Cernobyl o il terremoto del Giappone non sono un’invenzione degli antinuclearisti, piuttosto la presunta sicurezza delle centrali nucleari sembra sempre più un’invenzione dei nuclearisti.
L’uomo ha perso totalmente il senso della prevenzione ubriacato com’è dalla potenza della sua tecnologia. E una domanda resta sempre senza risposta: perché prendere la strada più pericolosa quando la stessa tecnologia offre oggi alternative dolci per l’energia?
Sta di fatto, che il Giappone, in queste ore, oltre a soffrire per un terremoto di inusitata potenza, oltre che piangere i morti che sono in continua crescita, è in apprensione anche per le centrali nucleari.
Le acque di raffreddamento dei reattori della centrale Fukushima 1 si sono abbassate a un livello inquietante, un camion equipaggiato con materiale adatto a ristabilire la situazione aveva rapidamente raggiunto la centrale, comunque le autorità giapponesi hanno emesso un ordine di sgombero per 6mila abitanti entro un raggio di 3 km dalla centrale e sono state messe in stato di allerta le truppe anti-contaminazione. E gli Stati Uniti hanno inviato in Giappone liquido di raffreddamento. E intanto sale il livello di contaminazione all’interno dello stabilimento dove si trova la turbina.
Il Wwf è «molto preoccupato» per le notizie che arrivano dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) dell’innalzamento del livello di allerta per la centrale nucleare di Fukushima.
«Anche se vengono spenti immediatamente – sottolinea Greenpeace – i reattori devono essere raffreddati e servono grandi quantità di acqua per evitare il rischio di surriscaldamento e fusione. Anche se ben progettato, un reattore è vulnerabile ai terremoti e le operazioni di riparazione in una centrale nucleare possono richiedere tempi lunghi e costi non indifferenti».
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