- Perché questo dibattito
- Il Web l’ha capito per primo
- Quando l’ecologia era «la scienza delle contesse»
- È una crisi che serve al mercato
- Una macchina che crea «bisogni»
La decrescita del sistema economico-finanziario ritrova oggi una nota preveggenza nelle concezioni anti-capitalistiche di Karl Marx. Infatti la decrescita strutturale della economia contemporanea non può dimenticare e neppure considerare inutili alcuni elementi teorici marxisti che fanno parte di un fondamentale riferimento storico e che pertanto permangono utili per individuare e rinnovare (senza cadere negli errori ed orrori generati dal socialismo comunista nel secolo scorso), una nuova concezione creativa dello sviluppo.
Infatti oggigiorno è divenuta necessaria una strategia di cambiamento adeguata alla attuale crisi epocale che necessita di provvedere con decisione alla gestione della decrescita socio-economica contemporanea proprio al fine di evitare il disastro previsto da Marx di un «capitalismo che mangia se stesso».
La riorganizzazione della economia e della società attuale necessita innanzitutto di riflettere come poter superare la struttura della divisione sociale del lavoro e la conseguente distribuzione della ricchezza, che non può più sussistere nella forma sostanzialmente ereditata dall’era ormai vetusta del capitalismo industriale. Infatti il modello di produzione industriale ormai è pericolosamente obsolescente per il carattere distruttivo della attuale fase globalizzata della competitività economica e finanziaria, troppo spesso orientata verso un profitto fine a se stesso, che deprime lo sviluppo del mercato, proprio in quanto non supporta più la sostenibilità della ricerca e della innovazione della produzione e per di più comporta una sempre più elevata e sistematica distruzione dell’ambiente naturale in cui viviamo.
Il punto focale da cui partire per ricondurre la decrescita a rinnovare le opportunità di crescita della «qualità» dello sviluppo, consiste essenzialmente nel rigenerare le concezioni, che sono in netto contrasto con le tradizionali logiche lineari che hanno favorito l’allargamento della scala «quantitativa» di produzione di merci, infatti tale andamento della economia ha prodotto un falso benessere, degenerato in un consumismo diffuso delle società avanzate nella industrializzazione, che attualmente è divenuto insostenibile.
A partire dagli inizi del nuovo millennio l’aumento quantitativo dei beni prodotti nel quadro della globalizzazione è stato sempre più correlato alla crescita delle diseguaglianze sociali ed economiche e di conseguenza ad una riduzione delle opportunità di lavoro in funzione della «economia del lusso»; questa infatti ha corrisposto ad una costante restrizione delle risorse destinate alla protezione sociale ed alla sanità, a minori diritti del lavoro dipendente, al precariato ed alla disoccupazione di una intera generazione di giovani laureati e diplomati. In queste condizioni di effettiva decrescita sociale ed economica dei paesi ad alta industrializzazione, le giovani generazioni non percepiscono più una dimensione favorevole al loro futuro la quale non corrisponda a costanti ed irreversibili processi di de-emancipazione e di marginalizzazione delle loro potenzialità di intelligenza creativa, nel contribuire allo sviluppo della società della conoscenza.
Pertanto oggi è necessario concepire uno sviluppo innovativo basato sulla inversione della decrescita e lo sviluppo di un sistema che dia valore alla qualità della vita, che a suo tempo Marx concepì come rifiuto ideologico di uno sviluppo capitalisticamente inteso. Senza operare un deciso cambiamento strutturale della dimensione economica tradizionalmente fondata sulla competitività per il profitto, anziché sulla collaborazione allo sviluppo, da oggi in poi risulterà sempre più evidentemente falsa la credibilità in un progresso illimitato della crescita e della espansione globale del modello di sviluppo industriale. Infatti tale obsoleta modalità di sviluppo che ormai risulta prevalentemente fondata su investimenti finanziari speculativi che devastano l’ambiente e la biodiversità della vita sulla terra. Certamente la finanza speculativa provoca sistematicamente una sostanziale progressiva decrescita della qualità del vivere e non permette più di immaginare alcuna previsione di un futuro migliore per la intera umanità a cui rimane solo di sopravvivere malamente in una crescente inivibilita dell’ambiente.
Certamente le soluzioni per il superamento della crisi strutturale contemporanea non deriveranno da una ri-emergenza della ideologia politica marxista, ma dall’emergere di una nuova coscienza che si acuisce in relazione alla necessità sempre più impellente di evitare la catastrofe economica e sociale, che pur in un contesto storico diverso ed irripetibile fu preannunciata da Karl Marx.
Biblio on Line
– Tendenze economiche contemporanee