Dopo il tramonto dell’opzione nucleare e la buona crescita del solare, in Italia serve ora una riflessione sugli scenari energetici di lungo periodo. Un segnale utile soprattutto al nostro tessuto imprenditoriale per orientare da subito le scelte in settori strategici come quelli dell’efficienza e delle rinnovabili
Riprendiamo l’ultimo editoriale di Gianni Silvestrini pubblicato su QualEnergia.it.
Mentre si chiude un 2011 che ha visto in Italia il definitivo tramonto dell’opzione nucleare e risultati notevoli per le rinnovabili, ad iniziare dai 12,5-13 GW fotovoltaici che ci pongono al secondo posto nel mondo dopo la Germania con i suoi 23 GW, è più che mai necessaria una riflessione di fondo che indichi la direzione di marcia, perché dagli scenari di lungo periodo dipendono anche decisioni che devono essere assunte nei prossimi mesi.
La recente «Roadmap 2050» della Commissione europea delinea chiaramente uno stacco netto rispetto agli attuali sistemi energetici. Dei 5 scenari esaminati colpiscono in particolare quello in cui si mette l’acceleratore sull’efficienza energetica (riduzione dei consumi del 41% a metà secolo) e quello con priorità alle rinnovabili che prevede una produzione elettrica quasi totalmente verde e, dato forse ancor più significativo, la copertura di tre quarti di tutti i consumi finali di energia. Peraltro il ruolo delle rinnovabili è centrale in tutti gli scenari analizzati e non scende mai sotto il 55% dei consumi.
Considerando che attualmente siamo al 10%, è comprensibile il cambio di marcia necessario. Le industrie verdi hanno protestato perché avrebbero voluto un obbiettivo al 2030. Il documento indica per quella data la necessità di triplicare la quota di rinnovabili, ma non viene fissato un target, scelta indispensabile per orientare gli investimenti.
Efficienza e rinnovabili sono dunque le regine della scena e, del resto, le altre due opzioni considerate, il nucleare e il sequestro di CO2 non navigano in buone acque. Il reattore Epr di Olkiluoto, che doveva essere il fiore all’occhiello del rilancio atomico, vede un ulteriore slittamento: doveva essere inaugurato nel 2009 e adesso si parla dell’agosto 2014. La francese Areva produttrice degli Epr chiude l’anno con una perdita di 1,3 miliardi di euro, ridimensiona i piani nucleari e guarda con attenzione alle rinnovabili. Per non parlare del Giappone, dove la ferita di Fukushima secondo le ultime valutazioni avrà bisogno di 30-40 anni per essere sanata con un costo che va da 15 a 50 miliardi di dollari. Sull’altro fronte, i progetti sperimentali di sequestro sotterraneo dell’anidride carbonica sono in grande difficoltà. Il 5 dicembre si è registrato l’ultimo abbandono, a causa di incertezze normative: quello della svedese Vattenfall che doveva realizzare un impianto pilota da 300 MW a Janschwald in Germania con un finanziamento europeo di 180 milioni di euro.
Se questo è il quadro, si capisce dunque come sia necessaria una Conferenza nazionale sull’energia per riflettere sulle direzioni di marcia del paese. La definizione di una chiara strategia serve innanzitutto al nostro tessuto imprenditoriale per orientare le scelte in settori come quelli dell’efficienza e delle rinnovabili, nei quali si stanno aprendo enormi spazi. E nell’attuale delicata situazione economica occorre azionare con attenzione le leve governative. Va garantito il percorso di crescita delle rinnovabili, ma va accentuata l’attenzione nei confronti dell’efficienza energetica in grado di portare vantaggi economici netti per i cittadini, le imprese e l’intero paese.
(Fonte QualEnergia.it)