Rinnovabili – Dallo stop del governo danni al Centrosud

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Continua a tenere banco, in campo energetico, il blocco causato dal decreto legge governativo per le rinnovabili. Dopo la maxi manifestazione di ieri a cui hanno partecipato le associazioni di categoria, interviene oggi Michele Macaluso, direttore dell’Anea, impegnato a varare dal 14 al 16 aprile EnergyMed, la Mostra Convegno sulle Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica, presso la Mostra d’Oltremare di Napoli.

Il Sud, che faticosamente cerca di coprire il gap occupazionale, ha trovato in questo giovane settore della green economy, una possibilità di recupero. Solo alla manifestazione campana parteciperanno 200 aziende meridionali del settore che vede, nel comparto delle energie rinnovabili (eolico, solare, biomasse), 40.700 occupati senza contare altri settori minori.

Il direttore dell’Anea suggerisce la strada per agevolare la crescita del settore delle rinnovabili nel meridione alla luce delle grandi potenzialità del territorio.

«L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo che recepisce la direttiva europea 28/2009/CE, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, rischia di provocare una paralisi per tutto il settore – afferma Michele Macaluso, direttore dell’Agenzia napoletana energia e ambiente -. Il rimando a disposizioni future per quanto riguarda la definizione di aspetti chiave del sistema rinnovabili, come ad esempio quella che dovrebbe stabilire il valore degli incentivi per il futuro, introduce pericolosi elementi di incertezza. Incombe il rischio retroattività per progetti già avviati e finanziati, con gravi danni economici per tutte le aziende che hanno investito nel settore, mentre vanno colpite eventuali speculazioni verificatesi per accaparrarsi una fetta di incentivi senza penalizzare la maggior parte delle aziende che opera correttamente».

In particolare quello che rappresenta la nuova direzione governativa in merito alle rinnovabili, secondo Macaluso, potrebbe minare lo sviluppo economico e occupazionale del sud Italia ed ancor più quello della Campania

«Esiste un forte interesse degli operatori nel settore della Green Economy ad investire nel Mezzogiorno d’Italia confermato dal grande numero di aziende, circa 200, che parteciperanno come espositori ad EnergyMed, la Mostra Convegno sulle Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica, che l’Anea organizza dal 14 al 16 aprile presso la Mostra d’Oltremare di Napoli – premette Macaluso, che poi afferma – I settori con più occupati sono l’eolico con circa 10mila addetti, il solare fotovoltaico con circa 5.700 e il comparto delle biomasse con circa 25.000 occupati. Il resto dei colletti verdi è distribuito tra il geotermico, il solare termico, il mini idrico, e le altre forme minori di produzione di energia da fonti rinnovabili. Le sole aziende installatrici del settore elettrico in Campania sono più di 300 per un fatturato di circa 1 miliardo di euro».

Ma esiste a giudizio del coordinatore dell’EnergyMed una soluzione che andrebbe tenuta in considerazione: Diversificazione degli interventi ed occupazione distribuita.

«È necessario agevolare la crescita del settore delle rinnovabili, puntando in particolare su alcuni settori che hanno grandi potenzialità nel centro sud Italia quali il fotovoltaico, il raffrescamento solare (solar cooling), la geotermia, il minidraullico e l’efficienza energetica, che possono puntare a soddisfare il 50% del fabbisogno energetico del Mezzogiorno entro il 2020, se sufficientemente incentivato e con maggiori certezze sul quadro normativo. Infatti – conclude Michele Macaluso – l’obiettivo deve essere quello di favorire un’occupazione distribuita capace di coinvolgere un numero ampio di aziende e addetti e che non siano concentrati in pochi grandi opere, capaci solo di favorire gli interessi di poche grandi aziende».