Uno studio che si propone di illustrare le fonti di inquinamento ambientale nei siti contaminati e descrivere lo stato di salute delle popolazioni residenti utilizzando i dati di mortalità. Dei 44 siti 21 sono al nord, 15 al sud e 8 al centro
«Un ambiente pulito è fondamentale per la salute e il benessere umano. Tuttavia, le interazioni tra l’ambiente e la salute umana sono estremamente complesse e difficili da valutare. Questo rende il ricorso al principio di prudenza particolarmente utile. Gli impatti meglio conosciuti sulla salute sono associati all’inquinamento atmosferico, alla scarsa qualità dell’acqua e a condizioni igienico-sanitarie insufficienti. Molto meno si sa sugli impatti sulla salute delle sostanze chimiche pericolose. Il rumore è una questione emergente per l’ambiente e la salute. Anche il cambiamento climatico, l’impoverimento dell’ozono stratosferico, la perdita di biodiversità e il degrado del suolo possono incidere sulla salute umana».
(da Ambiente e salute dell’Agenzia europea dell’ambiente)
Sono stati pubblicati i dati relativi al Progetto «Sentieri» (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento), un progetto che si propone di illustrare le fonti di inquinamento ambientale nei siti italiani contaminati e che risultano a maggior rischio tumori, e di conseguenza descrivere lo stato di salute delle popolazioni residenti utilizzando i dati di mortalità in questi siti.
Questi dati sono usciti in allegato all’ultimo numero della rivista «Epidemiologia e Prevenzione», pubblicata dall’Associazione italiana di epidemiologia. Allo studio hanno collaborato esperti dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), dell’Iss (Istituto superiore della Sanità) e dell’Università la Sapienza di Roma.
Nell’ambito dello studio, che fa parte del programma strategico «Ambiente e Salute» finanziato dal Ministero della Salute, sono stati mappati 44 siti d’interesse nazionale (Sin) nei quali 295 comuni, 5.534.492 abitanti, circa il 10% del totale della popolazione italiana al censimento 2001. Di questi siti 21 al nord, 15 al sud e 8 al centro, che raggruppati per Regione sono: 3 in Piemonte (Casal Monferrato, Serravalle Scrivia, Pieve Vergonte (Verbano Cusio Ossola), Balangero-Torino), 1 in Valle D’Aosta (Ermanese), 2 in Trentino Alto Adige (Trento Nord, Bolzano), 6 Lombardia (Sesto San Giovanni, Pioltello-Rodano, Cerro al Lambro, Brescia-Caffaro, Laghi di Mantova e polo chimico, Broni), 1 in Veneto (Venezia-Porto Marghera), 2 in Friuli Venezia Giulia (Trieste, Laguna di Grado e Marano), 3 in Liguria (Cengio e Saliceto, Pitelli, Cogoleto-Stoppani), 2 in Emilia Romagna (Sassuolo – Scandiano, Fidenza), 4 in Toscana (Piombino, Massa Carrara, Livorno, Orbetello), 2 nelle Marche (Basso bacino del fiume Chienti, Falconara Marittima), 1 in Umbria (Terni), 2 nel Lazio (Fiume Sacco, Civitavecchia), 2 in Campania (Area litorale vesuviana, Litorale Domizio Flegreo), 2 in Basilicata (Val Basento, Tito Scalo), 4 in Puglia (Manfredonia, Bari-Fibronit, Brindisi, Taranto), 1 in Calabria (Crotone-Cassano-Cerchiara), 4 in Sicilia (Priolo, Gela, Milazzo, Biancavilla), 2 in Sardegna (Porto Torres, Sulcis-Iglesiente-Guspinese).
I residenti in prossimità di queste aree sono in tutto 5 milioni e mezzo. I diversi Sin hanno estensioni diverse, alcuni siti delimitano un solo comune, altri comprendono più comuni.
Tali siti d’interesse nazionale (in quanto sottoposti a messa in sicurezza di emergenza, bonifica, ripristino ambientale e attività di monitoraggio) sono stati classificati in base alla presenza di una o più delle seguenti pressioni antropiche: impianti di produzione e/o uso di sostanze chimiche (C), impianti petrolchimici e/o raffinerie (P/R), centrali termoelettriche (CE), industrie siderurgiche (S), amianto e altre fibre minerali (A), aree portuali (AP), miniere e cave (MC), discariche (D) e inceneritori (I). Sono stati esclusi i siti di piccole dimensioni all’interno di grandi aree urbane e i siti in cui non è stata registrata una significativa esposizione della popolazione residente in prossimità, le aree caratterizzate da discariche in cui vengono smaltiti prevalentemente rifiuti urbani e/o inerti e le aree caratterizzate da scarso interesse igienico sanitario.
Dati forniti dall’Airtum (Associazione italiana registro tumori) risulta che in Italia dal 1978 al 2003 circa un milione di residenti si sono ammalati di cancro e di questi la metà è morto. Dagli studi che si stanno facendo per i Sin, le statistiche dimostrano che in questi punti si registrano casi di tumore maggiori che in altre zone, con una differenziazione di incidenza dei vari tipi di tumore anche tra uomini e donne.
Obiettivo del Progetto
Il Progetto Sentieri ha l’obiettivo di valutare l’eventuale associazione tra la contaminazione ambientale, i potenziali effetti tossicologici degli inquinanti, gli aspetti epidemiologici e sanitari e di descrivere la mortalità in tutte le aree di indagine. Per l’analisi sono stati selezionati 55 gruppi di cause di morte, mettendo in relazione l’inquinamento ambientale con la salute umana così da ridefinire le priorità di intervento.
La prima fase del progetto è stata caratterizzata dalla raccolta di dati relativi ad ogni singolo sito riguardanti la localizzazione geografica, l’area in esame, i comuni ricadenti nell’area e la tipologia delle pressioni antropiche in gioco. Sono stati raccolti anche dati sulle sostanze inquinanti nelle diverse matrici ambientali, suoli, acque di falda e superficiali, sedimenti, aria e organismi animali e vegetali. Un’importante tipo di analisi riguarda la qualità degli alimenti, e quanto gli alimenti vegetali, ittici e zootecnici possano incidere sulla valutazione dell’esposizione umana agli inquinanti attraverso la dieta, ma questo è di difficile attuazione in quanto tali dati mancano.
Un Convegno interessante su «Ambiente e salute»
Delle importanti relazioni che intercorrono tra ambiente e salute e le diverse sfaccettature di quest’ampia argomentazione se ne discuterà nel prossimo convegno «Ambiente e Salute» che si terrà a Roma dall’11 al 13 aprile prossimo. Sarà un’occasione per parlare ancora di questo Progetto, ci saranno, infatti, due interventi in cui verranno presentati gli obiettivi e i metodi dello studio (da Roberta Piratsu, del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie «Charles Darwin» dell’Università La Sapienza di Roma) e i primi risultati (dal Amerigo Zona dell’Iss).
In questa tre giorni si susseguiranno diversi interventi concentrati sullo stretto rapporto che c’è tra clima e salute, inquinamento atmosferico e salute (gli effetti a breve e a lungo termine causati dall’inquinamento atmosferico), inquinamento atmosferico causato dagli inceneritori ed effetti negativi legati alla problematica di uno smaltimento dei rifiuti sbagliato, l’importanza del biomonitoraggio nei Siti d’interesse nazionale da bonificare (il caso di Taranto), per poi passare all’importanza che ha la comunicazione del rischio in tema «ambiente e salute» e l’etica nel comunicare tale rischio ambientale.