Accuse di «copertura» per il via libera a un oleodotto lungo 200 km: la compagnia proprietaria dell’impianto avrebbe celato le prove della presenza di Indiani incontattati nella regione
Polemiche in Perù per il via libera alla costruzione di un oleodotto lungo 200 km; la compagnia proprietaria dell’impianto avrebbe infatti celato le prove della presenza di Indiani incontattati nella regione.
Nel Nord del Perù, la compagnia petrolifera Perenco progetta di spendere 350 milioni di dollari per costruire l’oleodotto, destinato a trasportare petrolio per un valore di 35 miliardi di dollari dal blocco 67 fino alla costa del Pacifico.
Ma un articolo molto dettagliato pubblicato sul notiziario americano «Truth Out» sostiene che i funzionari governativi, i consulenti ambientali e le compagnie petrolifere sarebbero tutti implicati nelle manovre compiute per celare l’esistenza di tribù incontattate lungo il percorso dell’oleodotto.
Perenco respinge ogni accusa e nega che il suo lavoro possa mettere in pericolo le vite degli Indiani isolati.
Per rafforzare la sua posizione, secondo cui che nel blocco 67 «non c’è alcun segno di presenza antropologica», la compagnia ha ripetutamente citato un rapporto di consulenza ambientale detto «Daimi».
Tuttavia, il giornalista indipendente David Hill è riuscito a rintracciare e intervistare i ricercatori che hanno lavorato per Daimi nella regione. Hill sostiene di aver scoperto una serie di contraddizioni che lasciano pensare che il dossier, finanziato da Perenco, sia non solo non accurato ma che sia anche stato sottoposto a censure.
Dalla relazione finale sarebbero «state escluse» una grande quantità di prove, tra cui testimonianze giurate di avvistamenti, sentieri, orme e lance incrociate.
«Oltre a minimizzare i danni a flora e fauna, hanno detto (Daimi) che non c’erano gruppi isolati», ha raccontato un ingegnere forestale coinvolto nell’indagine. «Ma c’erano impronte e segni di insediamenti… Perenco ha avuto esattamente quel che voleva».
«Il governo peruviano ha il dovere di commissionare indagini indipendenti sull’esistenza di questi Indiani», ha dichiarato il direttore generale di Survival International Stephen Corry, «e non deve ritenersi soddisfatto della consulenza di società che lavorano per le compagnie petrolifere».
(Fonte Survival International)
——–
Nella foto del titolo un’immagine di Survival documenta il passaggio di una zattera dell’industria petrolifera lungo uno dei fiumi del Perù settentrionale