Effettuando misurazioni molto accurate degli isotopi di cromo nelle meteoriti rispetto alle rocce terrestri e confrontandole con le previsioni teoriche, i ricercatori sono stati in grado di mostrare che gli isotopi più leggeri, preferenzialmente, entravano nel nucleo
All’inizio della formazione della Terra, alcune forme rare di cromo si separarono e scomparvero in profondità nel nucleo del pianeta; questo quanto ha dimostrato un nuovo studio effettuato da un gruppo di geologi coordinato da Zhu Qing-Yin, professore di geologia presso la Uc Davis, università della California, e coautore dello studio portato avanti con Frederic Moynier e Edwin Schauble del dipartimento di scienze della Terra e dello Spazio all’Ucla (University of California, Los Angeles).
La scoperta, pubblicata online sulla rivista «Science», «aiuterà gli scienziati a capire le prime fasi di formazione dei pianeti»; questo quanto asserito dal professore Zhu Qing-Yin.
Gli studiosi impegnati nel lavoro di ricerca, hanno utilizzato attrezzature specialistiche presso la Uc Davis al fine di effettuare misurazioni molto precise degli isotopi di cromo nei meteoriti e successivamente hanno comparato i dati ottenuti con quelli rilevati da studi effettuati sulle rocce della crosta terrestre; nel lavoro sono stata eseguite anche simulazioni al computer e questo per riprodurre le caratteristiche ragionevolmente esistenti nel primo ambiente terrestre.
I meteoriti studiati sono stati i condriti; stiamo parlando cioè di buona parte, circa il 90%, di tutte le meteoriti rocciose rinvenute ed esaminate in varie epoche. I condriti possono contenere da qualche percento del volume fino al 70% di condrule, ossia, microscopiche sfere, talvolta ellissoidali, di silicati in vario stato di cristallizzazione; si ritiene che si siano formate nei primi momenti di aggregazione delle polveri della nebulosa solare primordiale e che pertanto rappresentino gli avanzi della formazione del sistema solare di oltre quattro miliardi e mezzo di anni fa.
Afferma il professore Zhu Qing-Yin: «È noto da decenni che gli isotopi di cromo sono relativamente sottorappresentati nel mantello e nella crosta terrestre».
La domanda alla quale i ricercatori hanno, infatti, cercato di rispondere è: come ha fatto questo elemento a scomparire dalla crosta terrestre? Effettuando misurazioni molto accurate degli isotopi di cromo nelle meteoriti rispetto alle rocce terrestri e confrontandole con le previsioni teoriche, i ricercatori sono stati in grado di mostrare, per la prima volta, che gli isotopi più leggeri, preferenzialmente, entravano nel nucleo. Da ciò il team ha dedotto che circa il 65% del cromo mancante è probabilmente presente nel nucleo terrestre. Inoltre, la separazione deve essere successa nelle prime fasi del processo di formazione del pianeta, presumibilmente nei corpi più piccoli che si unirono con la Terra o quando quest’ultima era ancora fusa, ma più piccola di quello attuale.
In definitiva, ecco rivelato un altro mistero che avvicina sempre più l’uomo a una approfondita conoscenza della formazione e dell’evoluzione del pianeta sul quale vive.