Sistri = lotta alle ecomafie… equazione possibile?

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Il Sistri come potrebbe combattere problemi così radicati se risulta complesso nell’utilizzo, fortemente rallentante nelle operazioni di gestione, tracciante solo quelle aziende che ad oggi risultano censite e avente, nella gestione operativa, tanti deficit da poter far inserire ogni qualsivoglia tipologia di inganno, certo tecnologico, ma pur sempre inganno?

Il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri) e il condono edilizio sono le prime questioni all’attenzione del neo ministro dell’Ambiente, Corrado Clini che, in vista dell’appuntamento del 5 dicembre in Consiglio dei ministri, sta preparando una proposta da inserire nel «pacchetto di misure sullo sviluppo» con norme ad hoc che arriveranno in uno schema di Decreto-Legge.

In particolare, Clini ha dichiarato, in occasione di una audizione sulla «road map» del proprio Ministero, di voler procedere con celerità sul Sistri e di voler dare uno stop definitivo al condono edilizio.

In particolare in merito al Sistri il ministro dell’Ambiente ha ribadito come l’obiettivo del Sistri sia «chiaro e condiviso dal Ministero e dalle forze dell’ordine»; il neo ministro dell’Ambiente ha anche invitato «chi è contrario al sistema a dirlo espressamente». Clini ammette che il Sistri «è complicato per le questioni amministrative e procedurali che si sono interposte alla realizzazione del sistema» ma ribadisce che l’obiettivo è quello di mettere in funzione il complesso in tempi brevi sfruttando le prove di funzionamento per assestare il tutto.
In merito al condono edilizio, invece, per Corrado Clini, devono essere aggiornate le leggi urbanistiche nazionali e regionali. Il neo Ministro asserisce: «Serve una norma che escluda definitivamente la possibilità dei condoni edilizi. Non mi riferisco all’ampliamento degli edifici con un piano in più. Non vanno condonati edifici realizzati dove non potevano essere realizzati».

Nel «pacchetto» anche il completamento degli incentivi per le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, una quota di risorse per la sicurezza del territorio contro frane e alluvioni, la valorizzazione di parchi e riserve marine in cui si tenga conto della spinta che il settore potrebbe fornire allo sviluppo del lavoro giovanile.

Bene e fatte queste premesse da copione, a far parlare in maniera più sentita è sempre il Sistri, sistema tanto discusso negli ultimi anni soprattutto dal mondo delle aziende che operano, nello specifico, nel campo della gestione dei rifiuti e che ben conoscono le problematiche legate al complesso.

È retorico parlare di Sistri = lotta alle ecomafie; l’Italia che lavora è stanca di sentire che tale equazione possa esser considerata la soluzione a tutto. Il Sistri, che sottolineiamo dopo anni di rodaggio ancora non è riuscito a partire, come potrebbe combattere problemi così radicati se risulta complesso nell’utilizzo, fortemente rallentante nelle operazioni di gestione, tracciante solo quelle aziende che ad oggi risultano censite e avente, nella gestione operativa, tanti deficit da poter far inserire ogni qualsivoglia tipologia di inganno, certo tecnologico, ma pur sempre inganno? E da che mondo e mondo i problemi, se non supportati da coscienza che non è soggettivamente scontata, incentivano a delinquere, e questo sempre ai danni dell’ambiente.

Il rifiuto deve essere trattato come «risorsa», dal punto di vista ambientale ed economico, e non solo come un costo per i soggetti coinvolti. In Italia bisogna incentivare questo. Bisogna aiutare gli operatori di settore, che ad ora si trovano in una fase di smarrimento accompagnata da una mancata percezione di ogni qualsivoglia tutela e in balia a disposizioni cangianti, a trovare soluzioni dove ci sia poca teoria e molta chiarezza operativa.

Le aziende serie e oneste, oltre ad aver pagato due anni di contributi senza aver riscosso nulla in termini di alleggerimento del complesso, sanno benissimo che il Sistri non combatterà alcuna ecomafia al contrario andrà ad agevolare ancora una volta i disonesti, che continueranno a risultar fuori dal sistema, e le varie cricche che hanno progettato e lucrato in questo caos.

E intanto ci si chiede: resterà confermata la data del 9 febbraio 2012 come data di inizio funzionamento del Sistri? Si attendono risposte.