggi presente, essendo molto diversi i contesti ambientali, ma soprattutto il contesto dei sistemi ecologici, della diversità tassonomica e della diversità genetica esistente. Devono necessariamente essere sviluppati appropriati modelli di simulazione della evoluzione della biodiversità, modelli strettamente accoppiati con quelli di evoluzione climatica e di conseguenze ambientali dei cambiamenti climatici.
Finché questi modelli di evoluzionismo dinamico adattivo non saranno disponibili, nulla di certo si può affermare, circa le perdite future di biodiversità, a seguito di cambiamenti del clima in atto e futuri. Di conseguenza, i programmi di protezione della biodiversità e le azioni di salvaguardia degli ecosistemi, potranno diventare più efficaci, ma anche più mirati alle reali situazioni, solo a valle di queste conoscenze che ancora mancano. (V. F.)