Nell’ambito dei 150 anni dell’Unità d’Italia il ruolo del Piemonte «scientifico» all’Ecomuseo del Freidano di Settimo Torinese. L’esposizione chiuderà a fine gennaio
Nel periodo immediatamente successivo all’Unità d’Italia, Torino e il Piemonte forniscono un contributo importante alla formazione del nuovo Stato. Con il trasferimento della capitale da Torino a Firenze nel 1864, si innesca una grave crisi economica e di identità, che viene superata grazie all’intreccio tra scelte di politica illuminata e eccellenze scientifiche; inizia così un periodo di grande rilevanza nell’ambito dei settori della scienza e della tecnica, con la contemporanea nascita della nuova industria.
La comunità scientifica torinese, anche grazie agli scambi internazionali già in atto per il ruolo svolto dall’Accademia delle Scienze fondata nel 1783, divenne parte attiva di uno straordinario processo di sviluppo: nell’arco di circa un secolo il capoluogo subalpino vedrà la nascita di un gran numero di scoperte e invenzioni destinate a incidere nello sviluppo economico della nuova Italia.
Alcune di quelle straordinarie invenzioni, sono esposte dallo scorso novembre (e fino a fine gennaio) in una mostra allestita presso l’Ecomuseo del Freidano di Settimo Torinese. E così, ecco in bella mostra la perforatrice utilizzata per il traforo del Frejus, il primo simulatore di volo, la lampadina a filamento di carbone «brevetto Cruto», il motore di Botto (il primo a corrente continua), il motore di Galileo Ferraris e i trasformatori utilizzati per il primo esperimento di trasporto a distanza dell’elettricità nel 1884, la prima macchina per scrivere M1 prodotta da Olivetti, e altre apparecchiature dell’epoca, compresa una rassegna di strumenti astronomici esposti nella Torre Medioevale del centro storico.
La mostra è stata fortemente voluta dal Comune di Settimo Torinese, all’interno del programma dei 150 anni dell’Unità d’Italia; si intrecciano diverse tematiche che partono da un denominatore comune: l’intreccio tra scienziati, politici, inventori e imprenditori che nell’800 favorirono la grande trasformazione tecnologica in Torino, diventata poi punto di riferimento nazionale nei diversi settori.
«La mostra è stata ideata dalla Associazione Culturale Kores, insieme alla Fondazione Esperienze di Cultura Metropolitana – spiega la professoressa Alba Zanini, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e curatrice-realizzatrice della mostra – e si inserisce nelle attività promosse dalla Biblioteca Archimede di Settimo, che sin dalla sua inaugurazione, giusto un anno fa, si dedica in modo particolare ad iniziative culturali scientifiche.
Nell’anno dei 150 anni dell’Unità d’Italia, si è voluto sottolineare il contributo che il Piemonte ha fornito nell’ambito della tecnologia e della scienza. «La mostra è divisa in tre sezioni – aggiunge la Zanini – e in due sedi diverse, la parte scienza e industria all’Ecomuseo, e poi quella sull’astronomia nella bella torre medioevale, dove sono esposti antichi strumenti dell’Osservatorio Astronomico di Pino Torinese. Partiamo come epoca da fine 700 e arriviamo fino alla esposizione universale tenutasi a Torino nel 1911, che rappresenta la consacrazione della nuova identità conquistata dalla città, ormai centro riconosciuto dell’industria più avanzata.
Nel settore della mostra dedicato alla scienza e agli istituti universitari,sono presentati preziosi volumi settecenteschi e ottocenteschi che rappresentano la storia delle conoscenze scientifiche dell’epoca: dal testo di fisica dell’Abate Nollet, che soggiornò nel 1739 a Torino come istitutore del giovane Duca di Savoia, ai testi di Giovan Battista Beccaria, uno dei massimi studiosi di elettricità nel 700, ai testi di matematica e fisica di Luigi Lagrange e Amedeo Avogadro. E poi tante curiosità, dal primo microscopio corredato di macchina fotografica a soffietto (metà 800), al primo motore a corrente continua progettato nel 1836 dal Giuseppe Domenico Botto, professore all’Università di Torino, ai primissimi simulatori di volo degli inizi 900, utilizzati dagli arditi pionieri aeronautici di allora, quando gli aeroplani iniziavano a spiccare i primi voli, anche in Italia e in particolare a Torino».
Numerosi oggetti e documenti esposti alla mostra «Macchine, Invenzioni, Scoperte – Scienza e Tecnica a Torino e in Piemonte tra 800 e 900» provengono da piccoli musei torinesi, poco conosciuti, come il Museo di Anatomia Uman «Luigi Rolando», il Museo di Antropologia Criminale «Cesare Lombroso», l’Ecomuseo della Lampadina di Alessandro Cruto, il Museo del Dinamitificio
Nobel, o da archivi di Istituti Universitari e Enti di Ricerca, quali l’Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino, il Museo di Fisica dell’Università, il Centro Museo e Documentazione Storica del Politecnico di Torino, l’Archivio dell’Istituto per la Ricerca in Metrologia. Molti degli strumenti sono stati recuperati dall’abbandono e rimessi in funzione dagli stessi ricercatori.
insieme al Comune di Settimo hanno inoltre contribuito, in un momento in cui la cultura pare essere sempre più trascurata e penalizzata, sponsor industriali e istituzionali quali Iveco, Fidia, Smat, Ativa, Thales Alenia Space, Reale Mutua, Fondazione Crt, Camera di Commercio, Infn di Torino, Inaf Osservatorio Astronomico di Torino, Inrim, dimostrando che è possibile una costruttiva sinergia tra industria e istituzioni su progetti condivisi.
Durante il periodo della mostra, a cura di Pierluigi Bassignana, in collaborazione con Alba Zanini, Patrizia Varetto e Enrica Melossi, si svolgeranno attività di approfondimento su singoli temi (conferenze, incontri con le scuole, ecc.), in collaborazione con la Nuova Biblioteca Archimede.
Per ulteriori info su orari ed eventi collegati alla mostra è possibile visitare il sito online www.ecomuseodelfreidano.it oppure www.bilbliotecarchimede.it.