Uccisi perché neri e portatori di jella

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La mattanza dei mici neromantati aveva toccato punte insostenibili arrivando all’uccisione di oltre 60.000 esemplari l’anno alla fine degli anni Novanta. Ora siamo alla metà, una cifra sempre altissima

Continua la strage silenziosa di migliaia di gatti neri uccisi ogni anno nel nome della superstizione, di riti esoterici, o semplicemente perché ritenuti portatori di jella. Negli scorsi anni la mattanza dei mici neromantati aveva toccato punte insostenibili arrivando all’uccisione di oltre 60.000 gatti neri l’anno alla fine degli anni Novanta, fenomeno che ha avuto una forte ripercussione fino ai primi anno dello scorso decennio.

Da alcuni anni la situazione è migliorata ma ad oggi siamo ben distanti dall’aver superato l’antica superstizione secondo la quale i gatti neri portano sfortuna, e ancora in questi ultimi mesi sono moltissime le segnalazioni di gatti neri scomparsi singolarmente o in gruppi in diverse zone d’Italia.

È ancora presto per poter fare una stima dei gatti neri uccisi quest’anno sia per i riti esoterici, sia per colpa della superstizione, oppure uccisi da piccoli o investiti dalle auto (spesso per evitare che il gatto nero attraversi la strada portando sfortuna) ma dalle segnalazioni pervenute e dai dati in nostro possesso possiamo tranquillamente dire che non siamo distanti dalla verità se affermiamo se si supererà la quota di 30.000, un dato positivo rispetto agli anni passati ma che sicuramente lascia aperte ancora molti interrogativi.

A questi numeri stimati vanno aggiunti i gatti neri abbandonati che pullulano nei gattili italiani. Infatti mediamente su ogni 100 gatti ospitati nei gattili almeno 9 sono neri. Questo vuole dire che tra i circa 250.000 gatti ospitati nei gattili e rifugi italiani ben 22.500 sono neri e sono in cerca di adozione e non è difficile trovare strani personaggi in cerca di gatti neri nei gattili italiani nei periodi del sacrificio dei gatti che avviene sia nella notte del 1° novembre sia nelle notti del solstizio.

Proprio per discutere del fenomeno del massacro dei gatti neri che risale al medio evo quando la chiesa cattolica uccideva, bruciandole sul rogo, le donne condannate per stregoneria insieme ai loro gatti neri anche quest’anno Aidaa si prepara a festeggiare la sesta edizione del gatto nero day che cade come ogni anno il 17 novembre. Quest’anno la manifestazione si svolgerà ufficialmente a Torino e a Rho in provincia di Milano qui per la serata del 17 è previsto un dibattito sul «Ruolo e responsabilità della chiesa cattolica nel massacro dei gatti neri legati al fenomeno della stregoneria dal medio evo ad oggi».

Mentre per domenica 20 è previsto un convegno a Torino sul ruolo e la storia del gatto nero tra magia nera, stregoneria e satanismo. «Quest’anno vogliamo celebrare la sesta edizione della giornata del gatto nero parlando di storia ma anche di responsabilità storiche – ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di Aidaa – per questo abbiamo scelto come sede principale Torino considerata per antonomasia una delle città del demonio, dove presenteremo il rapporto quinquennale sul massacro dei gatti neri, mentre a Rho, considerata una delle punte ovest del pentacolo, si discuterà di responsabilità storiche.

«La questioni dei gatti neri è tutt’altro che da sottovalutare – conclude Croce – e se qualcuno si ostina a dire che il fenomeno è ridotto solo perché poco visibile vuol dire che è miope e questo in qualche modo lo rende complice di assassini di mici neri e iettatori».

(Fonte Aidaa)