Arte e scienza sulle frontiere della vita

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I valori della conoscenza e della scienza restano primari per dare risposte ai grandi problemi del nostro tempo. Convegno presso la biblioteca del Senato a Roma e al Palazzo dei congressi di Lugano

Mentre la crisi dei mercati logora le sicurezze che la Vecchia Europa aveva costruito negli ultimi decenni, tendono a riemergere i valori fondanti della vita, e come realizzare il grande potenziale intrinseco in ogni Uomo troppo spesso schiacciato da pesi impropri e perso nei labirinti della mente e delle nevrosi.

La ricchezza, il successo, il potere sono una grande medicina, ma richiedono l’armonia e una grande qualità interiore per essere vissute e rafforzate per sé stessi, per le nostre famiglie e la società, che quando cadono trascinano tutto nel fango.

I valori della conoscenza e della scienza restano primari per dare risposte ai grandi problemi del nostro tempo (dalle grandi malattie croniche, alle reazioni avverse ai farmaci, dall’inquinamento alle alluvioni ecc.) e su questi temi grandi Istituzioni e molti gruppi sono al lavoro ovunque.

Domani, presso la biblioteca del Senato a Roma, si terrà un convegno internazionale con studiosi come Luc Montagnier, Mikhail Zhadin, Yogendra Srivastava e altri in cui si discuterà delle nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche insite nell’uso di campi elettromagnetici.

Questi temi stimolano sempre di più l’interesse di grandi istituzioni scientifiche, anche alla luce degli ultimi incontri a Kiev e Minsk appare essenziale per vincere le grandi sfide scientifiche che ci attendono, un grande sforzo comune interdisciplinare che coinvolga l’intera Comunità scientifica.

Resta comunque in gioco il fattore umano, l’Uomo, il vero artefice e l’utilizzatore finale delle ricchezze e delle grandi gesta e creazioni che negli ultimi secoli hanno prodotto il «miracolo» tecnologico odierno. Sull’Uomo e la sua potenza, sulla sua realizzazione individuale e sociale, molte cose non sono andate bene e dopo Freud e Marx, ancora oggi ci troviamo a fare i conti con il grande potenziale Umano troppo spesso compromesso o addirittura bruciato (da Edoardo Agnelli ai troppi ragazzi che bruciano la propria vita con disavventure stupefacenti), oltre che dall’eccessivo uso di ansiolitici, antidepressivi ecc. che segnalano un grande disagio della civiltà moderna.

«Dio è morto, Marx pure e io non mi sento molto bene» scherzava, ma non troppo, in una delle sue battute Woody Allen.

Come vivere meglio in armonia e felici (ricchi e perché no anche meno ricchi), è questo il tema del lungo week end luganese (dall’11 al 13 novembre) al Palazzo dei congressi che chiama a confronto studiosi e artisti di varie Scuole in una conferenza internazionale sul valore supremo dell’uomo e l’importanza di investire sulla realizzazione di Sé con scienza, coscienza ed arte, senza la quale molte potenzialità restano spesso imbrigliate, limitando l’accesso di tanti giovani e meno giovani, al grande teatro della vita sociale da cui in troppi si ritirano o da cui fuggono alla ricerca dello stupefacente artificiale della vita, spesso bruciandola.

Per aiutare a vincere questa sfida umana, (molto umana), l’Arte in tutte le sue manifestazioni si deve integrare nelle terapie canoniche per liberare l’Uomo da lacci e laccioli interiori che ne bloccano la piena espressione. Da qui nasce, negli ultimi anni, l’incontro tra le arti e le terapie per rilanciare la voglia di vivere e la felicità nell’uomo moderno troppo ricco e troppo spesso poco felice .

Da Socrate, a Cristo, da Confucio a Campanella, da Gracian a Nietzsche, da Verdi a Wagner, da Freud e a tanti altri la grande Scuola della Vita ci mostra che la Filosofia, la Scienza e l’Arte debbono convergere per illuminare la via dell’Uomo verso livelli superiori di Sé, per il successo individuale e della società umana tutta che può e deve fare di più.