Allarme nucleare dopo il terremoto

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> La sicurezza presunta e l?insicurezza vera

Dopo l’esplosione nella centrale nucleare giapponese di Fukushima 1 e l’obbligo di evacuazione per 10 chilometri, si parla già dei primi contaminati. La paura ormai s’è impadronita dei giapponesi. Le conseguenze di questo immane terremoto sembrano non finire mai.

Intanto notizie preoccupanti provengono dall’Iaea (International Atomic Energy Agency). L’aggiornamento dice, tra l’altro, che oltre ad aver esteso le zone di evacuazione nelle aree dei due reattori Fukushima, si stanno effettuando preparativi per distribuire pasticche di iodio ai residenti.

È una misura precauzionale e prevista in conseguenza del rilascio della nube per fare abbassare la temperatura all’interno del reattore. La nube radioattiva contiene iodio 131, simbolo I-131. Da ciò si deduce anche che, se c’è I-131, vuol dire che si tratta probabilmente di un incidente con fusione parziale del nocciolo del reattore. E con la fusione totale del nocciolo, saranno presente nella nube radioattiva anche prodotti di fissione quali Kr-85 (kripton 85) un gas nobile radioattivo non particolarmente pericoloso (salvo nel momento di transito della nube), ma anche Cs-137 (cesio 137) e Sr-90 (stronzio 90).

Questi ultimi, invece sono due radionuclidi da evitare. Hanno entrambi una vita media attorno ai 30 anni e sono entrambi beta e gamma emettitori. Lo Sr-90 è molto mobile nell’ambiente ed è solubile in acqua. Quindi si disperde facilmente e si ritrova anche a grandi distanze dal luogo dell’incidente. Se ingerito (attraverso l’acqua contaminata, prodotti della pesca o prodotti acquosi) viene accumulato nelle ossa con le ovvie conseguenze di rischio sanitario derivante da questo accumulo nelle ossa.

Il Cs-137 è viceversa poco mobile, non si disperde nell’ambiente ma si accumula sui suoli attorno al luogo dell’incidente e contamina in modo duraturo (forma dei radicali stabili) il suolo e i prodotti alimentari che si producono su quei suoli. Se ingerito (attraverso prodotti alimentari contaminati provenienti dall’area contaminata, compresa carne e latte) si distribuisce in tutti gli organi interni, ma in particolare nel fegato. I rischi sanitari riguardano quindi tutti gli organi interni del corpo umano.