L’Agenzia internazionale ha scoperto che la radioattività tra i 20 ed i 40 km a nord ovest della città è anche più alta di quella esistente nelle prefetture circostanti l’impianto
La situazione esistente a Fukushima permane grave. Si è scoperto che la contaminazione tra i 20 ed i 40 km a nord ovest della città è anche più alta di quella esistente nelle prefetture circostanti l’impianto. Questi i punti principali comunicati dall’Iaea (International Atomic Energy Agency) nell’ultimo bollettino delle 15 ma comunicato alle 19,42 italiane.
Situazione impiantistica
1) Il terremoto del 7 aprile ed il cui epicentro era a 20 km dall’impianto nucleare di Onagawa non ha causato danni tali da far temere rilasci radioattivi.
2) Nell’impianto di Fukushima rimane, invece, molto critica la situazione del reattore n. 1. La temperatura (sull’involucro esterno) è molto alta: oltre i 200 °C , quando dovrebbe essere inferiore a 95°C, e la pressione è in continuo aumento. Per evitare il rischio di esplosione della bolla di idrogeno che si sta formando nel reattore, oltre all’acqua di raffreddamento, si sta iniettando all’interno un gas inerte come l’azoto.
I reattori 2 e 3 sono anch’essi surriscaldati con temperature rispettivamente di circa 140°C e di 110°C, ma vengono raffreddati con abbondanti flussi d’acqua e, per ora, destano molto meno preoccupazioni del reattore 1.
3) Nel frattempo, si sono accumulate 60mila tonnellate di acqua altamente radioattiva che deve essere rimossa dagli edifici turbina dei reattori 1, 2 e 3 dove si sono accumulate, edifici che sono ormai allagati. Queste acque saranno provvisoriamente riversate in contenitori appositi adiacenti agli edifici turbina dei reattori. Poi l’acqua radioattiva, essendo assimilabile ad un rifiuto radioattivo, sarà trasferita all’impianto di trattamento rifiuti radioattivi per i necessari processi di decontaminazione.
Situazione della radioattività ambientale
1) Su 10 prefetture del territorio circostante l’impianto di Fukushima sono stati trovati valori di contaminazione del suolo compresi fra 1 e 46 Bq/m2 per lo I-131 e compresi fra 5 e 42 Bq/m2 per il Cs-137. Le corrispondenti dosi alle persone, dosi che derivano in gran parte dal Cs-137, (il Cs-17 ha tempo di dimezzamento di circa 30 anni, mentre lo I-131 ha un tempo di dimezzamento di 8 giorni) sono state valutate tra 0,1 e 2,3 microSievert/ora. Quest’ultimo valore di dose significa che il tempo massimo di permanenza della popolazione locale sul territorio contaminato è di 18 giorni. Il tempo di permanenza può essere esteso ad un anno ed oltre solo se le dosi sono inferiori a 0,12 microSievert/ora. Tutto ciò a prescindere dalla dose aggiuntiva che potrebbe derivare dalla ingestione di prodotti alimentari contaminati.
2) Situazione peggiore è stata riscontrata tra i 24 e 42 km a nord-ovest di Fukushima dove la contaminazione del suolo varia da 200mila a 5 milioni di Bq/m2 con dosi comprese fra 1,6 e 56 microSievert/ora. Qui il tempo di permanenza massimo per la popolazione è di 7 giorni dove la contaminazione è più alta e di 26 giorni dove la contaminazione è più bassa. E tutto ciò a prescindere dall’ulteriore dose aggiuntiva che potrebbe derivare dalla ingestione di prodotti alimentari contaminati.
3) La contaminazione radioattiva del mare rimane ai livelli massimi raggiunti nei giorni precedenti ed in particolare il 5 aprile.