Sistri – Fatta la legge trovato l’inganno

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La scatola nera che segue telematicamente un autoarticolato è montata sul trattore, non sul semirimorchio. Quindi, non si accorge se quest’ultimo viene sostituito durante il percorso

Il ministro dell’Ambiente ha ufficialmente presentato con entusiasmo il nuovo sistema di tracciamento telematico dei rifiuti speciali e pericolosi e di quelli solidi della sola regione Campania e ha confermato che il Sistri entrerà in vigore, a pieno regime, dal primo giugno 2011; ricordiamo che il sistema sarebbe dovuto entrare in esercizio già da mesi, ma di fatto una serie di rinvii, chiesti dagli operatori del settore rifiuti, ne hanno ritardato l’attuazione.

Il Ministro ha spiegato che il sistema di tracciamento interesserà l’80% dei rifiuti prodotti in Italia e che garantirà «legalità, assieme a trasparenza, tutela dell’ambiente, risparmio per le imprese, e semplificazione burocratica». Inoltre, ha anche spiegato come il Sistri consentirà una riduzione dei costi complessivi di gestione dei rifiuti speciali, costi che, con il sistema cartaceo, erano associati sia al dispendio di materia prima, carta nella fattispecie, sia all’occupazione di personale addetto alle operazioni di stesura Fir (Formulario di identificazione rifiuto), di compilazione registro di carico e scarico e di redazione Mud (Modello unico di dichiarazione ambientale).

Insomma, sembrerebbe che il Sistri sia davvero una manna dal cielo; vediamo, invece, cosa emerge da una lettura più critica del tutto. Relativamente ai costi, nessuno ancora può esprimersi; il sistema, infatti, non è, per il momento, andato a regime e pertanto queste sono osservazione da effettuare a posteriori; ad oggi, sappiamo che le realtà coinvolte hanno versato quote sistri tutt’altro che ridotte e le stesse, relative all’anno 2010, di fatto, sono state versate per un sistema non funzionante. Ma interessiamoci e diamo forza a un concetto che il nostro ministro dell’Ambiente ha sottolineato sin dagli albori della presentazione del progetto, ossia, il giudizio di legalità e di trasparenza attribuito al complesso.

Bene, la scatola nera che segue telematicamente un autoarticolato è montata sul trattore, non sul semirimorchio. Quindi, non si accorge se quest’ultimo viene sostituito durante il percorso.

Il problema è emerso durante la presentazione del Sistri e proprio alla presenza del ministro. La risposta è stata che il sistema si accorge comunque della sosta dell’autoarticolato, necessaria per sostituire il semirimorchio, lanciando eventualmente un allarme. Ma nella pratica, quando il Sistri traccerà migliaia di camion contemporaneamente, chi noterà una sosta di cinque minuti? Non solo, basterebbe effettuare la sostituzione in corrispondenza di una sosta per rispettare i tempi di guida e di riposo e si fugherebbe qualsiasi dubbio.

Un controllo potrebbe avvenire all’impianto di smaltimento, quando le telecamere, previste anch’esse dal Sistri, possono rilevare una targa del semirimorchio diversa da quella dichiarata. Ma non è difficile immaginare che un’organizzazione criminale possa far circolare due semirimorchi dello stesso tipo con la medesima targa; inoltre, la video-sorveglianza non è obbligatoria in tutti gli impianti di destinazione finale di rifiuto.

Non solo. Che cosa succede se si guasta il trattore lungo la strada e non lo si può riparare sul posto? Con l’attuale soluzione, la gestione dell’evento diventa complessa, perché bisogna trovare un altro trattore dotato di black box, scatola nera, oppure lasciare il semirimorchio, magari pieno di rifiuti pericolosi, lungo la strada. Diversamente, se ci fosse l’apparato di tracciamento anche sul semirimorchio, si potrebbe trainarlo con un qualsiasi trattore, avvertendo ovviamente la centrale operativa. L’unica soluzione, quindi, è porre una black box anche sul semirimorchio, eventualità che renderebbe il sistema più sicuro, ma anche molto più complicato. Resterebbe comunque aperta la questione dei cassoni scarrabili, che si caricano e scaricano velocemente ed in modo autonomo da attrezzature esterne e che non hanno alcuna targa identificativa.

Un’altra falla, forse ancora più grave, emersa nei giorni scorsi riguarda l’attuale periodo «sperimentale» d’attuazione del Sistri nel quale non sono previste sanzioni né per chi utilizza il vecchio formulario, né per chi già applica il nuovo sistema telematico. Tale periodo di vacanza, segnalato dal procuratore di Civitavecchia, favorirebbe il trasporto abusivo di rifiuti pericolosi.

In definitiva, un sistema che ancora pone molti dubbi di trasparenza e di operatività di gestione; necessario è seguire gli eventi, informandosi e studiando le procedure operative al fine di ottenere una lettura critica d’insieme. Ma resterà il 1° giugno il termine ultimo di applicazione?