Polemica chiusa, vigilanza attiva

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Abbiamo ricevuto dal Wwf le seguenti brevi righe a margine della nostra controrisposta che volentieri pubblichiamo.

«Ringraziamo per la risposta e ribadiamo la nostra posizione. Continuiamo a credere fermamente nelle modalità della nostra azione e nella partnership con imprese avviate su percorsi concreti e certificati verso la sostenibilità ambientale. La documentazione che parla di illegalità da voi presentata risale ad anni fa, l’azienda ha risposto già in passato alle accuse e soggetti terzi hanno verificato la loro attuale inattendibilità. Il Wwf si è impegnato per spingere l’azienda a seguire un percorso di sostenibilità e stiamo monitorando con particolare attenzione il processo attualmente in corso per il riottenimento della certificazione Fsc, quale certificazione di qualità promossa dal Wwf a livello internazionale da decenni. Una certificazione che oggi appare lo strumento migliore per garantire la gestione sostenibile di ambiti forestali tropicali soggetti a concessioni governative e inseriti nei piani di gestione forestale, per contrastare la degradazione e perdita di tali ambienti».

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Prendiamo atto con piacere dell’impegno espresso dal Wwf e d’altra parte non avevamo dubbi, proprio per la storia di questa gloriosa Associazione. L’intenzione, per chi conosce la nostra testata, non era scandalistica o macchinosa. Come i Media dovrebbero sempre fare il nostro scopo è di pungolo e segnalazione per raggiungere una reale svolta nel rapporto uomo-ambiente, spesso deteriorato da agenti estranei agli interessi della biosfera.