La data di debutto non sarebbe in discussione, si cercherà di rispettare il termine di inizio ma alcune risposte alle ansie e alle pressioni fatte dal mondo delle imprese potrebbero trovare una soluzione proprio nelle prossime ore
Una «soluzione condivisa», ma che molto difficilmente sarà la proroga tout court invocata dal mondo delle imprese. Da Palermo, dove ieri era in visita ufficiale per commemorare il 19° anniversario della strage di Capaci, il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, annuncia la possibilità di una via d’uscita per la contestata entrata in vigore del Sistri in programma il 1° giugno.
La data di debutto non sarebbe in discussione, si cercherà di rispettare il termine di inizio ma alcune risposte alle ansie e alle pressioni fatte dal mondo delle imprese potrebbero trovare una soluzione proprio nelle prossime ore. In fondo, commenta il ministro: «Il nuovo sistema sta per entrare in vigore tra resistenze anche comprensibili ma purtroppo le ecomafie sono una realtà. Si registra un reato ambientale ogni 47 minuti».
E allora quali potrebbero essere le possibili soluzioni?
Bene, in realtà le proposte avanzate per rasserenare le imprese coinvolte, ricordiamo che stiamo parlando di circa 360mila imprese e fonti ministeriali indicano che, nella giornata di ieri, sono state 90mila le aziende che hanno operato con il Sistri, le osservazioni di tali numeri e la comparazione con la data di inizio effettivo del sistema, sono due.
Allora, ci sarebbe l’individuazione di esimenti che sospendano le pesanti sanzioni a carico delle imprese, sanzioni non applicabili solo se la mancata attuazione del protocollo informatico non dipenda da negligenze o da mala fede dei soggetti obbligati. Questa prima soluzione potrebbe essere attuata o avanzando un decreto ministeriale, che permetterebbe di non toccare il termine del 1° giugno, oppure con un decreto legge che, per tempi tecnici, costringerebbe il ministero a spostare di 30 o 60 giorni il debutto ufficiale del Sistri.
La seconda possibile strada potrebbe essere quella di prorogare l’intero apparato e di ripensarlo in vista di quanto successo proprio in occasione del click day dell’11 maggio. A volere questa seconda soluzione, tutte le associazioni di categoria che, ricordiamo, la settimana scorsa hanno sottoscritto una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio evidenziando le varie problematiche riscontrate dalle aziende da loro rappresentate, e gran parte del mondo politico.
Infatti, dopo l’interrogazione del parlamentare Mario Pepe alla Camera, venerdì il senatore Sergio Divina, presidente della commissione del Senato per il controllo dei prezzi e delle tariffe riguardo il sistema di tracciabilità informatica per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, ha chiesto, con una nuova interrogazione, di far slittare l’entrata in vigore di Sistri almeno al 2012 e di sospendere le richieste di contributo alle imprese.
Lo stesso infatti ha ricordato che i soggetti coinvolti dal Sistri sono stati chiamati, a fine aprile, a pagare una seconda volta per un sistema che non ha mai funzionato. «È inammissibile, non v’è dubbio che si debbano avviare le procedure di recupero delle cifre che le imprese hanno ingiustamente pagato nel 2010 e nel 2011».
In definitiva, ancora molti i dubbi che si spera di risolvere nelle prossime ore; l’ansia legata alla data del 1° giugno sta affaticando i soggetti coinvolti e questo, non da ultimo, va a scontrarsi con il lavoro quotidiano di quelli operatori che fanno girare l’economia del nostro Paese con evidente danno per tutti.