o vengono utilizzati in modo non sostenibile
Nei prossimi anni le società dovranno affrontare una sfida enorme. Infatti, mentre la popolazione mondiale e la produzione economica continuano a crescere, e con queste la domanda di beni e servizi, le risorse necessarie a sostenere questa spirale ascendente sono finite.
Le Nazioni unite hanno stimato che la richiesta di risorse triplicherà entro il 2050, se gli esseri umani continueranno ad utilizzarle con il grado di efficienza attuale.
Secondo una proiezione della Commissione europea sull’efficienza delle risorse la domanda di cibo, mangimi e fibre potrebbe aumentare fino 70% entro il 2050, ma il 60% degli ecosistemi più importanti del mondo dai quali derivano queste risorse sono già stati degradati o vengono utilizzati in modo non sostenibile.
Continuare in questo modo aumenterebbe la distruzione dell’ambiente fino alla scomparsa delle risorse naturali e minerali che supportano le società moderne. In conseguenza si amplificherebbero anche le disuguaglianze dovute al diverso accesso alle risorse e dunque anche i conflitti politici e sociali.
Trasformare l’Europa in un’economia sostenibile richiede un’azione concertata capace di declinarsi a tutti i livelli politici.
Nell’ambito dell’uso efficiente delle risorse molto è già stato fatto, ma molto è ancora da fare. Resta cruciale il ruolo attivo degli stati membri per la promozione delle azioni conseguenti presso le imprese e i cittadini: specialmente a livello locale il successo delle azioni dipende dalla loro rispondenza alla specificità dei contesti nazionali.
Il Rapporto fornisce una panoramica delle politiche di efficienza delle risorse e degli strumenti adottati da 31 paesi nell’ottica della cooperazione con la rete dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eionet).
I dati scaturiscono da un sondaggio dettagliato condotto durante la prima metà del 2011 per raccogliere, analizzare e diffondere informazioni sulle esperienze nazionali messe in atto per lo sviluppo e l’attuazione di politiche mirate all’efficienza delle risorse e alla condivisione di esperienze e buone prassi già attuate.
L’insieme dei dati, forniti dai 31 paesi che hanno risposto al sondaggio, conferma che in Europa coesiste una grande varietà di approcci diversi, da ricondurre alle specificità economiche, di risorse e di esigenze dei singoli paesi.
La relazione passa in rassegna gli approcci nazionali per evidenziare analogie e differenze nelle politiche e nelle strategie adottate e si conclude con alcune considerazioni utili a riposizionare gli obiettivi da raggiungere, sia a livello comunitario sia di singoli paesi.
Sono riportati anche brevi descrizioni delle iniziative adottate, descritte nei documenti di profilo dei singoli paesi.
Nel complesso, per la maggior parte dei paesi l’efficienza delle risorse è stata interpretata come parte di altre strategie, soprattutto quelle relative a sviluppo sostenibile, ambiente, materie prime, cambiamenti climatici e riforme economiche.
I settori maggiormente coinvolti nelle politiche di efficienza delle risorse restano quello dell’energia e dei rifiuti.
Molti paesi hanno attuato misure politiche per affrontare la questione dei consumi, mentre non ancora adeguate sembrano le politiche attuate per migliorare l’efficienza energetica.
In conclusione, pur valorizzando il notevole percorso fino ad ora fatto, sembra che l’Europa abbia ancora molta strada da percorrere per strutturare progetti generali e condivisi in tema di uso efficiente delle risorse.
(Fonte Arpat, Testo a cura di Debora Badii)