È l’ennesimo confronto sul tema che, nel dettaglio, vedrà discutere due proposte di Legge che affrontano il problema dell’esclusione dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi destinati al recupero e la questione dei contributi già versati dalle imprese nonostante il Sistri non sia ancora partito
E si parla ancora del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri). Facendo un punto sulla situazione, alla data odierna, sappiamo che secondo quanto previsto dalla Legge n. 148/2011 di conversione del D.L. n. 138/2011 il Sistri, di cui era prevista l’eliminazione, ritornerà operativo, per la maggior parte dei soggetti tenuti all’obbligo di tracciabilità dei rifiuti, il 9 febbraio del 2012.
E secondo quanto previsto dalla Legge di conversione alla manovra di Ferragosto, il Sistri verrà introdotto al termine di un adeguato periodo transitorio atto a garantire una progressiva entrata in operatività del sistema volta ad assicurare una verifica tecnica delle componenti software e hardware di utilizzo, anche al fini di un’eventuale implementazione di tecnologie più semplici rispetto a quelle attualmente previste. È, inoltre, assicurata una stretta collaborazione con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative, cooperazione avviata al fine di organizzare test di funzionamento con l’obiettivo di conseguire la più ampia partecipazione degli utenti.
Ma ritorniamo alle novità in materia Sistri di cui si discute oggi in commissione Ambiente della Camera dei Deputati.
È l’ennesimo confronto sul tema che, nel dettaglio, vedrà discutere due proposte di Legge (n. 3885 e n. 4370) che affrontano il problema dell’esclusione dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi destinati al recupero e la questione dei contributi già versati dalle imprese nonostante il Sistri non sia ancora partito.
Nel dettaglio, il primo testo riguarda «l’esclusione dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi destinati al recupero, costituiti da rottami di ferro, acciaio, ghisa e metalli non ferrosi eccetto i veicoli fuori uso messi in sicurezza, gli altri rifiuti derivanti dalle attività di autodemolizione e di rottamazione di veicoli fuori uso e i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, dal sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti».
La seconda proposta, invece, se approvata alla Camera, prevedrà che il contributo annuale obbligatorio per il Sistri che le imprese verseranno, o hanno già versato nonostante il sistema non sia ancora riuscito a partire, andrà a coprire integralmente il primo anno di effettiva operatività del complesso. Trattasi di una modifica più volte richiesta dalle imprese della filiera e dagli autotrasportatori e per la quale è già pronto l’avvio di una class action.
Altro tema cruciale oggetto di discussione in commissione Ambiente della Camera e illustrato da emendamenti presentati dai rappresentanti degli autotrasportatori, è quello di estendere il sistema anche ai vettori esteri.
La necessità di estendere agli autotrasportatori esteri, che trasportano rifiuti industriali in Italia, l’obbligo di utilizzare il Sistri o, almeno, di potersi interfacciare risulta necessario al fine di equilibrare la situazione di queste realtà con quella di vettori nazionali soggetti al pagamento di contributi e ad un’organizzazione tecnico-operativa diversificata e di più complessa gestione.
Assieme a questa richiesta ci sono altre proposte tecniche avanzate dall’associazione dell’autotrasporto che vanno dal trasporre in digitale il sistema cartaceo attualmente vigente all’eliminare l’obbligo di indicare manualmente nelle annotazioni della scheda Sistri il percorso effettuato dall’automezzo con l’indicazione di tutte le tratte intermedie, dal rimuovere l’obbligo, per i rifiuti pericolosi, di aprire una scheda del Sistri almeno quattro ore prima del ritiro per i produttori e due ore prima per i trasportatori, tempi questi assolutamente inconciliabili con quelli dell’organizzazione logistica dei trasporti, ad abolire la chiavetta usb degli autisti, dispositivo complicato nell’utilizzo e poco efficace nelle risposte, ecc.
E intanto, il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo ha confermato la tabella di marcia: i prossimi 4 test Sistri si svolgeranno il 24 ottobre relativamente agli aspetti specifici della procedura, entro il 10 novembre avverrà una simulazione per aziende con oltre 50 dipendenti ed entro la fine del prossimo mese si procederà con la sperimentazione per le piccole e medie imprese con numero di dipendenti da 11 a 50 unità.
In definitiva, la strada per la messa in operatività del sistema sembra ancora lunga e poco convincente; vedremo quali saranno i risultati dei prossimi test anche se si vocifera che l’organizzazione frammentata delle prova potrebbe essere una tecnica per non intasare il sistema che collasserà, come di consueto, alla partenza definitiva.