Il presidente ha annunciato che a partire dal 2015 tutte le auto e i veicoli commerciali acquistati dal Governo federale saranno ibridi, elettrici o alimentati da combustibili alternativi
Obama si ricandida al secondo mandato alla Casa Bianca, e lo fa sulla scia del primo, soprattutto ecologicamente parlando. Déjà vu?Si spera di no. Il presidente degli Stati Uniti l’ha recentemente annunciato, non sorprendendo nessuno, a dire il vero. Qualcuno, con dati alla mano, si chiede che fine abbia fatto il primo piano ambientalistico, e se questa volta le cose cambieranno. L’ennesimo programma ecologico sembra essere più concreto e la campagna elettorale, ancora in stile green,pare essere più realistica.
Ma facciamo un breve resoconto di ciò che è avvenuto in questi anni sul piano ambientale. Le parole d’ordine del governo statunitense: efficienza energetica, riduzione dei consumi, energie pulite, biocarburanti, auto ecologiche e riduzione di emissioni di gas serra sono rimaste, in gran parte, soltanto parole. Lo testimoniano il flop del vertice di Copenhagen, il quasi flop di Cancun, il fallimento nella politica sui cambiamenti climatici, la riapertura di vecchie centrali nucleari e le sempre più numerose trivellatrici comparse persino lungo le coste americane considerate in pericolo, come quelle dell’Alaska.
Nei giorni precedenti il Presidente della più grande potenza economica del mondo ha delineato le sue idee in politica energetica, decidendo di ridurre le importazioni di petrolio e puntando, oltre alle rinnovabili, anche su gas naturale e nucleare, un metodo per racimolare un po’ di voti, visto che lasciar fuori le lobby dei rispettivi materiali gli avrebbe sottratto qualche decina di migliaia di voti.
Obama, ha annunciato, inoltre, che a partire dal 2015, tutte le auto e i veicoli commerciali acquistati dal Governo federale saranno ibridi, elettrici o alimentati da combustibili alternativi. La svolta non è da poco, visto che stiamo parlando di una flotta composta da oltre 600.000 veicoli.
L’obiettivo del governo è quello di tagliare di 11 milioni di barili al giorno l’importazione americana di petrolio entro il 2025. Per avere un’idea del salto di qualità di questa scelta, basta ricordare che, nel 2009 e 2010, l’U.S. General Services Administration ha acquistato oltre 145.000 veicoli, solo il 10% dei quali erano ibridi.
Intenti nobili, che vanno però supportati da un’adeguata regia politica. Basta dare un’occhiata al salone di Detroit di quest’anno per capire che gli americani, se non messi alle strette da necessità economiche o spinti da sostanziosi incentivi, non sono propensi a cambiare le proprie «abitudini motoristiche», e non solo, senza cadere ancora una volta nel «peccato» della recidività economica.